18) Bleed Weel

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Tornando dalla scuola DANGER incontrò l'angelo. Non si vedevano da giorni e lei era incazzata per il telefono spento ecc. ma non lo avrebbe mai ammesso. Facendo la vaga sorrise e poi fece un (quasi indifferente) cenno di saluto al quale lui non rispose. La guardava spento. Stava davvero male. Avrebbe voluto chiedergli perché stava così ma lui era chiuso in un mutismo assoluto. Si mise seduta vicino a lui. Ogni tanto singhiozzava. Era come un pianto silenzioso e senza lacrime. Si sentì in colpa per aver parlato con la ragazza Emo anche se probabilmente non c'era nulla di ricollegabile a questo nella tristezza del ragazzo. Anche lui in fondo... (Ma lei non poteva saperlo), aveva un segreto con lei. Se solo fossero stati sinceri, forse avrebbero potuto parlare. Capire. Magari risolvere. Ma c'era qualcosa da risolvere in fondo? No. Loro erano nemici naturali. Avevano fatto l'errore di parlare, uscire, scherzare, condividere. Ma questo non cambiava nulla. Alla fine dei giochi uno avrebbe dovuto eliminare l'altro. "Sarebbe così facile ucciderlo adesso...", pensò DANGER. "Sarebbe così bello morire...", disse d'un tratto lui... Quasi leggendole nel pensiero. "Perché dici questo?" Le rispose lei. "DANGER è tutto un casino... Tutti infelici... Tutti alla ricerca di un surrogato del cazzo a... Cosa? Neanche so più questo! All'amore? All'odio? Ai sentimenti in generale? La vita fa schifo e ci siamo dentro in eterno. Senza possibilità di redenzione. Senza via d'uscita.". Rispose quasi piangendo. Lei non sapeva cosa dire... Era imbarazzata. Se avesse potuto si sarebbe alzata, se ne sarebbe andata. Cioè, chiaro che una persona "normale" avrebbe provato a consolarlo... Forse abbracciandolo... Ma lei era DANGER. Adesso stava tornando in se e... Non c'era spazio per i sentimentalismi nel suo cuore. D'altronde non era mai stata emotiva. Si era sempre salvata per questo. Non si era mai trovata nelle condizioni di vivere o pensare quello che stava dicendo l'angelo. "Tu mi odi vero?" Le chiese. "Siamo nemici... Ma non ti odio". Rispose. "Siamo di due mondi in collisione... Prima o poi... Finirà... Ma non bene". Continuò. "Quel giorno non mi difenderò lo sai? Ti donerò la mia vita perché ne sono stanco". Disse ancora lui. "È solo un giorno depresso", rispose lei. Poi aggiunse: "Passerà, ci affronteremo ancora centinaia di volte prima che arriverà lo scontro decisivo". Lei non sapeva ciò che sapeva lui. E lui non sapeva ciò che aveva fatto lei. Stava tutto scricchiolando. Probabilmente voleva più bene lui a lei che lei a lui ma poco importava. Il destino avverso aveva deciso che non avrebbero potuto essere amici. Fatto sta che lui era vittima infelice del suo essere angelo... Quindi del suo destino... Lei un po'... (Almeno oggi), ci aveva messo del suo parlando con la ragazza Emo. Quel gesto ambiguo di certo aveva dato una piccola spinta al fato per far sì che le crepe che c'erano si aprissero ancora di più.

La ragazza Emo era in classe. Non stava ascoltando la lezione. Era persa nei suoi pensieri. Era rimasta male della freddezza con cui la ragazza che le aveva parlato avesse detto la frase "vuoi dire che è morto?", non credeva che la morte fosse cosa definitiva. Ma non c'entrava con l'essere religiosi o meno, semplicemente credeva che nei sogni ci fosse un po' di verità e le piaceva l'idea che forse adesso lui avesse forma diversa e magari che fosse sereno. Se solo avesse saputo che lui era a pochi passi... Che soffriva in modo indicibile proprio perché non poteva morire. Sapeva che esistevano gli angeli... E i demoni... Ma non poteva immaginare che proprio lui... Dopo essersi ucciso fosse divenuto un'altro tipo di creatura, come non poteva immaginare che DANGER era rimasta così affascinata da lei da averla avvicinata con una scusa... Non era certo pensabile che sia un angelo che un demone la trovassero così... Speciale!

I due erano ancora seduti. Silenzio. Lei si alzò iniziando a sentirsi di troppo. "Ci si vede", disse prima di andar via. Lui non alzò neanche la testa. Quel giorno era nato all'inferno. Si era svegliato con lei nel cuore e si era dovuto imporre di non andare lì fuori... Non era un giorno nel quale avrebbe saputo gestirsi, se fosse andato... Pensava... L'avrebbe fermata. Non sapeva che invece l'avrebbe trovata a parlare con DANGER e sarebbe nato un bel casino. Rifletteva. Cercava di trovare soluzione a quel dolore. All'improvviso la percepì: Cazzo era lì da quanto? Non ricordava neanche che lei passasse di lì per tornare a casa... Fece appena in tempo ad abbassare il cappuccio sul viso quando lei passò... Non la vedeva da così vicino da secoli! Cazzo... Era... Lei!!! Quella lei!!! Dio... Satana... E... Oddio... Stava sclerando solo a vederla... Sperò che lei non lo notasse... Anzi forse in cuor suo sperava il contrario... Chissà... Si dice "ogni cuore è desideroso", già! Ma quella verità valida per tutti... Creava in lui tanta confusione... Perché lui non desiderava nulla se non lei che adesso purtroppo era così lontana...

La ragazza Emo passandogli accanto si fermò un secondo... Ebbe come un sentore... Lo fece sparire subito dal cuore. Non poteva dar ossigeno ad un certo tipo di emozione. Tanto più che ormai stava imparando il piacere della solitudine e dell'introspezione. Dopo mille delusioni in quel momento stava bene da sola. Gli si ghiacciò il sangue nelle vene... Stava per togliere il cappuccio. Allungò la mano... Lei riprese a camminare poco prima che lui lo facesse. Il suo cuore spezzato riprese a battere un po' deluso... sanguinava per bene... Sanguinava da sempre, per sempre... Solo per lei.

Dall'alto DANGER... Stava seguendo tutto con lo sguardo...

When love and death embrace Where stories live. Discover now