CAPITOLO 35

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Vi è mai capitato di sentirvi come se qualcuno fosse venuto e senza dirvi niente vi avesse strappato la cosa che amate di più al mondo?
Ecco è così che io mi sentii quel giorno.

<<Mi dispiace Ella>> mi disse Lindsey prendendomi per mano.
Non le risposi,non riuscivo a spiccicare la men che minima parola. Dentro di me un fiume di emozioni stava prendendo il sopravvento, così tante che alla fine all'esterno ero impassibile.

<<Quando Dylan lo saprà...>>iniziò lei
<<No, Dylan non lo saprà mai>>
<< Ma Ella...>>
<< Ho detto di no!>>

Che senso avrebbe avuto dargli una tale sofferenza per qualcosa che oramai non c'era più?
Già, qualcosa che non c'era più.
Anzi, qualcuno che non c'era più.

Non ce la facevo più a stare lì, non ce la facevo a essere osservata con quegli sguardi pieni di pietà, mi facevano sentire patetica.
Come sempre ovviamente.
La piccola patetica Ella che ha perso il padre, la piccola patetica Ella con la mamma alcolizzata, la piccola patetica Ella con problemi alimentari, la piccola patetica Ella che viene abbondanata.
Sempre piccola e patetica.

<<Ho bisogno di fare una telefonata>> esordì io. Rimasero tutti interdetti alla mia richiesta e ci volle un po' per convincerli ma alla fine Caroline mi prestò il telefono.

<< Pronto Caroline?>> disse la sua voce e fu come se mi sentissi un po' meglio nel sentirla.
<< Ciao Sophia>>
Ci fu un minuto di pausa e poi mi rispose.
<<Ella? Ciao>>
<< Ciao>>
<< Perché mi hai chiamato?>> mi chiese lei un po' stranita. 

In realtà non lo sapevo il perché, solo che quando ho visto il suo nome in rubrica mi è venuto d'istinto chiamarla.

<< Perché ho bisogno di te>>
Sentii le lacrime farsi strada verso i miei occhi e stavolta non le fermai,ero stanca di trattenere le mie emozioni, ero stanca di mostrarmi forte quando in realtà non lo ero.

<< Che è successo?>>
<< Il bambino, il mio bambino è>> cercai in ogni modo di finire le frasi ma i singhiozzi non me lo permisero, o almeno così cercai di convincermi.
<< Ella è tutto okay?>>
<< No, non lo è. L'ho perso, ho perso il mio bambino, l'ho perso per sempre>>

E in quel momento crollai.
Nell'istante in cui ammisi la verità a me stessa fu come se tutto mi fosse piombato addosso in un secondo. Tutto il dolore e la frustrazione per ciò che mi era successo arrivarono solo nel momento in cui mi resi conto di quanto la vita fosse stata crudele con me.

<< Ella dimmi dove sei, ti prego.>> Rispose lei in piena agitazione << posso chiamare Dylan e arrivare lì in pochissimo tempo, devi solo dirmi dove>>
<<No Dylan no. Vieni sola>>
<< Perché? Avete litigato o cose del genere? >>
<< No, è che  voglio risparmiargli un martirio inutile>>
<< Ella se lo scopre si incazzerà da morire>>
<< Lo so>> sibilai <<ora ti prego vieni qui. Sola>>
<< Okay >>

Sapevo di sbagliare a nascondere la verità a Dylan, meritava di sapere cosa fosse successo a suo figlio, ma non ero pronta ad affrontarlo, probabilmente non lo sarei stata mai.


Sofia arrivò in un baleno, cosa assai strana perché di solito era difficile che arrivasse in orario o che arrivasse in fretta, era sempre stata una di quelle tipe che se la prende con calma nelle sue cose,cosa che io condividevo in pieno. Eppure quel giorno fui felice che non avesse fatto soste o cose del genere,avevo bisogno di lei, davvero tanto.
<<Stai bene ?>> mi chiese lei venendomi incontro. Mi abbracciò e iniziò a darmi delle leggere pacche come a rassicurarmi,ma niente mi avrebbe fatto riprendere da quello shock.

TELL ME WILL BE FOREVER||STYDIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora