9) Unleash The Red

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Il Sigillum era più vicino alle parti di Danger quindi l'angelo arrivando la trovò seduta sul marciapiede. Sembrava agitata. Provò a salutarla con un bacio sulla guancia. Lei mise le mani avanti e spostò il viso infastidita. "Tutto ok?" le chiese. Lei non rispose. Guardandola meglio si rese conto che era più incazzata che agitata. Sentiva una lite nell'aria. Non sapeva se ci fosse già stata o se sarebbe esplosa tra poco tra loro due. Lei si girò ed entrò nel locale. Lui la seguì. All'interno l'atmosfera era la solita: Odore di sesso e trasgressione ma più che altro di disperata solitudine. Si psedettero in un angolo. C'era poca gente. Gente di merda. Se non fosse stata una situazione particolare sarebbero andati altrove. Lei guardava in basso, lui il soffitto sporco, macchiato di fumo. L'imbarazzo era più una cosa che riguardava l'angelo. Danger semplicemente sembrava in fase riflessiva. Come un killer che fa meditazione prima di scendere ed uccidere un altro essere umano. Uno sguardo profondo e nero come l'abisso. I capelli legati (forse) per nascondere le ciocche nere che ormai spudoratamente riempivano gran parte della sua chioma. "Vuoi parlare?" le chiese ancora. "Voglio bere!" la sua risposta. "Ok ti ordino una cioccolata calda" Disse lui con fare sciocco sperando di farla sorridere. Lei lo guardò con la stessa freddezza che aveva la sera in cui si erano scontrati per la prima volta. Sembrava passata una vita. Erano forse due giorni. Prese il solito "Black". Bottiglia intera e due bicchieri verdi fatti di assenzio ghiacciato. Perfino i tumbler in quel locale erano studiati per "incasinare la testa": un po' come i demoni... Sconvolgevano per poi sciogliersi senza lasciare traccia. Li lasciarono lì. Non occorreva aggiungere sostanze inutili. Presero la bottiglia ed uscirono nel parcheggio. Non c'era nessuno, il freddo garantiva loro la privacy di cui avevano bisogno. Bevvero entrambi dalla bottiglia risvegliando le qualità di quella sostanza misteriosa. Ed entrarono l'uno nella psiche dell'altra. Per la prima volta anche a lui fu concesso di vedere in lei. Non era come aveva immaginato che fosse. Non era come fare l'amore, tutt'altro. Scambiarsi la bottiglia,  mescolare le loro emozioni e ricordi creò un qualcosa di estremamente confuso, angosciante e doloroso. Lei aveva già assaggiato in minima parte l'essenza di lui. Forse questo le rese il "viaggio" più gestibile. Lui quasi si trovò in un "Bad trip". Nella vita di lei c'erano state cose lui non avrebbe mai immaginato. Provò a chiudere gli occhi per difendersi ma le immagini erano nella mente. Addirittura c'erano stati vari episodi di psicosi, tante lacrime, alcool, droghe e follia. Vide le difficoltà che aveva passato fin da piccola e le volte in cui volutamente si era messa nei guai per il semplice gusto di provare emozioni forti. Era stata (ed era tutt'ora) una ragazza complessa e in guerra con se stessa. C'erano dei buchi nella sua mente. Forse dovuti a ricordi troppo dolorosi che la testa aveva deciso di censurare. Probabile sia così per tutti. Esseri umani, Angeli, Demoni... qualsiasi altro tipo di essere esista. Molto c'era stato in grado di ferirla, ma lei era forte. Molte volte era caduta ma mai definitivamente. Aveva questo in più rispetto a lui: Non si era mai trovata così persa da decidere di suicidarsi. Ma una cosa l'aveva fatta: si era donata spontaneamente a Lucifero. E questo nelle leggi dell'universo rendeva i due mortalmente nemici anche se stavano condividendo le loro anime.

Per la seconda volta lei entrò in lui. La storia della ragazza Emo la conosceva. Avevano bevuto molto quindi sentì anche l'amore infinito per lei. Il dolore che provava. Senti il suo odio per se stesso. Sentì anche il dolore fisico delle ferite auto inflitte ogni volta che la sua anima, colma di tristezza chiedeva al corpo di dividere un po' di quel buio angoscioso. Senti il profumo di sangue il giorno della sua morte. Lui non avrebbe potuto perchè era ancora umano, questo rese la cosa per lei ancora più intensa... una sofferenza umana centuplicata dal suo essere demone. Per un attimo potè quasi sorridere della natura umana: era così fragile. Si chiese questo: Se una "dose umana" di dolore (per quanto grande) era bastata a fargli scegliere la morte in cosa avrebbe potuto trasformare un umano una dose di dolore sovrannaturale come provava lei? Forse in questo era racchiuso il segreto di quell'essere... aveva "visto" anche la conversazione in cui l'androgino gli aveva detto che forse non era più un angelo... ma lo era mai stato? Aveva notato fin  dall'inizio che non era un comune angelo! L'aveva sfidata con lo sguardo ad ucciderlo. Risvegliando in lei la curiosità di "salvarlo" per saperne di più. Iniziava a credere che non fossero molto diversi. Semplicemente cambiava il motivo del buio nel cuore. Lei era "dannata" dalla nascita. Lui lo era diventato perché rifiutato dalla ragazza del suo cuore e rinnegato da tutto ciò in cui credeva: L'amore. Era pericoloso per questo: Perché una persona che ha già perso tutto non ha più nulla da temere. Tantomeno la morte. Per un attimo... provò una strana sensazione pensando a quella ragazza... più che altro curiosità di capire come un essere mortale avesse potuto entrare così in profondità nell'animo di quel ragazzo. Provare ciò che provava lui per lei bevendo quella cosa velenosa forse non era stata una buona idea. Per un attimo si sentì fragile e innamorata. Quella sensazione non le piacque. Sapeva già che difficilmente l'avrebbe dimenticata. Continuava a non capire gli umani ma adesso capiva meglio lui. Essere rifiutati dalla persona che amiamo porta al caos interiore, al desiderio di autodistruggersi. Non si sa più chi si è ma solo cosa si vuole: sentirsi dire ancora una volta "Sei mio" da quell'anima alla quale sentiamo di appartenere. Tutto il resto è l'inferno sulla terra. Lui quell'inferno lo stava vivendo. Si ritrovò così ad ammirare affascinata il tormento di quel suo nemico. Adesso sapeva il perché delle sua differenza dagli altri. Doveva solo decidere se e come usarla a suo favore.
Tornati alla realtà non avevano altro da dirsi. Si salutarono freddamente con un cenno silenzioso in cui era racchiuso il tacito accordo di non cercarsi. In quel momento erano saturi l'uno dell'altra. Lui volò via ancora un po' scosso. Lei rimase lì. Sentiva il bisogno di solitudine: Non voleva rientrare subito, voleva prima smaltire un po' le emozioni che aveva "provato". Era stanca e confusa, si prese qualche minuto per calmare la mente e poi si avviò verso casa, a piedi... lentamente. Sperava di non incrociare Lucifero. Non era ancora pronta per riprendere la conversazione. Voleva solo riprendersi e dormire un po'. Domani sarebbe stata di nuovo se stessa.

When love and death embrace Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz