CAPITOLO 9

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Erano passati 15 giorni e Dylan non mi aveva né scritto e né chiamato, il primo giorno pensai che probabilmente non aveva tempo,il secondo ho pensato che mi avrebbe chiamato da un momento all'altro, il terzo che aveva perso il numero, il quarto che aveva perso o rotto il cellulare, il quinto giorno Dylan postò una foto con un suo amico, il sesto capii la verità, nessuna di quelle scuse c'entrava ,ero stata raggirata per bene. Il dolcissimo ragazzo con gli occhi marroni che mi aveva tirato fuori dall'acqua era in realtà uno stronzo che si era approfittato di una cretina come me, ma che mi potevo aspettare da uno che passa da una ragazza all'altra? Forse era vero quello che diceva Caroline, noi ragazze vogliamo sempre il ragazzo sbagliato perché crediamo di poterlo cambiare, crediamo di poter essere la donna che riesca a migliorarlo , ma non è così , nella realtà nessuno cambia e alla fine quella che ci rimette sei tu.
Mi faceva quasi ridere l'ironia della mia situazione, stavo con Jamie da anni e non era successo mai niente, conoscevo Dylan da circa un paio d'ore e non ci ho pensato nemmeno un attimo a concedermi. Non so esattamente il perché,io e Jamie la consideravamo una cosa talmente speciale e importante da dover essere ponderata prima di essere fatta mentre con Dylan era stato qualcosa di completamente diverso,era stato istintivo,naturale, una cosa a cui non puoi resistere.Ma ,nonostante il fatto che mi avesse illusa e abbandonata, non ero per niente pentita della mia scelta,era come se una vocina nella mia testa mi dicesse che alla fine avevo fatto la cosa giusta e che avevo seguito il cuore e seguendo il cuore non si sbaglia mai.
Giusto?
Allora perché stavo così male? Se avevo fatto la scelta giusta perchè mi sentivo lo stesso una merda?
Decisi di prendere il mio telefono e ascoltare la canzone che ascoltavo quando stavo male, I Found di Amber Run,non era molto conosciuta ma io l'adoravo,era così lenta e triste da rilassarmi particolarmente.
Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dalla musica.
La canzone mi trasportò con la mente fuori da me stessa, lontano da tutto quell'inferno, facendomi entrare nel brano.
""And I found love where it wasn't supposed to be
Right in front of me"
Sentendo quelle parole pensavo che avrei visto il viso di Jamie e invece, eccoli quei bellissimi occhi marroni.
Dylan si era insediato in me più profondamente di quanto pensassi, e faceva male, troppo male, non ce la feci e piansi. Ma quasi immediatamente capii che quelle lacrime non erano solo per lui, erano per lo stesso motivo per cui avevo pianto al lago, piangevo perché ero stata abbandonata, tutti gli uomini che amavo mi avevano abbandonata.
Mio padre per primo.
Mio padre se ne era andato quando io avevo 5/6 anni per un incidente con la moto, non ricordo quasi niente di lui e Jenna non è mai stata collaborativa nel farmi sapere qualcosa su di lui. Non ho mai amato parlarne per due motivi
1) solo il pensarlo mi fa piangere all'istante 2) la sofferenza era solo mia,non amavo condividerla con gli altri,era inutile ; nonostante questo però ci sono stata male parecchio, ogni volta che le mie amiche parlavano del bel rapporto che hanno con il padre mi si spezzava il cuore a pensare che io non avrei mai provato una cosa del genere.
Mi chiedevo che avrebbe fatto mio padre in quel momento , magari mi avrebbe sgridato per essere stata così stupida da andare con uno conosciuto ad una festa o magari mi avrebbe abbracciato dicendomi che sono la ragazza più bella del mondo.
Basta Ella, così ti fai solo del male.
Ero stanca, stanca di essere abbandonata, stanca di quella ubriacona in cucina che si spaccia per mia madre, stanca delle sofferenze che questa mi aveva riservato,volevo solo urlare, urlare e buttare fuori, ma non ci riuscii, rimasi in silenzio a piangere finché le palpebre ancora bagnate non mi si chiusero e mi addormentai.




<<Ella>> disse un voce da lontano risvegliandomi leggermente << Ella svegliati >>.
Aprendo gli occhi, la prima cosa che vidi erano altri due occhi che mi fissavano, li riconobbi subito,erano i suoi occhi, gli occhi di Dylan.
<< Dylan>> il suo nome mi uscì più come un sussurro che come un'esclamazione,
Chi se ne frega
lo abbracciai con tutta la forza che mi era rimasta
<< Ehi Sirenetta piano , così mi rompi le ossa>> quanto mi era mancata la sua voce, anche se erano passati solo pochi giorni.
<< Che cosa ci fai qui?>> chiesi<< e lo stage? Losa Angeles?>>
Ero senza parole, era tornato, un minuto prima piangevo per lui ed ora era qui davanti a me, a casa mia.
A proposito, come era entrato? Jenna non apriva mai a nessuno perché aveva troppi debiti e aveva paura di trovare qualcuno a cui doveva dei soldi alla porta, ma forse aveva fatto eccezione stavolta.
<< È una lunga storia >>
<< Perché non mi hai chiamato in questi giorni?>>
Dylan mi guardò e iniziò a ridere, la sua risata strana, come se avessi fatto la domanda più ovvia del mondo.
<< Oh, piccola Ella>>disse in tono compassionevole << non ti ho chiamato perché, di te, non me ne frega niente>>
Aspetta,ripeti!?
<<< Cosa? >> ero stupita della franchezza in cui mi stava dicendo quelle parole
<< Ella, ho ottenuto quello che volevo, adesso non mi sei per niente utile, tranne per rifarlo se vuoi>> sul suo viso non comparve quel suo solito sorrisetto ma qualcosa simile ad un ghigno.
<< Allora che ci fai qui?>> alzai la voce più di quanto avrei voluto ma non mi interessava, non mi sarei fatta trattare così da lui
<< Ma io non sono qui, io sono a Los Angeles>>
Cosa?
<<Io non capisco...tu sei qui davanti a me>>
<< Dylan sii chiaro non riesce ad arrivarci da sola>> era stata una voce dietro di me a parlare, una voce maschile, mi girai di scatto e là appoggiato allo stipite della porta c'era Jamie. Mi sentii morire, che cosa ci facevano tutti e due in camera mia, ma soprattutto perché Dylan diceva di essere ancora a Los Angeles.
<< Ora voi due mi spiegate che ci fate in casa mia>> urlai ancora più forte di prima, ero disperata, stavo per impazzire, avevo bisogno di spiegazioni.
<< Siamo qui>> disse Jamie << per ricordarti che sei sola e che a noi non ce ne frega niente . Entrambi avremmo potuto rinunciare per te o almeno provare ad avere una relazione a distanza, ma non lo abbiamo fatto e sai perché? Perché sei un autentico disastro e purtroppo per questo nessuno ti amerà mai.>>
Non dissi nulla, mi limitai a guardarlo, l'uomo che credevo che avrei sposato mi stava dicendo cose orrende, avevo tirato fuori tutte le mie insicurezze e me le aveva sbattute in faccia.
<< Jamie perché mi dici questo?>> la mia voce fu così flebile che a mala pena la sentii io. Entrambi mi guardavano come se fossi un insetto da schiacciare, a quel punto non ce la feci e scoppiai a piangere per l'ennesima volta.
<< O mio Dio>> disse Dylan <<non fa altro che piangere >> e iniziarono a ridere, a ridere di gusto, come quando vedi un amico cadere, e ridevano di me, della mia fragilità. La loro risata iniziò a rimbombarmi in testa come se fosse un tamburo, sentivo la scoppiare e la vista annebbiarsi.

Mi svegliai urlando.
<< Era solo un sogno>> iniziai a ripetermi<< era solo un sogno>>.
Calmati Ella.
Di solito nei film quando qualcuno urla nel sonno arriva sempre qualcuno ad abbracciarlo, ma nel mio caso non venne nessuno a rassicurarmi.
Ero sola e lo sarei stata per sempre.
Non era stato un sogno, era stato una rivelazione.


SPAZIO AUTRICE

SE VI PIACE LA STORIA O NO FATEMELO SAPERE. ACCETTO LE CRITICHE VOLENTIERI E SE VI PIACE LA MIA STORIA PUBBLICIZZATELA, SE VI VA. SE AVETE STORIE DA PROPORMI PUBBLICIZZERÒ MOLTO VOLENTIERI .

BYE

TELL ME WILL BE FOREVER||STYDIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora