Capitolo Ventotto

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Sorrisero ed annuirono.

«Bene. Non hai idea di quanto ne siamo felici» disse mamma.

«Faremo un ballo la notte prima della tua incoronazione!» esclamò mio padre con espressione orgogliosa.

«Solo una cosa. Quando... Quando potrò incontrare i miei veri genitori?» chiesi, e vidi i loro sorrisi scomparire.

«Noi non ti porteremo da loro, dovrai trovare un altro modo. Ci dispiace, ma non possiamo tornare la. Sopratutto dato che dovremmo passare sul territorio dei Centauri» spiegò mio padre.

«Ma mi era stato detto che avrei potuto incontrarli! E cosa c'entrano i Centauri, ora?» chiesi quasi disperata.

«I Centauri e i Fae sono nel bel mezzo di una guerra. Sarebbe meglio che dimenticassi quella parte della tua vita. Siamo noi i tuoi genitori, e questo è tutto ciò che importa» disse mia madre.

«Oh, beh, ma certo. Voi non mi avete cresciuta, non sapevo della vostra esistenza fino all'altro giorno e non volete nemmeno che io riabbia la parte della mia vita che desidero più di ogni altra cosa» dissi «Io prenderò quel trono, ma rimarrò a vivere con Eric. Tornerò quando lo riterrò opportuno» dissi, mentre mi voltavo e me ne andavo.

Arrivai all'auto in lacrime.

«Kayla, cos'è successo?» mi chiese Eric preoccupato.

«Nulla» dissi semplicemente, i miei occhi che osservavano fuori dal finestrino.

«Vuoi parlare?» mi chiese, ma io scossi la testa.

Eric sospirò e mise in moto. Arrivati, notai Abigail e Savage giocare allegramente.

Uscii dall'auto e Savage, notandomi, mi corse incontro.

"Cos'è successo?" mi chiese, ma io scossi la testa.

Andai dritta in camera mia, mi sdraiai sul letto e dopo poco sentii qualcuno entrare.

Il letto si mosse e qualcuno incominciò a giocare coni miei capelli.

Alzai gli occhi e vidi Eric, il quale mi sorrise dolcemente per poi adagiarsi al mio fianco.

«Non mi faranno vedere i miei genitori» dissi di colpo.

Eric sospirò e mi guardò negli occhi.

«Mi dispiace, tesoro. Vorrei tanto poterti dare qualche consiglio o poter fare qualcosa, ma...» disse, mentre il suo sorriso si spegneva.

«Non fa nulla, non preoccuparti» gli dissi, e lui annuì.

Qualcuno bussò alla porta e sospirai esasperata.

«Cos'è tutto 'sto via-e-vai di gente, oggi?» dissi con tono esasperato, mentre ascondevo il volto fra i cuscini.

Eric ridacchiò e si alzò per andare ad aprire.

«Kayla, c'è qualcuno che vorrebbe vederti» mi disse, così alzai la testa e vidi Willow, Lilli e Amanda.

Mi alzai di colpo e corsi ad abbracciarle tutte, lanciando piccoli gridolini di gioia.

«Ragazze! Ho così tanto da raccontarvi!» dissi loro, e insieme ci dirigemmo nel salone.

Raccontai loro tutto ciò che mi era successo, e Willow commentò con un aggrazziato «I tuoi non-genitori sembrano proprio degli stronzi», a cui Amanda rispose annuendo.

«Aspetta aspetta! Ho sentito la parola party, da qualche parte...» disse Amanda.

«Sì. Terranno un ballo per me» risposi, e Amanda sorrise.

«Shopping!» urlò Amanda, e mi trascinò, insieme alla altre, in garage.

Mi avvicinai alla Mustang verde e loro mi seguirono esasiate.

«Trent ti lascia guidare la sua auto?» disse Amanda sbalordita.

«No. Ora è mia» spiegai, mentre le altre smettevano di respirare come se avessi appena investito qualcuno.

«Cosa?» chiesi.

«Quella. Quella è l'auto preferita di Trent» disse Lilli guardandosi intorno.

«Beh... non più. Mi ha giurato in lungo e in largo che non gli importava, quindi ora è mia» dissi ridendo, e poi ci dirigemmo al centro commerciale.

Amanda mi trascinò immediatamente in un negozio di vestiti, facendomi provare qualunque cosa le passasse per le mani.

Alla fine optammo per un vestito viola che si chiudeva sulla schiena con un fiocco.

Andamo a mangiare e fu allora che ricevetti una chiamata da un numero sconosciuto.

«Pron-»

«Ti avevo avvertita di non prendere il trono dei Fae» disse una voce.

Scioccata, mi accomiatai momentanealmente dalle mie amiche.

«Chi parla?» chiesi seria, mentre dall'altro capo del telefono sentii una risatina.

«Non conoscerai la risposta finché non sarà troppo tardi. Sii pronta, potresti non sapere quando questo accadrà» mi rispose la voce, e la linea cadde.

Tornai al tavolo, mi sedetti, e finii di mangiare.

Guidai fino a casa e ringraziai le mie amiche per la meravigliosa giornata.

Salita in camera, notai Savage che dormira ed Eric pure, ma il primo si stava per alzare, così scossi la testa e Savage mi guardò stanco.

«Sono a casa. Torna pure a dormire, devi essere molto stanco» gli dissi, e lui annuì.

Si abbassò e tornò a dormire sonoramente.

Io mi feci una doccia e mi misi il pigiama, poi mi avvicinai a Savage per coccolarlo.

«Buona notte, ragazzo» gli sussurrai,e mi avvicinai al letto.

Stendendomi, misi la testa sui cuiscini questa volta e, lentamente, mi addormentai.


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