Capitolo 46

1.9K 52 1
                                    

«Ti odio, farabutto!» Urlai con tutta l'aria che possedevo in corpo.

Jake mi fissava dalla sua altezza al capo del letto al baldacchino mentre una domestica mi teneva ferma le braccia per evitare che lo acciuffassi.

«Eve, abbi pazienza.» Mormorò.

Le porte si aprirono ed entrò un uomo sulla sessantina coi capelli brizzolati e una valigetta di cuoio in mano.

«Conte Jones, Contessa . . .» Esclamò con un breve inchino.

Jake si allontanò dal capezzale avvicinandosi all'uomo. «Dottore, faccia in modo che recuperi quella dannata memoria prima che la mia pazienza si esaurisca.» Accusò.

Voltai la testa offesa dalle sue parole. L'uomo annuì e si avvicinò con cautela al mio letto.

«Contessa, mi permetta di visitarla.»

Iniziò ad analizzarmi il viso, il battito cardiaco e mi fece delle domande riguardanti i miei ricordi.

Si apprestò ad uscire dalla camera portandosi Jake che mi lanciò un'occhiata come per dire di stare buona prima di chiudersi la porta alle spalle.

Mi guardai intorno notando di essere rimasta da sola e silenziosa mi alzai dal letto. Mano a mano che mi avvicinavo alla porta sentivo il timbro freddo e controllato di Jake.

«Dottore, mia moglie ha palesato dei strani pensieri. Mi ha persino detto di arrivare dal futuro e altre diavolerie. Quanto ci vorrà prima che recuperi la sua memoria?»

«Conte Jones, la contessa ha bisogno di riposo. Credo che svolgere le abitudinarie mansioni l'aiuterà. Sii comprensivo in modo da favorire la sua guarigione.»

Non sentii più alcuna voce e mi allontanai velocemente dalla porta per non rischiare che Jake mi scoprisse ad origliare.

Una folata di vento si innalzò nella camera e guardai le tende tendersi dolcemente.

«Eve Roberts.» Una voce tuonò.

Mi girai e vidi due donne e un uomo fissarmi composte. Aggrottai la fronte chiedendomi come fossero entrati e soprattutto avevano l'aria di non appartenere a quella villa.

«Chi siete?»

La donna al centro dai lunghi e ondulati capelli ramati si avvicinò.

«Gli anziani.»

I miei occhi sbatterono ripetutamente. «Cosa ci fate qui? Perché sono in questo posto? Come faccio a tornare a casa?» Domandai a raffica.

Non si spostarono nemmeno di un millimetro e continuarono a fissarmi.

«Hai attraversato il portale. Per tornare nella tua dimensione dovrai compiere un sacrificio. Qualcosa a cui tieni.» Rispose la stessa donna.

«Per tornare alla tua quotidianità dovrai rinunciare a Jake. Sappi che se tu decidi di tornare, lui non si ricorderà più di te. La scelta è tua.» Continuò.

La mia mente urlò. Il mio corpo si immobilizzò e per un attimo dubbitai di star ancora respirando.

Ricordai quel che avevo vissuto con Jake. Pensai a come avrei potuto fingere di non conoscerlo. Era, però, la scelta giusta.

«Accetto.» Mormorai col poco fiato in gola.

SegretoWhere stories live. Discover now