46) Endless Dark

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La ragazza Emo si risvegliò in un posto gelido. Una stanza fatta di mattoni umidi come le segrete di un castello antico. Solo che, (a giudicare dalle vertigini che sentiva), era certa di non essere in un sotterraneo. Notò una finestra ma era troppo in alto perchè potesse affacciarsi per vedere dove fosse. Tra le sbarre arrugginite entrava un raggio di luna. Era prigioniera. Le veniva in mente una persona solamente tanto pazza da rapirla, ma in tutta onestà non poteva essere certa che fosse stata lei perché non si ricordava molto dell'aggressione. Ammesso che ce ne fosse stata una! In realtà non sentiva dolori fisici a parte un gran mal di testa e tanta confusione come dopo una notte insonne. Le prese un senso di sconforto. Ancora una volta sarebbe voluta tornare indietro a quando i suoi... erano normali casini adolescenziali. Aveva voglia di piangere ma si sforzò di non farlo. Iniziò a ridere nervosamente pensando a quanto fosse strana ormai la sua vita... Contesa da esseri soprannaturali di tutte le fazioni, più il suo ambiguo... ex amore: il "Potenziale". Quel ragazzo era sempre stato un disastro emotivo... Incline a passioni buone o cattive (in ogni caso intensissime) e ad Impulsi incontrollabili sia verso l'amore che verso il dolore. Il passato lo tormentava e lui non riusciva a trovare mai un minimo di equilibrio emozionale se non con lei. Doveva ammettere che in un certo senso trovava "grande", quel suo essere così "cristallino"... Ricordava quanto tempo lui ci avesse messo prima di concedersi, (ammettendo il suo sentimento), non perché lei non gli piacesse, ma solamente per cercare di  proteggerla da se stesso e dai suoi casini... Poi in una serata particolarmente "speciale" tra loro, lei gli era esplosa dentro... Raggiungendo le sue profondità più nascoste. A quel punto lui si era come sbloccato... Dopo quella notte dolcissima per un po' tutto era stato molto più intenso tra loro... Sia i momenti dolci che le liti. Tra frasi romantiche e feroci incomprensioni iniziarono a consumarsi l'un l'altra. Alla fine lei... Decise di allontanarsi, mentre lui nonostante la difficoltà di quel rapporto così passionale in tutte le sue prospettive sarebbe rimasto in eterno, perché ci credeva fino in fondo. Al rifiuto della ragazza era quasi impazzito: Dichiarazioni amorose (a volte esagerate), Scenate... Pianti disperati... Gesti inaspettati... Gelosia... Ma soprattutto tanto, tanto... ingestibile amore! Perché lui a quel sentimento non era abituato. Ad essere amato per prima cosa... Ma anche ad ammettere di provare qualcosa di così grande da perdere la testa. Aveva bisogno di essere continuamente rassicurato. La paura di essere abbandonato dopo aver finalmente trovato la ragazza dei suoi sogni lo rendeva instabile anche se passionale al massimo. Non era questo forse, quello che aveva cercato in lui fin dall'inizio? Un amore senza compromessi? E allora perché era finita così male? Perché non... Cioè! Alla fine avevano parlato spesso di quello che c'era tra loro chiamandolo scherzosamente "Mad Love", paragonandosi a Joker ed Harley Quinn e al loro amore così pazzo ma al tempo stesso così profondo. Perché quindi tanto desiderio di allontanarlo e tornare alla "normalità" proprio quando finalmente potevano essere pazzamente felici? Perché cercare la felicità... Per poi  assaggiarla solamente... E lasciare che divenisse solo un'emozione fatua senza combattere fino in fondo? Lui ci aveva provato fino alla morte. Letteralmente. Sarebbe stato disposto a qualsiasi cambiamento pur di rimanere nella sua vita... Ma non era bastato. Lei era stata irremovibile. Per quanto lui continuasse ad amarla non c'era stato nulla da fare. Come si dice: l'amore è una cosa a due. Altrimenti... È sofferenza... Cuori infranti... E nel suo caso... Una lenta... lucida...  autodistruzione.

Nel frattempo nella villa, l'angelo se ne stava tranquillo in camera sua come se nulla fosse. Gli scappava un pensiero? Boh! In realtà era "sereno" o comunque non gli veniva in mente nulla che lo rattristasse. D'un tratto gli venne voglia di andare ad allenarsi un po'... Uscì dalla stanza... Ma... Non ricordava dove fosse la palestra... Strano vuoto di memoria... Dopotutto abitava lì da un bel po'... Provò a chiedere ad un tipo nel corridoio... Il tipo si scansò come spaventato... Poi allungò il passo andandosene velocemente. Rimase un po' male. L'avrebbe cercata da solo. Passeggiando un po' per i piani dopo una ventina di minuti alla fine trovò la sala degli allenamenti: era piena di Angeli che si allenavano con armi lucenti e a mani nude. Si mise seduto in disparte. Sentiva il posto un po' estraneo. Guardò gli altri qualche minuto mentre si allenavano. Nessuno si curava di lui. Poi iniziò a scaldare i muscoli... Li sentiva vibrare di un'energia strana... Come se avessero bisogno di azione! Dapprima li accontentò saltando la corda... Ma loro volevano di più... Il cuore batteva forte e gli tremavano le gambe e le braccia... Come quando il corpo si eccita prima di un combattimento. Si avvicinò al sacco... Si mise in guardia. Cercò di rallentare il respiro. Di solito non lo colpiva col massimo della forza ma con velocità danzandoci attorno. Gli piaceva sentirsi leggero piuttosto che immaginarsi come un bulldozer che distruggeva qualsiasi cosa incontrasse. Iniziò a saltellare ritmicamente: Avanti, indietro, diretto, diretto. Si avvicinava... Gancio... Gomitata... Distanza uscita laterale... Calcio circolare... Stava prendendo il tempo che voleva... Senza affannarsi... O almeno era ciò che avrebbe voluto fare ma il corpo gli stava chiedendo di più... Iniziò a colpire più velocemente e più forte... Girando intorno al sacco si rese conto che lo stavano guardando tutti. Non si era accorto che gli altri ragazzi avevano smesso di fare i loro allenamenti e si erano spostati tutti lontani da lui... Lo stavano guardando con sospetto come se fosse un intruso. Complottarono un pochino tra loro poi uno si avvicinò spalleggiato dagli altri... "Devi andartene! Non ti vogliamo in palestra!", gli disse... Lui si girò di spalle e continuò ad allenarsi come se nulla fosse...  L'altro gli poggiò una mano sulla spalla per girarlo... Lui girandosi lo fulminò con lo sguardo... Aveva di nuovo gli occhi viola... L'altro fece un passo indietro e inciampando cadde a terra. Lui lo guardò con odio. Spiegò le ali senza rendersene conto... Era... Sempre lui eppure sembrava così imponente... La rabbia stava montando sempre di più... Qualcuno uscì dalla stanza in tutta fretta. Aveva un'aura nera attorno... Faceva spavento... Stava cercando di respirare piano... Di calmarsi anche se avrebbe preferito sfogarsi uccidendoli tutti... Una voce nella testa gli disse che era meglio andare... O avrebbe fatto una strage... Uscì camminando all'indietro, guardando che nessuno provasse a muoversi. Nessuno osò. Tornò in camera sua incazzatissimo. Sentiva ancora il corpo vibrare come il motore di una moto al massimo dei giri che aspetta solo che venga lasciata la frizione per proiettarsi a velocità folle verso l'infinito... Il giorno dopo sarebbe andato a parlare con L'anziano: doveva fare qualcosa per queste crisi di nervi che lo stavano alterando... E poi aveva ancora la sensazione che gli stesse scappando dalla testa qualcosa di importante... Qualcosa che lo faceva sentire vivo... Che gli faceva battere il cuore a mille...

When love and death embrace Where stories live. Discover now