CAPITOLO 38

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Se c'è un oggetto che ho sempre odiato è lo specchio. Credo che sia la cosa che rappresenti di più le insicurezze delle persone,riesce a renderci evidente tutto ciò che cerchiamo di nascondere, magari delle cosce non magre,una pancia non piatta,un viso non perfetto. Ecco nel mio caso quella mattina lo specchio metteva in mostra tutte queste cose insieme, ricordandomi che avevo bisogno di una bella ripulita.

Le settimane erano passate molto lentamente da quel giorno a scuola,il giorno in cui avevo scoperto tutta la verità su un ragazzo che avrei dovuto solo dimenticare. Vorrei poter dire che questo periodo sia stato semplice e senza intoppi ma ovviamente non è stato così, anzi, credo di essere mai stata più incasinata di così.

Il mio riflesso ne era la prova.

Gli occhi erano circondati da delle orribili occhiaie ed erano fortemente arrossati.

I capelli non si potevano più definire tali, erano diventati un ammasso di fili rossi tutti disordinati dato che non li scioglievo mai.

E poi c'era la pancia. Era la parte peggiore di tutto l'insieme. Oramai era diventata davvero troppo visibile, avevo provato a coprirla indossano cose molto larghe e pantaloni premaman ma non era servito a molto, a scuola girava già la voce che fossi ingrassata perché io e Dylan ci eravamo mollati.

Meglio che pensino questo che la verità.

Avrei fatto di tutto per non dover più andare a scuola fino alla fine della gravidanza,ma non potevo permettermi 3 mesi di assenze perché ero incinta. Quale college avrebbe concesso una borsa di studio ad una ragazza che rimane incinta e oltretutto non si presenta a scuola?Quest'anno dovevo andare bene e dovevo cercare di alzare la mia media se volevo andarmene di qui e fidatevi lo volevo parecchio. Alcune volte invidiavo Jamie proprio per questo, era riuscito ad andarsene da un posto così noioso e inutile e si era trasferito in una città enorme piena di possibilità. Io volevo fare la stessa cosa, bambino o meno me ne sarei andata da questo paesino del cazzo.

Guardai un'ultima volta il mio riflesso e decisi che era inutile fare troppe strategie, ero irrecuperabile. Così mi feci una bella treccia, infilai i pantaloni della tuta e una bellissima felpa che avevo trovato nell'armadio. Ma non appena la indossai notai che era davvero enorme,perché avevo comprato una felpa così enorme? Adoravo le cose larghe ma questa era davvero esagerata.

Ah fanculo!

Allacciai le mie adorate converse devastate e presi lo zaino.
Tanto la giornata avrebbe fatto schifo lo stesso come ogni giorno in cui lui era presente a scuola.

Ella niente Dylan okay?

Quella mattina Jenna non era paraggi, probabilmente era rimasta a casa di qualche sconosciuto o in qualche locale ancora ubriaca, sentii una piccola morsa stringermi lo stomaco, fu solo per un leggero secondo poi mi ricordai chi era il soggetto della mia ansia e tornò tutto normale.
Bevvi un po' di latte giusto per farmi la bocca e subito dopo scrissi a Emily e Tessa. Entrambe abitavano non molto lontano da qui e un passaggio mi avrebbe fatto davvero comodo,non avevo abbastanza monete per il biglietto dell'autobus e non mi andava di sentire le lamentele di quegli autisti su quanto noi giovani siamo menefreghisti e cose così.

Io: Puoi darmi un passaggio? Non voglio prendere l'autobus

La prima risposta arrivò da Emily, ovviamente.

Emily: Io e gli altri siamo già fuori casa tua. Sciocchina.

Che cavolo ci facevano tutti i miei amici fuori da casa mia a questa ora?

Uscii di casa ed Emily aveva ragione. Erano tutti fuori casa mia, ammassate nella macchina di Percy e intente a farmi posto dentro quel vecchio rottame. Non riuscii a trattenermi dal ridere.

TELL ME WILL BE FOREVER||STYDIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora