Attacco inaspettato

333 36 19
                                    

Corsi via lontano dalla festa.
Non sapevo dove andare, qualunque posto mi andava bene ma non li.
Ho rischiato di cadere più volte a causa dei tacchi e poi non sapevo dove mettevo i piedi, era tutto buio e avevo gli occhi colmi di lacrime.
Melany ha rivelato a tutti che sono un mostro e non ha torto: l'incendio a casa mia l'ho fatto io, io ho fatto disperare i miei genitori per tutto questo tempo. Se non mi fermavo sarebbero morti.
Chissà quanti altri danni combineró.
É questo quello che sono:un mostro.
E i mostri meritano di stare soli.

Mi trovo in una zona del parco poco illuminata, seduta con le ginocchia al petto con la schiena contro il tronco di un albero.
I pali della luce illuminano anche se flebili il centro del parco ed io essendo dalla parte opposta dell'albero sono del tutto invisibile per chi passa di li.
Ma chi sta a giro a quest'ora? Nessuno, é tardi.
Meglio, cosi nessuno sentirà i miei singhiozzi.
Il mio pianto si perderà in quella profonda oscurità.
-Che ci fai qui?- domanda una voce accanto a me.
Sobbalzo per la paura di essere stata trovata da qualcuno ma la voce che ha parlato é del tutto inumana, strana, e dopo una veloce riflessione capisco chi é.
-Caso mai tu che ci fai qui? E come sei riuscito a trovarmi?- chiedo posandomil mento sulle braccia che avvolgono le ginocchia.
La mia gatta posseduta dallo strano spirito mi gattona affianco e sento i suoi piccoli occhietti addosso a me.
-Noi spiriti riusciamo a percepire la maghe a grandi distanze.- fa una pausa e poi mi domanda -Non dovevi andare ad una festa?-
-S-si... Ma sono scappata! Ho fatto un disastro!- esclamo piangendo. -Non sono altro che una strega, un mostro!-
-No, tu sei una maga, é il concetto opposto. E anche i concetti di strega e mostro sono diversi: le streghe e gli stregoni hanno una mente propria e agiscono in base alla loro intelligenza mentre i mostri sono come bestie feroci e non hanno una loro logica, la prima persona che le capita a tiro potrebbe diventare il loro pasto. Tu non sei questo, tu uccido questi esseri portatori di disperazione.-
-Ma la disperazione la porto io!-
-Fidati non é cosi.-
Non so se credergli, dopo tutto é entrato nella mia vita cosi all'improvviso.
Sospiro e faccio scivolare le ultime lacrime prima di asciugarmi gli occhi.
-Non...sono un mostro?-
-Certo che no, i veri mostri si riconoscono a occhio...- ad un certo punto la gatta da seduta scatta in piedi e il suo pelo si rizza -E penso che ne vedrai uno molto presto.-
-Che vuoi dire?!- il suo comportamento mi spaventa.
Gli animali percepiscono il male e adesso che si mette di mezzo anche questo spirito mi sa che devo preoccuparmi.
La gatta si volta e fissa il centro del parco, come se avesse visto qualcosa che non le piace.
Nel profondo silenzio del parco percepisco un suono a malapena percettibile, non sono passi ma penso sia lo spostamento d aria di qualcosa che si muove lentamente. Si avvicina man mano e mi ricorda vagamente il battere d'ali di una farfalla, solo più grande e da ali più spesse e pesanti.
Scatto in piedi ma resto contro il tronco dell'albero.
Mi sporgo per vedere e non c é niente ma sento che qualcosa, in quel buio uscirà fuori.
Mi tremano le gambe, ho una paura pazzesca.
Che si tratti di uno dei mostri che mi ha detto la gatta?
In quel buio, ad un tratto, distinguo una figura volante che sbatte con lentezza le ali ma rimane immobile sospesa nell'aria.
Per vedere meglio devo sporgermi di più.
Avevo ragione: é una creatura volante, non é un uccello o un insetto però.
É nero come la pece, un nero più nero dell'ombra in cui si trova e riesco a distinguere i suoi piccoli occhi bianchi.

Inazuma Eleven: Vendetta e Amore •The Sequel•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora