Capitolo Ventiquattro

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Mi svegliai guardandomi attorno, e notai che era sola nella stanza.

Mi guardai, e notai che avevo addosso dei vestiti diversi da quelli che indossavo l'altra sera.

Istintivamente, seppi che era stato Eric a cambiarmeli, con la susseguente reazione di imbarazzo totale. Mi alzai, e notai un foglieto volante al capezzale del letto.

"Buongiorno, Tesoro. Mi dispiace non essere con te e non poter vedere il tuo bellissimo volto appena sveglio. Mio padre aveva un incontro importante a cui ho dovuto partecipare. In compenso, Trent veglierà su di te al mio posto. Mi raccomando di non ficcarti nei guai.
Ti amo.

-Eric "

Sospirai sorridente alla nota, mentre mi andavo a vestire con una maglia grigia e dei jeans.

Improvvisamente sentii bussare alla porta, così andai ad aprire.

Mi trovai Trent davanticon un sorriso sulle labbra: io gli feci un sorriso decisamente finto e il suo se ne andò.

«Kayla... sì, lo so, abbiamo cominciato col piede sbagliato. Mi ero svegliato con la luna storta quel giorno, e per finire in bellezza non avevo nemmeno bevuto una goccia di sangue. Il risultato era una vampiro decisamente irritabile» mi spiegò lui mentre io alzavo un sopracciglio.

«Volevo... volevo ricominciare. Sono Trent, e Eric è mio fratello minore. Posso essere uno stronzo totale, ma sono un ragazzo molto leale verso le persone cui voglio bene»

Io risi e lui si fermò.

«Non c'è bisogno che fai tutto questo» gli dissi, e lui mi guardò confuso «Tutto quello che devi fare è semplicemente scusarti»

Mi guardò con scioccato ed io gli sorrisi abbracciandolo «Sei perdonato. E non preoccuparti: non racconterò a nessuno quello che hai fatto»

Lui fece una mezza risata e si grattò nervoso il retro del collo.

«Grazie... Beh, oggi pensavo di portarti a visitare la città...» incominciò Trent, ed io anuii.

«D'accordo, ma... i giornalisti?» gli chiesi.

«Non preoccuparti. Raccornteremo loro la verità: Eric è impegnato con gli affari e io ti sto mostrando la città» spiegò lui «Bene, andiamo» disse, e lo seguii fino ad una mustang verde.

Fischiai e lui mi sorrise.

«Ti piace?»

«Sì» gli risposi guardando l'auto incantata «La. Amo.»

«Prendi» disse lui lanciandomi le chiavi «La macchina è tua»

«Non posso guidare la tua auto» gli dissi, tentando di ridargli le chiavi.

«Insisto. Prendi l'auto. Io posso sempre guidare una delle altre» mi disse, prendendomi le mani e mettendomele al petto.

Salimmo e guidai fino alla città. Fortunatamente, nessun giornalista era in vista. Trent mi fece gesto di seguirlo: cosa che feci tutto il giorno.

Per pranzo, ci fermammo ad un piccolo ristorante: la cosa strana fu che la cameriera tenne sempre la testa bassa e non incrociò mai né il mio sguardo né quello di Trent.

Ma, non ci diedi troppo peso, così continuai a fare ciò che stavo facendo.

«Quindi, Trent... cosa.... cosa pensi di Lily?» chiesi casualmente, e subito le guance di Trent si colorarono leggermente.

«È... È carina...»

«E...?» lo incalzai io.

«E... ecco perchè una come lei non andrà mai bene per uno come me» disse lui, e lo guardai male «Lei è un licantropo e io sono un vampiro. Non può funzionare»

Adottata da VampiriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora