49) Circle Of Fear

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L'angelo era ansioso, non era abituato a rilassarsi. Stranamente la quiete gli mandava il cuore in aritmia. Era più a suo agio nell'azione, ad essere impegnato... O semplicemente incasinato. La calma lo mandava in allarme come se fosse il preludio di qualcosa di grave che l'avrebbe coinvolto e che non era sicuro affatto di poter gestire. Fece ciò che era abituato a fare per controllarsi: scese in strada per correre un po'... Stavolta non come al solito per non pensare, ma proprio per riorganizzare i pensieri. Cercava di concentrarsi solo sul respiro e le distanze che prendeva come punti di riferimento. Per il resto la nebbia che aveva in testa si sarebbe diradata. Quasi neppure si accorse che dalla direzione opposta stava arrivando DANGER. Quando lei lo salutò cordialmente lui fece un cenno gentile ma distaccato. Come si fa spesso tra sconosciuti quando ci si incontra ad allenarsi di primo mattino. L'orario dei veri sportivi, quelli che non vogliono distrazioni. Le si spense il sorriso. Possibile che non l'avesse riconosciuta? Si fermò e lo guardò per qualche secondo allontanarsi... Poi iniziò a correre nella sua direzione. Gli si affiancò... Lui la guardò un attimo, poi continuò a correre. Accelerarono un po' con inconscia complicità... Lui la guardò ancora, poi la spinse addosso ad una macchina sorridendo... "Bastardo!", disse lei accettando lo scherzo e la sfida! Alla prima curva lo spinse verso un secchio della spazzatura che lui saltò in stile parkour ridendo di gusto: erano di nuovo loro? Come stava realmente? Correndo arrivarono fino alle rovine della scuola. Non c'era nessuno. Chissà... Forse erano in gita... Ormai era così triste quel posto. Si fermarono a fare un po' di ginnastica. Lei chiese: "come stai?". Lui la guardò come se le avesse fatto una domanda ovvia. Poi rispose: "Ho solo bisogno di... Ricaricarmi!". Si avvicinarono a delle impalcature... Le usarono per fare la sbarra e acrobazie varie. Strano come si trovassero affiatati pur non essendosi mai allenati assieme. DANGER voleva testare quanto ricordasse... Così azzardò: "Vieni spesso qui?". Lui disse: "Non di recente... Ma c'è qualcosa in questo posto che mi sveglia... Non saprei dire cosa... Mi attira anche se non c'è nulla di particolare... Ci passo quando sono pensieroso e di solito torna la serenità! È una specie di rifugio solo mio... Se così si può dire...". "Capisco!", disse lei... Nascondendo la delusione dentro di se fingendo un sorriso chiaramente di circostanza. Lui la sorprese con una domanda inaspettata: "Ma noi siamo stati insieme? Scusa la domanda DANGER ma è un periodo di confusione...", era imbarazzato tanto che abbassò la testa dopo averlo detto. Lei lo guardò con la sincera intenzione di rassicurarlo ma non riuscì a trattenersi, scoppiò a ridere. "Noooooo!!! Ahahahah no no! È... Complicato... Ma siamo amici! Ahahah che dici!!!", le rispose in un tono che voleva essere assolutamente scherzoso ma che lo mise ancora più in imbarazzo. Tanto che quasi sembrò rabbuiarsi. Lei lo carezzò con fare sexy per poi scoppiare a ridere ancora... Allora lui sorridendo disse: "Già! Quella carezza era... Strana! Non è... Quel tipo di...", "Da fidanzati?", lo incalzò lei ormai in modalità *mettiamo in imbarazzo l'angelo*, lui la guardò senza capire più se stesse scherzando o meno... Poi candidamente ammise... "Ok mi sto vergognando, scusami per la domanda sciocca". Lei a quel punto divenne seria... "Guarda che scherzavo!", gli disse... Poi continuò... "Sei stato poco bene perché una persona importante ti ha lasciato indietro... Sei solo confuso... E... No!". "No cosa?", chiese lui. "Non dirmi ti voglio bene perché si vede che è uno di quei tuoi momenti!". Lui la guardò con aria innocente. Cazzo! Gli aveva letto nel pensiero. Si schermò dicendo: "Volerti bene io? Ma se neanche ricordo se siamo amici o altro!". Lei lo guardò con occhi languidi... Si avvicinò... Le labbra vicinissime alle sue... Lui sembrava non aspettare altro... Lei si tirò indietro e ridendo disse: "Uhm... Decisamente molto più che bene!". Lui ci rimase malissimo. Lei continuò dicendo: "Al massimo ti posso prendere come schiavo!". Lui la guardò poi rispose: "Vaffanculo DANGER!", ridendo nervosamente. Lei capì che lo stava confondendo. Gli tirò un pugno sul braccio e poi disse: "Torno a casa... Ci vediamo in giro!". Lui alzò un attimo lo sguardo per farle un sorriso, poi si perse di nuovo in chissà quali pensieri. Non le piacque quell'espressione, decise che non voleva lasciarlo solo... Temeva qualche strano flusso di Déjà vu... Non poteva permettere che gli succedesse qualcosa... Così lo prese per un braccio e lo tirò via. "Andiamo... Ancora non sei al 100% non ti lascio qui!", disse... Lui non oppose resistenza. Capì quanto avesse bisogno di lei: anche se era molto confuso riconosceva la sensazione di "protezione e complicità" che li legava. "Non avere paura... Tornerai ok! Una volta fatto questo potrai cercare di combattere di nuovo per tutto ciò che desideri e in cui credi!", gli disse. "Ciò che desidero?" Chiese lui. DANGER si gelò per un secondo. Forse aveva parlato troppo. "Sai cosa desideravo?", chiese lui insistendo. Lei dovette a malincuore mentire: "E chi può sapere cosa passa per la mente di uno stupido Angelo?!?!?". "Già!", disse ancora lui abbassando la testa. DANGER si sentì in colpa. Decisamente il suo modo di scherzare non era l'ideale in questo momento. Anche se l'intenzione era di scuoterlo. Passeggiarono ancora un po' finché le loro strade si divisero. Lui la salutò timidamente come se dopo la chiacchierata avesse ancora meno chiaro il loro livello di confidenza, lei gli tirò uno schiaffo di scherzoso rimprovero dietro la testa e poi gli disse: "Non sparire scemo!". Lui non rispose. Tornando a casa ripensò al modo di scherzare di DANGER... Si tolse subito dalla testa che fosse un modo per mascherare insicurezza o altro... Lei era proprio irresistibilmente "stronza" dentro! E lui apprezzava questo suo lato, anzi... Forse lo invidiava, perché ci voleva un gran coraggio per gettarsi alle spalle qualsiasi casino della vita,  immaginò che lei ne avesse come tutti. Si chiese se esistesse  qualcosa in grado di scomporla anche solo un po'. In quel momento sinceramente la credeva imperturbabile. Ma chissà... Forse nascosta tra i suoi ricordi c'era una riposta. Arrivato alla villa entrò in camera sua buttando i vestiti in terra e si gettò nella doccia. Non si accorse neppure che qualcuno mentre lui si rilassava era entrato in camera. Uscendo dal bagno trovò una lettera scritta a mano sul letto:

"Se vuoi salvarla devi prima salvare te stesso. Se vuoi guarirla dalle ferite non farlo con il tuo dolore. Se vuoi vederla ancora sorridere non farle vedere che hai paura. Perché il vostro cerchio di paura è lo stesso".

Leggere quel biglietto gli fece girare la testa... Aveva già sentito quelle parole... Forse in una vecchia canzone... Parlavano al suo cuore... Dicevano la verità. Non ricordava in quel momento se ci fosse una ragazza speciale... Sapeva di aver perso dei ricordi... Di non stare bene... Forse... Come diceva la canzone... Doveva prima salvare se stesso. Senza paura, poi... Il resto sarebbe venuto da se...

When love and death embrace Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora