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Canzone del capitolo:         
Breathe- Pink Floyd

Guardare il cielo stellato ad alta quota era qualcosa di sensazionale, potevo dire di toccare il cielo con un dito.

Il continuo peso sullo stomaco sembrò alleviarsi man mano che mi allontanavo dalla mia città natale, lasciarmi tutto alle spalle era di sicuro la cosa migliore.

Mi voltai ritrovando Manuel dormire a bocca aperta con ancora le cuffiette alle orecchie, gliele scostai con cautela e fermai la canzone.

Ormai mi era rimasto solo lui accanto, mia sorella voleva rimanere nella nostra città per stare con il suo ragazzo e non la biasimavo, anch'io avrei fatto lo stesso.

Scostai una ciocca scura che gli ricadeva sulla fronte facendogli arricciare il naso, tirai indietro la mano per non svegliarlo e mi trattenni dal ridere ricevendo un'occhiataccia da una vecchietta che leggeva un libro fin troppo rovinato.

Ritornai a guardare il finestrino al mio fianco poggiando la testa sul palmo della mano, dovevo dare la mia vita ai miei genitori, era solo grazie a loro se ora ero lì.

Ero sempre stata brava in inglese e quando visitammo Londra non potei far al meno di innamorarmi di quel posto, era tutto perfetto anche se non c'era quasi mai il sole.

Per quasi tutta la vacanza i miei problemi si misero in un angolino da parte ma non appena rimisi piede in città tutto mi si scaraventò addosso, anzi, peggiorò anche.

Grazie alle conoscenze di mia madre riuscii a trovare una sistemazione, era una casa condivisa ,non mi lamentai affatto di ciò, per me era già molto, anche se avrei preferito stare da sola o con Manuel.

Comprendendo la mia situazione mi aveva concesso di trasferirmi aiutandomi regolarmente economicamente e non l'avrei mai ringraziata abbastanza.

Così appena mi diplomai presi il primo volo per Londra con l'unica persona rimasta al mio fianco.

Arrivati, le nostre strade si sarebbero divise anche se ci eravamo promessi di essere l'uno accanto all'altro non appena avremmo avuto del tempo libero non potevo di certo distoglierlo dallo studio, trasferirsi a Londra per frequentare il college poteva essere davvero impegnativo.

Poggiai la testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi divenuti improvvisamente pesanti.

____________

"Cristo, Joi svegliati!" mugugnai qualcosa e tirai un piccolo pugno al petto del mio fedele compagno.

"Non voglio ritornare in quella merda di paese perciò o ti svegli o ti metterò delle pinzette agli occhi per farteli aprire!"

Aprii gli occhi e li stropicciai delicatamente accecandomi non appena i raggi del sole mi diedero il buongiorno.

"A Dio sia la gloria, giuro che per questo miracolo andrò a messa tutte le domeniche" tirai un pugno sulla spalla snella di Manuel facendolo ridere.

"Scemo" ridacchiai alzandomi e prendendo lo zaino e la giacca di pelle.

"Cosa ti sei portata in quello zaino? Sono tutte schifezze come Twix e barattoli di Nutella?"

"No, ci sono i miei vestiti, i pochi trucchi che ho e delle scarpe"

"Dio, ho portato più roba io che sono un ragazzo"disse facendo scattare le maniglie delle varie valigie.

Scendemmo cautamente dall'aereo e ci fermammo in aeroporto per il controllo, sbuffando guardai la lunga fila avanzare lentamente.

Mia madre mi avvertì che la ragazza con cui avrei dovuto convivere ci sarebbe venuti a prendere lì, aggiungendo in oltre che mi avrebbe riconosciuta all'istante, perciò non me ne preoccupai molto.

Come To MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora