Capitolo 16

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Dopo che l'incontro in sala riunioni fu terminato, uscì seccata e sbuffando.

Me ne andai spedita verso il mio alloggio seguita da un aiden confuso.

Avevo lasciato mio zio e mio padre a discutere sulle solite cose.. non potevo crederci che quei palloni gonfiati avessero comunque deciso di lasciarmi mio padre come supervisore.

Nonostante ciò, durante la riunione si è parlato dell'ultimo avvicinamento avvenuto dalla convenzione a New York al mini market, il nervoso e quell'irritante pensiero che avessi ancora quella spina al fianco di mio padre, mi tormentava.

"Cazzo Sam che succede?" Mi chiese stanco aiden, appena entrammo nel mio alloggio.
Mi aveva tempestato di domande e ancora non gli avevo dato risposta.

"Ce che mio padre rimane il mio supervisore anche se però c'è anche Ryan.. " dissi afflitta, mentre cercavo il suo conforto e avvicinandomi a lui.

Lui mi strinse a se e quello che rispose, non mi fece affatto calmare..

"Poteva andare peggio.. l'importante è che hai anche tuo zio ad istruirti." Rispose semplicemente con tranquillità.

Io mi scostai da lui e lo guardai incerta "come scusa? Cosa non capisci del fatto che ho ancora mio padre tra i piedi?" Gli domandai sicura.

Lui mi guardò attentamente e azzardando un sorriso, mi afferrò per i fianchi per avvicinarmi di più a se.

"Quello che voglio dire è che te ne devi fregare.. seguirai i suoi consigli, e quando ti scoccerai farai l'indifferente... vedrai che la smetterà di assillarti con le solite menate. Piuttosto, cerca di concentrarti e pensare attentamente alla missione che ti ha affibbiato la convenzione.. sarà abbastanza tosto come incarico e già che ci sono.. volevo dirti che domani mattina inizieremo gli allenamenti. Più tardi tuo zio ti informerà,  e subito dopo vedrai anche tuo padre. " spiegò pensieroso mentre mi accarezzava la schiena.

Alzai la testa dalla sua spalla e gli confessai "sai, ritornare qua insieme a te, è stata la cosa migliore che potessi fare."

****
Pov's aiden
Dopo svariato tempo senza di lei e senza poter chiarire tutta questa situazione, finalmente sono riuscito a riappacificarmi con lei.

Tutta questa situazione era abbastanza strana per me.. la divisione era stata affidata a Tod e Micheal per ora, e avevano il compito di occuparsene e assumere nuovi agenti da far entrare nella squadra. Io invece avevo seguito Sam qui al Langley, insieme a suo zio Ryan.

Io e lui conviviamo insieme in una villetta vicino alla agenzia e invece Sam ha preferito restare agli alloggi.
Non capivo ancora il perché di quella scelta, la amo come non mai quella ragazza e farei di tutto per lei, ma sono consapevole che da quando siamo ritornati insieme, lei non è più la Sam che ho conosciuto.

È sempre la solita Sam si, a parte la forza e la nuova conoscenza in questo ambiente lavorativo. Ma c'è qualcosa in lei di diverso..

È così determinata a risolvere questa missione che la riguarda solo in parte.

Perché è così ostinata con la convenzione e sopratutto perché è così incazzata con suo padre? Sento che c'è qualcosa che non mi dice e so che se anche glielo chiederò, non otterrò nessuna delle risposte che voglio..

Estrassi le chiavi della macchina dalla tasca, mentre camminavo nel parcheggio davanti all'edificio degli alloggi CIA.

Era ormai sera tarda e Sam voleva riposarsi e studiare qualche fascicolo sulla convenzione.
Quando si metteva in testa una cosa, non potevi dissuaderla era sicuro..

Sospirai e aprì la portiera della macchina, salì dentro l'abitacolo freddo e mentre accendevo il riscaldamento, appoggiai la testa sul seggiolino, pensando..

Ultimamente avevo la testa sommersa di pensieri.. tra le dichiarazioni e i vecchi rapporti che scrisse mio padre ad ogni missione ero riuscito a capire e inquadrare un po' la persona che fosse.

Avevo parlato a Sam di lui, prima di tutto questo, e prima che se ne andasse da New York...

Forse l'unica persona con cui avrei dovuto parlarne era il padre di Sam.

Nei fascicoli di mio padre c'era un nome di una sua risorsa, che veniva citato varie volte, Josh Walker.. nei database della CIA non vi era nessuno che si chiamasse con quel nome e non sapevo collegarlo da nessuna parte. Fatto sta che questa risorsa doveva essere di vitale importanza per mio padre, per proteggerla e riceverne molte informazioni..

Sam era all'oscuro della mia piccola indagine privata che facevo su mio padre. Non volevo metterle altre preoccupazioni o pensieri in testa..

Decisi di andare a fare una visita a Christopher già che c'ero. Nonostante lo reputassi una testa di cazzo, lui forse aveva le risposte che volevo.

Guidai e dopo qualche minuto arrivai nel quartiere dove abitava il padre di Sam.
Fortunatamente la sua casa sicura, era vicino all'agenzia..

Arrivato lì, prima che potessi scendere dalla macchina che avevo accostato in strada, la porta della sua casa si spalancò.

Christopher uscì di casa con un borsone nero, mise il borsone in macchina e vi salì.

Misi in moto nuovamente la macchina e decisi di seguirlo. Chissà dove stava andando..
Non so il perché ma il dubbio e la mia poca fiducia nei suoi confronti, mi dicevano di seguirlo e vedere dove andava.

***
Erano passati ormai trenta minuti e ancora non capivo dove cazzo stava andando, quando svoltò a destra appena fuori dal centro, capì che stava andando ad un deposito.

Dopo aver mantenuto le distanze ed essere stato attento a non farmi beccare che lo seguivo, la sua BMW si fermò.

Dopo pochi istanti lui scese dalla macchina e prendendo la macchina si guardò attentamente intorno.

Senza dare nell'occhio parcheggiai a quasi 100 metri di distanza e scesi dalla macchina per seguirlo.

Sistemi la pistola dentro la giacca in pelle e camminando velocemente per non perderlo di vista, lo seguì.

Mi nascosi dietro ad un muretto, quando mi accorsi che non era più solo.

Era circondato da uomini armati con cui parlava.

Sta a vedere che forse sono stato così coglione da non capire che era una missione?
Pensai quando vidi che gli uomini avevano lo stesso abbigliamento degli nostri uomini della squadra da assalto..

Il mio stupido pensiero fu scacciato via quando un furgone blindato, si fermò davanti a loro.

Da esso uscirono altri uomini vestiti della stessa attrezzatura, tenendo per le braccia un'uomo incappucciato e ammanettato.

Ma che cazzo stava facendo Christopher?

Quando Christopher lanciò ad uno di loro il borsone, l'uomo incappucciato fu spinto verso Christopher.

Quando quella specie di squadra d'assalto se ne andò via, Christopher tirò via il cappuccio nero che copriva la testa di quell'uomo.

Per poco non mi uscirono gli occhi dalle orbite..

Quello era.. "papà" sussurrai stupito.

Closer to the love (sequel closer to me) Where stories live. Discover now