Capitolo 2

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Pov's Aiden
Era passato ormai un mese.
Un mese che non avevo più novità su Sam, non sapevo ancora dove fosse e se stesse bene.

Continuavo a lavorare, ma non riuscivo più a vivere come prima.
Mi sentivo così pieno di rabbia e preoccupazione.. Avevo scomodato e messo a soqquadro vari uffici della CIA per sapere dove lei fosse, ma niente nessuno sapeva dove era o chi fosse.

Ryan mi aveva spiegato che sapeva quanto me.
Cercavamo il padre di Sam ma nulla, anche lui sembrava scomparso, Miranda la madre di Sam era in missione sotto copertura nel Quebec, lei non sapeva nulla su Sam.

Sembrava così strano che sua madre non sapesse nulla della vita di sua figlia e che non se ne preoccupasse..

Scacciai via per l'ennesima volta il pensiero di Sam.
Tormentava le mie giornate, anche se ora riuscivo a stare quasi dieci minuti senza pensare a lei.

Mi trovavo in una missione e mentre mi distraevo, mi dimenticai dell'uomo con cui stavo combattendo, ero talmente preso dal mio pensare che neanche mi ero accorto che l'uomo che stavo picchiando era privo di sensi..

"Aiden, smettila è andato, proseguì con la missione.." Mi riprese micheal frustrato.

Annuì deciso e proseguì attentamente facendo strada.

Entrammo nella stanza e davanti a noi, trovammo l'arma chimica, rubata da un famoso gruppo terroristico.

Grazie all'aiuto di micheal riuscì a disabilitare la bomba che vi era stata innescata.
Prelevammo l'arma chimica e la consegnammo alla squadra, per portarla in agenzia e al sicuro.

Uscimmo dall'edificio e mentre mi tolsi il giubbotto antiproiettile, afferrai il telefono sperando di trovare qualche messaggio da Sam.
Ormai era così, più o meno ogni giorno.

Mi afferravo ad ogni briciolo di speranza, pur di poterla rivedere o riprendermela per scappare via.
***
Pov's Sam
Ero appena entrata nel mio specie di alloggio, e camminando stanca e dolorante, trascinai per terra i sacchi pieni di ghiaccio.

Li rovesciai nella vasca da bagno e poi mi ci sommersi, sperando che tutto il dolore fisico se ne andasse via. Sussultai quando il freddo del ghiaccio, venne a contatto con la mia pelle sudata e accaldata.

Era passato solamente un mese.
Un mese da quando mi ero risvegliata da quel dannato intervento.

Ogni giorno era sempre più difficile, sia mentalmente che fisicamente.

Mi mancavano mio zio ed Aiden.

Non potevo avere contatti con loro, non potevo fare nulla se non svegliarmi ogni mattino e allenarmi e sostenere test su test.

Come diceva mio padre, ero l'arma per distruggere la Convenzione..

Ogni giorno sembrava sempre più difficile sostenere tutto questo.

Un motivo c'era, se non volevo far parte di questo mondo ma allo stesso tempo dovevo, perché sapevo che era quello il destino scelto per me.

Non potevo rinnegare quello che ero, e potevo essere e se avevo la possibilità di fermare questa convenzione, finire le vittime e salvare tutti, l'avrei fatto.

Guardai il mio corpo che veniva ricoperto di cubetti di ghiaccio.
In alcuni punti la mia pelle era chiazzata da lividi o qualche taglio superficiale..

Gli allenamenti con gli agenti più forti della CIA, mi estenuava..

Ogni giorno imparavo sempre di più, a prendere il controllo del mio corpo e di ogni mio gesto nella lotta o nel combattimento.

Closer to the love (sequel closer to me) Where stories live. Discover now