8) In Venere Veritas

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Girato l'angolo DANGER tirò un sospiro di sollievo. Non vedeva l'ora di rilassarsi con una doccia e... Dare un occhiata ai suoi capelli. Stava andando tutto come programmato. Ma doveva ammettere che stava investendo molto emotivamente. Non era facile! La cosa pazzesca era che lui alla fine pur essendo un angelo l'aveva fatta sorridere in più occasioni. Forse con la sua ingenuità. Per una come lei, figlia dell'oscurità era una novità. Lui le era, (Faticò un po' a dirlo a se stessa), simpatico. Di solito a quell'ora Lucifero era nelle segrete, probabilmente sollazzandosi alle spalle di qualche malcapitato, uomo o donna senza preferenze... L'importante erano le grida disperate, (quelle lo mettevano di "buonumore"). Entrò comunque silenziosamente. Scaldò l'acqua nella vasca direttamente col suo corpo bollente semplicemente immergendosi. Era piena di sabbia, sangue, e di un profumo indefinito. L'odore di lui: Un misto del suo profumo più quello delle sue... Lacrime, le sue endorfine, la sua adrenalina e altre secrezioni ormonali di varia natura. Gli angeli un po' come gli umani rilasciano odore di emotività che i demoni fiutano benissimo... Di solito ne sarebbe stata nauseata, (preferiva quello della paura), ma in questo caso, avendo vissuto in prima persona con lui la giornata, non le dava particolare fastidio, anzi, le rendeva più vividi i pensieri quasi come si trovasse in un sogno lucido. Finito il lungo bagno, mise un asciugamano attorno ai capelli e andò ad asciugarsi. Lo specchio rifletteva la sua immagine. Sapeva di essere bellissima. Si guardava con ammirazione sorridendo al pensiero di ciò che provava la gente anche semplicemente guardandola: Tentazione. Già! Chi non avrebbe ceduto al suo tocco? Alla sua natura così sexy. Nata per essere desiderata, quindi per dominare. Mentre pensava questo ammirando la sua immagine senti il desiderio irrefrenabile di toccarsi. Solo allora... Si rese conto che il tatuaggio sul seno era divenuto viola. Il cuore accelerò in maniera vertiginosa. Tolse in fretta le dita dalle sue umide intimità e sfilò velocemente l'asciugamano che aveva sui capelli che appena sciolti le incorniciarono il viso con due ciocche nerissime. Non era possibile. Al mattino non ne aveva. In spiaggia lui ne aveva notata una. E adesso... Ok doveva riflettere e capire. Doveva sdraiarsi un attimo sul letto. Mise l'accappatoio ed uscendo dal bagno trovò Lucifero sdraiato sul suo letto. Non entrava mai nella sua camera. Per ognuna delle sue innumerevoli concubine c'era una stanza privata. Poi c'era la sua. Piena di specchi e di accessori di varia natura. A quella si poteva accedere solo con lui, col suo permesso e solo per soddisfare le sue voglie. Non era una stanza per dormire ma un luogo di perdizione che era dedicato al sesso o, (in caso lui avesse voglia d'altro tipo di godimento), alla tortura di persone particolarmente meritevoli. Troppo importanti per le segrete. Quelle che avrebbero conosciuto la... Ehm... "Follia da lussuria" che solo Lucifero in persona sapeva infliggere. Rimase sulla porta del bagno. Intimorita. Lui si alzò. Imponente. Pieno di muscoli che si intravedevano tra i tatuaggi. Qualcosa di malefico. Era l'incarnazione stessa del male. Il demone che era stato l'amante di Dio. (Si dice lo fosse ancora). Lei tremava. Lui se ne accorse. Si avvicinò con studiata, esasperante lentezza. Finché furono ad un passo... La guardò con tale cruda intensità che lei abbassò lo sguardo. Toccò i suoi capelli. Prese una ciocca nera tra le dita studiandola con curiosità. Lei sapeva che non poteva nascondergli nulla. Le leccò le labbra. Poi girandosi fece un passo verso la porta. L'aprì e senza guardarla disse con voce bassa ma ferma, quasi minacciosa: "Attenta mia diletta a cosa sogni la notte. Potrebbe piacermi tanto da decidere di provarlo". In quel momento lei ebbe la paurosa certezza che le avesse letto la mente. Quando uscì, lei crollò a terra. Sudava, tremava. Era agitata. Non sapeva cosa pensare. Le venne voglia di chiamare l'angelo.

Durante la strada in moto faceva freddo ma lui se ne accorse malapena. Era tranquillo come non era da tempo. Però  voleva sbrigarsi. Sistemarsi e se avesse fatto in tempo anche continuare un po' a cercare di capire il libro per poi riportarlo in biblioteca dopo il coprifuoco. Arrivato alla villa evitò praticamente tutti. Non erano la sua famiglia. Non si era mai sentito così estraneo a quel posto. Non era da lui questa sensazione. Entrando fu preso da un'angoscia che gli fece quasi dimenticare le piacevoli ore precedenti sostituendole con qualcosa di simile al senso di colpa. Non per lei chiaramente ma per il libro che aveva preso senza permesso. Tirò su il cappuccio e a testa bassa si avviò verso la propria stanza. O almeno questa era l'idea finché passando davanti alla porta (stranamente socchiusa) della biblioteca... Qualcuno lo prese per la felpa e lo gettò dentro la stanza. Cadde in terra rialzandosi subito ma si trovò nel buio totale. Sentiva una presenza che gli incuteva timore così, spalle al muro, acuì i sensi alla ricerca di qualcosa. L'aria era tesa. L'oscurità innaturale anche per una stanza come quella. Finché dall'altra parte della sala una voce disse: "Stai cercando risposte vero? È già cambiato il tatuaggio?". Ormai deciso a capirne di più l'angelo rispose: "Chi sei? Come fai a sapere cosa mi sta succedendo?". "Semplicemente perché..." Rispose la voce "Sono come te". Poi aggiunse "più o meno". Si accese una luce. Il tipo misterioso era ancora coperto dal cappuccio. L'angelo si strappò la felpa e spiegò le ali preparandosi al combattimento. "Tu non sei un angelo" disse infine. E l'altro rispose secco "Forse neanche tu lo sei più". Così dicendo tolse  il cappuccio e... Sembrava un demone... ma anche un angelo. Era un ragazzo ma anche una ragazza. Androgino. Bellissimo. Completo. Perfetto. L'angelo rimase così colpito che non riuscì più a parlare. Il tempo sembrò fermarsi. "Hai perso questo..." Disse la creatura tirandogli il libro viola vicino. "Non mi stupisco che tu non abbia trovato qui ciò che cercavi! Semplicemente perché ancora non puoi leggere la lingua di questo libro ne vederne i simboli con occhi nuovi, non sei ancora trasformato". "In cosa?" Chiese l'angelo sempre più confuso. "Lo saprai solo se succederà." Rispose evasivo quell'essere assurdo. Poi aggiunse... "Controlla il tatuaggio se senti che stai cambiando dentro e... Le ali". "Si", disse l'angelo... Con tono rispettoso abbassando lo sguardo. "Ma permettimi un'ultima domanda... Se posso farla". L'androgino fece un cenno di assenso. L'angelo chiese: "Puoi dirmi se questo qualcosa sarà buono o cattivo?" E l'altro rispose: "In Venere veritas". Calò di nuovo il buio per un attimo. Al riaccendersi della luce si ritrovò da solo in biblioteca. Perso. Confuso. Lo riportò alla realtà una notifica del cellulare. Un messaggio di DANGER: "Ho bisogno di bere ci vediamo al Sigillum Diaboli?". "Proprio quello che ci voleva" pensò. Rispose semplicemente "Si".

When love and death embrace Where stories live. Discover now