Capitolo 15

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Ero un fascio di nervi. Il mio corpo tremava e sentivo la bile in gola scendere e salire continuamente.

Mi trovavo da una ventina di minuti sulle scale in cemento davanti al maestoso edificio della Jones & Jones Co. costituito da cinquanta piani e dalla forma cilindrica.

Mi feci coraggio ed entrai dalla porta scorrevole in vetro. Entrai nell'ascensore per salire al ventunesimo piano e quando arrivai le porte nell'ascensore si aprirono col il solito ding che mi fece tranquillizzare.

L'ascensore era in vetro per cui avevo visto dall'alto metà Massachusetts. Per una persona acrofobica era come cadere nel vuoto da un momento all'altro.

«Salve, come posso aiutarla?» Una donna alquanto gentile mi parlò con enfasi da dietro una enorme penisola di legno massiccio.

Il suo aspetto curato mi fece capire che si trattasse della segretaria.

«Sono qui per l'appuntamento con l'editor. Mi chiamo Eve Roberts.» Risposi ricambiando il sorriso.

Digitò qualcosa al computer per poi voltarsi verso di me, si alzò con compostezza dalla poltrona e si lisciò il tubino nero che fasciava alla perfezione la sua figura esile.

«Prego, mi segua.» Esclamò indicandomi una porta con la mano.

Bussò alla porta in legno massiccio di colore bianco e si affacciò appena una voce maschile rispose.

«Signor Jones, qui c'è Eve Roberts come da appuntamento.»

Intravidi un uomo con un completo gessato seduto dietro ad un imponente scrivania, rimasi folgorata dal suo aspetto, i suoi occhi erano di un blu glaciale e i capelli erano perfettamente sistemati all'indietro.

Nonostante seguissi da tempo l'agenzia non mi era mai venuta la curiosità di guardare l'aspetto del proprietario. E che dire, fu una scoperta meravigliosa.

«Certo!» Si alzò di scatto dalla poltrona e si lisciò rapidamente con una mano la giacca del completo. «Entri pure.» Continuò osservandomi.

Mi sentii un po' a disagio fra le due estremità ma con passi piccoli e controllati avanzai nella stanza per poi sedermi su una delle due poltrone in pelle nera davanti alla scrivania e di conseguenza davanti al signor Jones che mi scrutava attentamente.

La segreteria se ne era andata e la tensione che aleggiava nell'aria era abbastanza palpabile.

«Bene, signorina Roberts. Sono rimasto molto colpito dal suo manoscritto. Vorrei che lei iniziasse a lavorare per la mia azienda come copista.» Esclamò poggiando i gomiti sul bordo della scrivania e intrecciando le mani, che mise in mostra il suo rolex oro.

«Aspetti, lei sta dicendo sul serio?» Dissi senza saper controllare le emozioni

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«Aspetti, lei sta dicendo sul serio?» Dissi senza saper controllare le emozioni.

La mia mente iniziò ad esultare ed ero ancora incredula che un agenzia di tale fama avesse deciso di investire su di me. «Assolutamente.» Rispose sorridendo.

Fui catturata dal suo sorriso biancastro e con nessun dente fuori posto, perfettamente allineati come qualsiasi oggetto in quella stanza che trasudava ordine e controllo.

Volli urlare per la felicità ma ripresi la mia lucidità mentale e pensai che se avessi continuato a sembrare una rimbambita l'avrei spaventato.

«Non la deluderò!» Esclamai convinta.

Si alzò di fretta dalla poltrona e mi porse la mano. Imitai la sua mossa e gli strinsi la mano.

«Bene, adesso devo andare. Dirò a Greice, la mia segreteria, di mostrarti il piano e il tuo ufficio. Spero che non mi deluderai perché ho grandi aspettative su di te!»

Gli risposi con un cenno di testa e lo ringraziai nuovamente.

La mia vita finalmente stava per avere una svolta importante.

SegretoWhere stories live. Discover now