CAPITOLO 46

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Tutte le ragazze sognano il giorno del ballo almeno una volta, il vestito perfetto, l'accompagnatore perfetto,la serata perfetta.

Poi dopo il ballo tutte iniziamo a sognare il matrimonio, ed è sempre la stessa routine,vestito perfetto,marito perfetto e giornata perfetta.
È normale , sono tappe principali della vita, l'importante è non andare di fretta e godersi ogni minuto,giusto?

Beh , io non sono mai stata una tipa che faceva le cose nel modo giusto. Sono nata anticonformista.

Perché?

Perché il giorno del mio ballo sarebbe anche stato il giorno del mio matrimonio.

Sarei dovuta essere al settimo cielo per questo, avrei passato il resto della mia vita con un ragazzo fantastico,un tipo che mi amava con tutto sé stesso e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per me. Eppure ogni volta che guardavo il mio bellissimo vestito da sposa ,che Julia mi aveva regalato,avevo solo voglia di piangere.

Non sono mai stata quel tipo di ragazza che vuole sposarsi e avere una bella famiglia,anzi, io volevo libertà. Volevo poter stare con qualcuno senza nessun limite religioso o legale,volevo qualcuno che rimanesse con me perché voleva,non perché doveva. Ma soprattutto,io non volevo figli,non sono brava con i bambini, li trovo irritanti e ottusi, non fanno che urlare e piangere. 

Ma le cose non vanno mai come voglio.

E adesso eccomi, a un passo dall'altare e incinta di otto mesi di un uomo diverso dal mio futuro marito,che tra l'altro non sono sicura di amare quanto il padre di mio figlio.

Ne verrebbe una bella storia eh?

<< Che stai facendo ciambellina?>> mi sorprese Julia uscendo dal bagno e entrando in camera mia.
<< Odio quel soprannome e lo sai.>>
<< Ma si adatta a te,sei rotonda e ripiena come una ciambella.>>
<< Simpatica.>>
Io non sono mai stata fissata con il peso o con la forma fisica,ma da quando ero incinta non vedevo l'ora di mettermi a dieta. Non mi piaceva essere una palla per colpa di qualcun altro, se c'è qualcuno che può far ingrassare questo corpo quella sono io e il McDonald.
<< Ha chiamato l'assistente sociale prima. Mi ha chiesto di dirti che le serve sapere se vuoi confermare quella coppia di Boston per l'adozione. Manca poco alla nascita e loro vogliono conoscere te e Jamie.>>
<< Oh.>>

Già l'adozione, me ne ero dimenticata.

Non era stato facile decidere una possibile famiglia adottiva , alcuni erano troppo snob,altri troppi stupidi, mentre altri vivevano in zone troppo pericolose, ma poi avevo visto questo coppia e ho pensato: Si dai, loro vanno bene, posso lasciare mio figlio a loro.
Ma la cosa non mi faceva dormire o mangiare o stare tranquilla in qualche modo, non riuscivo a smettere di pensare al fatto che magari stessi sbagliando a rinunciare a crescere questo bambino.
<< Senti Ella, se non vuoi dare il bambino in adozione va bene. Ti ho già detto che puoi restare qui con il piccolo. Non mi creerebbe problemi lo sai, né a me né alla mia famiglia, a nessuno della mia famiglia.>> marcò molto l'ultima frase.
Avevo pensato molto alla proposta di Julia e per un po' mi aveva allettata, ma non potevo approfittare di quella famiglia, e poi se fossi rimasta prima o poi avrebbero notato la possibile somiglianza di Dylan con il bambino e questo avrebbe rovinato tutto.
<< No Julia. È meglio così, davvero. Il frugoletto qua dentro merita due genitori che gli possano offrire una vita diversa. Lui non soffrirà come ho fatto io, che io lo tenga o meno, perché dovunque  o con chiunque andrà,avrà una madre che lo ama incondizionatamente.>>

TELL ME WILL BE FOREVER||STYDIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora