-Buongiorno- mi dice, con voce impastata.

Allungo una mano a scompigliare la sua zazzera rossa:

-Buongiorno a te- rispondo sorridendo e mi avvicino dandogli un bacio.

Ron.

Il mio Ron finalmente.

Ne abbiamo passate tante, ma adesso siamo qui, insieme.

Tutto è iniziato ufficialmente con quel bacio nella Camera dei Segreti, ma entrambi sappiamo bene che il sentimento tra noi è nato molto prima e che, paradossalmente, ci ha tenuti lontani. Tenevamo l'uno all'altra, ma purtroppo l'orgoglio ha sempre prevalso, acuendo la gelosia e i litigi, che, soprattutto al quarto e sesto anno di scuola, sono stati numerosi.

Dopo la fine della guerra non ci siamo più separati, anche se la nostra storia è andata avanti con molta calma. Io ho completato i miei studi, mentre lui, purtroppo, ha attraversato un periodo molto buio, dato dalla perdita di Fred.

Da quando suo fratello è scomparso, Ron, la sua famiglia e soprattutto George, non sono più gli stessi. Il sorriso è scomparso dai loro volti e anche se adesso è passato un po' di tempo, che ha aiutato a lenire leggermente il dolore, la sua assenza si fa ancora, prepotentemente, sentire.

Lui è maturato tanto. Non che prima non lo fosse, ma quando gli Weasley sono sprofondati nel baratro della sofferenza, ha cercato di reagire, prendendo la situazione in mano e facendosi carico di tutta la tristezza che regnava all'interno della Tana.

Ha aiutato tutti ad uscirne e io gli sono stata vicina quanto più possibile. Ogni essere umano che è costretto ad assorbire il dolore che lo circonda, ha bisogno di qualcun altro accanto che possa aiutarlo a disfarsene, altrimenti è destinato a perdersi.

Io l'ho aiutato a disfarsene. Il dolore ci ha uniti ancora di più e le morti cui abbiamo assistito, ci hanno portato a capire che, ogni minuto che viviamo, è prezioso per essere sprecato lontani dalla persona che si ama.

Mi emoziono, ripensando a quel periodo e di slancio lo abbraccio.

-Oh oh... Come siamo dolci questa mattina- mi dice, stringendomi a sé.

Io non rispondo, ma alle sue parole, torna a farsi sentire quella strana sensazione allo stomaco.

Ho l'impressione che succederà qualcosa a breve. Lo stringo di più.

-Sarà il caso di alzarsi, altrimenti potrei farti fare tardi- mi guarda, leggermente malizioso e io scoppio a ridere. Lo bacio un'ultima volta e scendiamo di sotto per fare colazione.

Viviamo insieme da circa un anno, alla periferia di Londra. Un posto tranquillo, in mezzo al verde. Il nostro è un quartiere magico naturalmente: i nostri vicini sono famiglie con bambini piccoli. Conosciamo tutti e mi è capitato più di una volta di accudire i loro figli. Sono dei bambini splendidi, nonostante a volte combinino disastri, a causa della loro incapacità nel controllare la magia.

La nostra casa è disposta su due piani: la camera da letto è ampia, con un letto matrimoniale a baldacchino di fronte la porta, drappeggiato di rosso scuro e oro, i colori di Grifondoro da cui non riusciamo proprio a separarci. Ai lati del letto, due comodini e, sul muro, due finestre che danno sul portico e sulla strada. A sinistra c'è una cabina armadio, mentre a destra un bagno.

Al piano inferiore la scala si conclude proprio di fronte all'ingresso e a destra vi è un arco che conduce nel salotto e nella cucina a giorno.

"Somiglia vagamente a Privet Drive" mi disse Harry la prima volta che la vide e da quel momento non potei fare a meno di notarlo anch'io. A differenza di quel posto però, la nostra dimora è molto più accogliente e, per fortuna, il mio migliore amico si sente a suo agio ogni volta che ci viene a trovare.

Lumos - Nihil est ut videtur | Dramione (COMPLETATA) #Wattys2018Where stories live. Discover now