Capitolo Trentadue

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(Vi consiglio di leggere la nota a fondo testo)


Svegliandomi, vidi degli abiti puliti nell'armadio, quindi mi alzai e li presi, dirigendomi in bagno.

Mentre aprivo l'acqua della doccia e aspettavo divenisse calda, mi esaminai la faccia.

Aveva una bella chiazza rossa formato mano, lungo tutta la guancia.

Quando la toccai, dovetti trattenere gli urletti per il dolore.

Sospirai ed entrai nella doccia.

Il contatto con l'acqua calda mi rese immediatamente più rilassata.

Ma il mio rilassamento fu interrotto da un bussare besante alla porta.

«Sbrigati, Kayla» disse la voce di Trevor.

Scattai in piedi, ma scivolai e sbattei poco elegantemente il culo per terra, scatenando una mia risata.

«Tutto bene?» mi chiese lui.

«Sì... sono solo scivolata» gli risposi, e lo sentii ridere.

Uscii dalla doccia, mi asciugai, mi vestii e aprii la porta. Trevor era in piedi e i suoi capelli erano un disastro.

Due occhiaie profonde mi suscitavano un leggero dubbio.

«Ma... hai dormito almeno un po'?» gli chiesi, e lui scosse la testa.

«No. La persona che ti tiene qui aveva bisogno di me per un lavoro» rispose.

«Per quale lavoro?» chiesi

«Perchè fai così tante domande?!» disse irritato, con i suoi occhi rossi fissi nei miei.

Ok, questo era abbastanza.

«Sai cosa? Basta. Ho finito. Sono arrivata al punto di non ritorno. Mi tratti costantemente come se fossi spazzatura per nessuna ragione al mondo. Basta. Ho chiuso» urlai.

I suoi occhi si infiammarono di rabbia.

La paura cominciò a cresce in me sempre più, ogni passo che si avvicinava.

Ormai contro un muro, chiusi gli occhi aspettando la mia certa fine.

Ma nulla accadde.

Aprii un occhio e vidi Trevo voltato di spalle.

«T-Trevor?» chiesi lentamente.

Lui si voltò; il suo volto contorto come quello di un demone. Vene apparvero sotto i suoi occhi e sembrava stesse tentando di controllarsi.

«Kayla, c'è qualcosa che dovresti sapere...» sussurrò, ed io lo guardai confusa.

Con questo lato di lui, nervoso, non sapevo minimamente come comportarmi.

«Che cosa?» chiesi.

«Io... umh... No, nulla» disse «Dimentica ciò che ho appena detto, non era nulla di importante. Che cosa vuoi fare oggi?»

In realtà volevo chiedergli che cosa stava per dire, ma non volevo arrivare alla mia fine certa.

L'avevo scampata per un soffio, dopotutto.

Una mano si posò sulla mia guancia.

Guardai Trevor e notai che stava esaminado il mio volto.

«Io... ho fatto questo» disse, e mise entrambe le mani sulla bruciatura.

Chiuse gli occhi ed io incominciai a sentire una sensazione di bruciore.

Dopo pochi secondi, mi toccai la guancia: il dolore era completamente sparito.

Adottata da VampiriWhere stories live. Discover now