C'era ancora un'ultima cosa che dovevo fare prima della missione. Una cosa che dovevo fare per capire ed aver in pugno una volta per tutte Calvin.

***
"Vai al mio appartamento.
Nella valigetta troverai delle informazioni che non sono riuscita a dirti prima di tutto questo. Mio padre sapeva già che sarebbe successo tutto questo, solo che ora la fine di tutto questo inferno dipende da te, non più da me o noi.. sei l'unico che può cambiare questa situazione, l'unico che può salvarci ad uscire da qui e avere in pugno Calvin e loro."

Pensai alle parole di Sam durante la chiamata telefonica, e mentre camminavo nel suo appartamento tutto messo a soqquadro cercavo quella maledetta valigetta.

Gli scagnozzi di Calvin dovevano essere già stati qui.. con preoccupazione e rabbia temevo che la valigetta fosse già nelle mani di quel bastardo..

Diedi scoraggiato, un calcio forte alla sedia di legno che si capovolse e cadde a terra.

Non so come ma l'occhio mi cadde sul tappeto aggrovigliato a causa della sedia.
Sotto a esso vi erano delle mattonelle che sembravano spostate e non attaccate come il resto del pavimento.

Mi inginocchiai e spostai alcune di quelle mattonelle.

Vi trovai la valigetta a cui forse intendeva Sam..

La presi e vi era un'apertura automatica con codice di sicurezza..

Cazzo.
Pensai a qualunque cosa ma ogni volta che provavo a digitare risultava sempre sbagliata..

Scossi la testa e quando pensai a quale forse potesse essere la parola giusta sorrisi e dissi "che coglione che sono.."

Digitai "family " e dopo qualche secondo di attesa di confermazione, la valigetta si sbloccò.

Sorrisi e scossi ancora una volta il capo.
Aveva messo la stessa parola che si era tatuata nel braccio..

Aprì la valigetta e presi tra le mani uno dei tre fascicoli che vi erano dentro.

Lo aprì e quando lessi e capì che identità fosse quella scritta e analizzata da Sam su quei fogli, ne rimasi incredulo.

Quando ebbi finito analizzai gli altri e capendo cosa volesse e intendesse che  facessi..

****
Pov's Sam
Aprì gli occhi e cercando di deglutire la saliva che neanche avevo a causa della bocca secca che mi ritrovavo, mi guardai attorno.

Cercai di muovere le mani o i piedi ma ero ancora ammanettata al letto.

Ero sempre in quella stanza ma mi sentivo diversa.. mi guardai meglio e avevo vestiti diversi da quelli che indossavo prima essere portata in questa stanza.. erano bianchi e della misura giusta al mio fisico.

Cercai di parlare ma da essa non uscì neanche una sillaba o una vocale..

Mi schiarì la voce e dopo qualche secondo entrarono sempre gli stessi tizi con i camici di prima..
Dopo che loro si disposero in fila, in mezzo a loro comparve Calvin che mi guardava con aria soddisfatta e fiera.

"Bene, signorina collins. È stata curata da ogni ferita o livido potesse avere, ovviamente per fare ciò abbiamo dovuto iniettarle del buon tranquillante, sempre se si possa chiamare così.." asserì alzando compostamente le spalle.

"Comunque sia, dovremo tenerla qua per studiare bene il suo cervello.. mentre ovviamente, io mi occupo di ritrovare per il suo bene e il mio, il suo vero padre. Lo scienziato." Spiegò tranquillamente sorridendomi.

Strinsi i i denti e affondai le unghie nei miei palmi con rabbia e molto furente.

"Ah non si preoccupi.. siamo già a buon punto con le ricerche e comunque sia se lo volevo far sapere, che Christopher prima che me ne occupassi ovviamente..  mi ha chiesto di dirle che le voleva bene e altre cose che non ricordo quasi più. Può stare tranquilla ora e concentrarsi a far un buon o un forse non riposo.." continuò determinato.

Lacrime calde rigarono il mio viso.. non potevo crederci.. Christopher era morto.

Quel bastardo l'aveva ucciso.
Cercai di ricacciare le altre lacrime e guardai con sguardo freddo e vuoto le coperte bianche infondo al letto..

"Vede è questo lo sguardo che ho sempre voluto vederle sul viso.. vuoto e incurante di tutto. Sono sicuro che lei non mi deluderà.
Sarà perfetta e unica per il progetto che ho in mente per lei. Vedrà che lei mi ringrazierà." Parlò lui sicuro avvicinandosi vicino al mio letto.

Voltai il viso verso di lui e lo guardai negli occhi con lo stesso sguardo di prima.

" grazie. " dissi fissandolo negli occhi.

Lui rise e corrugò la fronte.. " come ha detto?" Domando incredulo.

" le ho detto grazie." Risposi sicura e senza vacillare con l'espressione che avevo.

"E per cosa devo i suoi ringraziamenti ora?" Chiese continuando a non capire, ma continuando a guardarmi divertito.

"Grazie..  si prepari già da subito perché non vedrà l'ora di morire, mi supplicherà di ucciderla dopo tutte le cose disumane ed immaginabile che le farò una volta libera da qui. E si ricordi. Nessuno e dico nessuno potrà aiutarla. Grazie perché non vedo l'ora prosciugarla da ogni speranza e tutto quello che ha, dal dolore che lei stesso soffrirà.  Dissi sorridendo e guardandolo freddamente negli occhi.

Lui mi guardò serio ed imperscrutabile. Facendo un cenno a uno di quei tizi.

Io sorrisi e non mi importava se mi stavano iniettando chissà cos'altro liquido, ormai era tardi e io avrei lottato come non mai per farcela e fargliela pagare.

Closer to the love (sequel closer to me) Where stories live. Discover now