Capitolo Quarantatrè

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Passammo tutto il giorno a capire chi mai potesse aver lanciato una maledizione su Eric, ma i risultati furono pessimi.

Avevamo, però, una sorta di movente: pensavamo che chiunque ella fosse, lo avesse fatto perchè voleva Eric come compagno.

«Che possa essere Natalie?» chiese Lilli.

Trent sospirò.

«Giuro che se scopro che Natalie è dietro tutto questo, io la uccido» disse ad alta voce.

«NATALIE!» urlò in un ringhio.

Io sobbalzai, ed Eric mi strinse a se.

Natalie corse giù per le scale alla velocità più elevata che i suoi piedi le permettessero.

«Sì, Master?» chiese lei inchinandosi.

«Sei stata tu a lanciare un incantesimo su Eric?» chiese Trent.

Natalie spostò i suoi occhi al pavimento nel vano tentativo di nascondere la sua colpa.

«NATALIE! LO HAI FATTO?!»

«No, Master» sussurrò.

Trent alzò la sua mano come a picchiarla.

«M-MA so chi è stato» aggiunse prima che Trent potesse toccarla.

«Chi?» le chiesi io, allora.

Natalie mi lanciò un'occhiataccia, ma Eric se ne accorse.

«Le risponderai. O ti ucciderò» sibilò Eric.

Abbandono il suo posto al mio fianco per andarle davanti.

«Sentiamo»

«Tanya» disse Natalie.

«Come fai a saperlo?» chiese Trent.

«Semplice» rispose lei.

«Kaleb mi ha avviciniata con una ragazza e mi ha detto che avrei potuto avere qualunque cosa volessi. Io volevo Eric, ed ora l'ho avuto!» esclamò Natalie.

Si buttò, poi, al collo di Eric, e questo lo fece arrabbiare parecchio.

Prese la testa di Natalie e la girò senza troppe storie.

Aveva appena staccato il collo a Natalie.

Urlai di terrore e tutti fissarono Eric scioccati.

La realtà lo colpì non appena fissò il corpo senza vita di Natalie.

Sospirò e battè le mani.

Un servo entrò esitante, mentre teneva lo sguardo sul pavimento.

«Sitemate il casino» ordinò Eric mentre mi veniva incontro.

Sussultai mentre mi prendeva in braccio.

Mi riportò in camera e fu allora che mi ricordai di dover fare una doccia, ma non glielo dissi.

«Oh, andiamo Kayla, lo so che hai bisogno di una doccia»

«Beh, ecco, non mi va molto a genio il fatto che tu veda il mio corpo. Preferirei essere aiutata da una ragazza» gli dissi, e lui annuì.

Uscì e tornò dopo pochi minuti con una serva ragazza: era un licantropo, lo capivo dagli occhi.

La ragazza mi aiutò in bagno e, imbarazzata, mi feci una doccia.

Ripulita e vestita, uscii dal bagno sorreggendomi alla porta.

Purtroppo non avevo ancora molta forza, così Eric "corse" a darmi una mano: sapevo si stava avvicinando lentamente per non spaventarmi.

«Hai... bisogno di aiuto?» mi chiese.

Io annuii e lui mi avvolse le braccia intorno ai fianchi.

Mi apoggiò sul letto e mi lasciò andare.

Mi sedetti, mentre lui si dirigeva verso l'armadio.

Si vestì e poi tornò verso il letto pensoso.

«Eric, tutto ok?» gli chiesi.

«Tu... Tu mi ami ancora, vero?» mi chiese.

«Perchè mai mi fai una domanda del genere? Certo che ti amo ancora. Non potrei farne a meno nemmeno se lo volessi» gli risposi.

Sospirò, mentre si sedeva sul letto.

Mi ricordai di una delle prime volte in cui avevo scoperto qualcosa di lui.

Mi ricordai di una cosa che sapevo lo faceva stare bene.

Mi avvicinai e mi sedetti sulle sue gambe, con la testa sulla sua spalla, a giocare con i suoi capelli.

Un sospiro pesante uscì dalle sue labbra, mentre le sue braccia circondavano i miei fianchi.

«Io... non riesco a togliermi il pensiero che tu sia spaventata da me» mi spiegò «E dato che sei così spaventata, potresti lasciarmi. Grazie a Natalie, ora so che sono sotto l'influenza di un incantesimo, ma questo di certo non aiuto il mio temperamento»

«Non fa nulla» gli risposi «Posso gestire i tuoi cambi d'umore, fidati, sono una ragazza. Come ho già detto a Trevo, tu sei il mio compagno e non ho la più minima intenzione di abbandonarti nel momento in cui tu hai più bisogno di me» gli risposi.

Lui avvicinò piano la testa per potermi baciare.

Io gli restituii il bacio senza nessuna esitazione.

«Forza, a dormire» disse quando ci staccammo.

Io annuii, e lui ci sistemò nella solita posizione in cui dormivamo.

Questa era la prima notte in cui, dopo due lunghi giorni, mi sentivo finalmente sicura nelle braccia del mio compagno.

Quando mi svegliai, mi guardai attorno e trovai Eric già sveglio, accanto a me.

«Oggi troveremo Kaleb» mi disse.

«E come hai intenzione di riuscirci?» gli chiesi.

«Chiameremo i centauri e parleremo loro» mi spiegò.

Scese poi dal letto e si vestì.

«Ah, voglio solo rimanere nel letto a dormire» mormorai, coprendomi con le coperte.

Sentii qualcuno salire sul letto, sopra di me, e sussultai.

«Fuori dal letto. Ti faccio rimanere in pigiama» disse, nel tentativo di farmi scendere dal letto, ma io rimasi lì.

«Se non ti alzi, ti faccio il solletico»

Mi alzai come un missile, seduta sul letto.

«Bene, andiamo» dissi, ed Eric ridacchiò.

Mi aiutò, poi, a sistemarmi ed a scendere in salotto.

Non vi trovammo nessuno, ed io mi guardai intorno confusa.

«Tutti si stanno preparando per quando troveremo Kaleb e Tanya» mi spiegò Eric.

«Che cosa gli farai?» gli chiesi.

«Meglio non paralre di questo. Non voglio spaventarti» mi rispose baciandomi la fronte.

«Troverò un modo per rompere quest'incantesimo, dopodiché ci sposeremo»

«E se non troviamo una soluzione?» chiesi.

«Ci sposeremo comunque. E' una promessa» mi disse baciandomi.


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