CAPITOLO 12

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C'era voluto molta fatica ma alla fine ce l'avevamo fatta. Eravamo riuscite a organizzare il viaggio per Los Angeles. Se tutto fosse dipeso di me saremmo partite immediatamente, ma tra Linsdey che doveva finire gli esami all'Accademia, Sophia che aveva delle gare e lo stage di fotografia di Emily, il viaggio era stato slittato alla fine dell'estate,qualche settimana prima dell'inizio della scuola. Secondo Caroline avrei dovuto usare quel tempo per rimettermi in forma prima di partire. Cercai di protestare , ma quando Caroline si ci mette irremovibile. Così mi iscrisse in palestra e mi fece fare da un costosissimo dietologo una dieta da seguire rigorosamente. A pensarci bene dopo che Dylan era partito avevo preso più di 3kg quindi avrebbe potuto farmi bene. Purtroppo però dovetti rinunciare alla palestra per via del lavoro, non avendo ferie concordai con il proprietario che l'unico modo che avevo per andare in vacanza era quello di fare doppi turni per recuperare le ore perse, quindi non avevo proprio tempo per correre su tapis-roulant mentre uno tutto muscoli mi gridava di correre più veloce. 
Inutile dire che le settimane che precedettero la partenza furono un continuo tour de force. Ogni sera tornavo stravolta da lavoro e,per via della dieta imposta da Caroline, ad aspettarmi c'era solo dell'insalata scondita e minuscola fetta di pane integrale. E la cosa più degradante era che non riuscivo a dimagrire anzi, ingrassavo, dopo tre settimane mandai a quel paese la dieta e iniziai a mangiare come al solito eliminando le schifezze. Qualche volta.
Non dissi subito a Jenna della partenza , anche perché non avrebbe avuto molta voce in capitolo. Mi limitai semplicemente a informarla qualche giorno prima della partenza , o meglio, mi aveva vista fare le valigie e a quel punto glielo avevo detto. "Portami della vodka, a Los Angeles è ottima." Aveva detto ed io l'avevo presa come una sorta di benedizione.
I giorni passavano imperterriti e stranamente ogni giorno sentivo di stare sempre meglio.La settimana prima della partenza fu il periodo più bello di tutta l'estate, forse finalmente sentivo di essermi ripresa, riuscivo ad uscire di casa senza vomitare ogni volta che vedevo una coppia e non piangevo da quasi un mese. Tutto si era rimesso al suo posto. Secondo le mie amiche era perché il tempo mi aveva aiutato a dimenticarlo. Ma ovviamente era tutto il contrario. Se l'avessi dimenticato allora perché solo il pensiero di rivederlo mi faceva girare la testa? Non era stata la sua assenza,era stata l'idea di rivederlo a ridarmi la vita. Lui e solo lui riusciva a farmi stare bene , anche solo il pensiero della sua presenza riusciva a mandarmi in orbita. Ed era qualcosa che non credevo si potesse mai provare per qualcuno. Qualcosa che mi mandava nella confusione più totale.Non avevo idea di cosa avrei fatto quando lo avrei rivisto, avrei dovuto urlare? Arrabbiarmi? Abbracciarlo? Baciarlo? Ma a chi importava, l'importante era lui, rivedere quegli occhi marroni e ogni minuto,ogni ora,ogni secondo che passavano ero sempre più vicina al momento in cui mi avrebbe guardata. E questo era ciò che importava



La sveglia suonò in perfetto orario ma fu del tutto inutile. Erano ore che giravo nervosamente per la camera mangiandomi le unghie fini a consumarle. Il giorno della partenza era arrivato ed io non riuscivo a non saltare dalla gioia.
Il volo era alle 12:30 quindi ci saremmo incontrati a casa di Caroline alle 11:00 e poi saremmo andate in aeroporto tutte insieme con la sua macchina.Uscii di casa alle 10:00 così da poter passare a prendere Sophia, Emily, Tessa e Georgie senza fare tardi, mi aspettava un lungo giro della città ma non mi interessava , ero così allegra che neanche una catastrofe mi avrebbe rovinato l'umore. Prima tappa: casa di Sophia.
Lei era davanti casa con una piccola valigia in mano insieme alla madre.
<< Stai attenta Sophia, chiamami appena arrivi e tutte le sere prima di andare a dormire capito?>>
<< Si, mamma>>
La mamma di Sophia non era una donna che ero mai riuscita a conoscere per bene ma,a detta di Sophia, era molto apprensiva e severa.
<< Buongiorno Ella>>
<< Buongiorno signora Fang>>
Sophia salì in macchina e insieme salutammo la madre con un cenno della mano mentre io cercavo di fare manovra.
Accesi la radio ad alto volume e per mia fortuna alla radio ci fu Girls Talk Boys, senza nemmeno pensarci io e Sophia iniziammo a cantare a squarciagola fino a casa di Tessa.
<< Buongiorno splendore >>
Tessa era visibilmente assonnata, aveva i capelli all'aria e delle grandi occhiaie. Sicuramente non aveva dormito molto.
<< Non rompere, odio alzarmi presto>>
<< Sono le 10:15>>
<< Beh per me è presto >>
Io e Sophia iniziammo a ridere e a mettere la musica della radio alta per darle fastidio. Far impazzire Tessa era un'attività fantastica.
Dopo una quindicina di minuti arrivammo a casa di Georgie. Georgie era sempre stata puntuale e precisa con gli appuntamenti, quindi non ci stupimmo quando salì in macchina attiva e pimpante.
<< Buongiorno ragazze >>
<< Buongiorno>>
<< Tessa stai bene?>>
Tessa non rispose si limitò a fare un verso e a guardare Georgia di traverso. Ci mettemmo tutte a ridere.
<< Ella ti vedo di ottimo umore >>
Mi limitai a sorridere e Sophia mi fece un'occhiata complice.
<< Chissà perché>> disse.
Arrivati a casa di Emily vedemmo che stava parlando con Percy, non volevamo interrompere quindi parcheggiammo in silenzio e ci godemmo la scena.
<< Mi mancherai un botto >>
<< Tu di più >>
<< No tu di più >>
Era talmente sdolcinati che mi venne di nuovo la nausea. Si amavano ed erano stupendi ma a volte era così sdolcinati da far venire il diabete. Aspettammo ancora dieci minuti e quei due non avevano ancora smesso di dirsi quanto si amavano e quanto si sarebbero mancati.
Giuro che se si lasciano smetto di credere nell'amore.
<< Percy tranquillo>> urlò Tessa dall'auto     << te la riportiamo sana e salva>>
Iniziammo tutte a ridere e finalmente Emily salì in macchina e Percy tornò a casa sua.
<< Bene prossima destinazione: casa di Caroline>>
<< Aspetta>> urlò Georgie << Linsdey? La sua macchina si è rotta>>
<< Tranquilla>> risposi << è rimasta a dormire da Caroline>>
<< Ah okay >>
Controllato che tutto fosse in ordine feci gas per casa di Caroline,per colpa di Emily e Percy eravamo 10 minuti in ritardo ma non faceva niente, niente mi avrebbe rovinato la giornata,non avremmo di certo perso l'aereo per un saluto.
Ma forse per questo si.
Arrivate in centro città rimanemmo imbottigliate nel traffico.
<< Perfetto >> si lamentò Georgie << ci vorrà almeno una buona mezz'ora per arrivare da Caroline, potremmo perdere l'aereo >>
Cosa?
Non volevo nemmeno pensare a questa eventualità, dovevo risolvere il problema. Decisi di chiamare Caroline per dirle che ci saremmo incontrate direttamente in aeroporto.
E questo era risolto.
Dopo 10 minuti in fila finalmente riuscimmo ad arrivare abbastanza vicino al semaforo da poter passare tranquillamente al verde.
<< Ehi Ella>> disse Emily picchiettando sul finestrino << guarda chi c'è>>
Mi girai e alla mia destra vidi le persone che meno avrei voluto incontrare in questa bellissima giornata. Andie e Lena.
<< Oh porca puttana no>>
Tutti ma non loro ti prego. Cercammo di non farci notare ma per sbaglio feci suonare il clacson attirando la loro attenzione
<< Oh Lena guarda chi c'è >>
<< Ciao Andie, ciao Lena>> le salutai giusto per educazione sperando che mi avrebbero lasciato in pace ma non fu così.
<< Le sfigatelle vanno in vacanza>>
<< Si Lena, e voi?>> non c'era bisogno di vederla per capire che Tessa era sul punto di mandarle a quel paese ma le feci capire che erano un problema mio.
<< Noi andiamo a Dallas , Andie ha casa lì >> lo dissero come un vanto , come se Dallas fosse Parigi o Firenze.
<< Noi andiamo a Los Angeles >>
Andie e Lena ci guardarono stupite e leggermente invidiose ed io gli lanciai un sorrisetto compiaciuto.
Finalmente il semaforo divenne verde ma non potevo andarmene senza vantarmi di un'ultima cosa.
<< Andie>> le dissi prima di partire << ti saluta Dylan>>

TELL ME WILL BE FOREVER||STYDIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora