Capitolo 40

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La testa pulsava terribilmente. La gola era secca. Sentii l'adrenalina salire, il sangue si rammificò.

«Aaah!»

Aprii gli occhi di scatto e mi alzai col busto. Mi guardai intorno vedendo la camera di Jake. In un attimo mi tornarono in mente le parole di Jake, quelle di Ashton e il dolore lancinante che sentii al collo.

«Eve.»

Una voce mi fece voltare verso la porta e vidi Jake appoggiato ad essa con le braccia incrociate al petto.

«Cosa ci faccio qui.» Esclamai inorridita.

Si avvicinò con cautela e distolsi lo sguardo da lui guardando verso la finestra alla mia destra e constatai che fosse ormai giorno.

«Ti sei sentita male. Adesso mi devi ascoltare.» Sospirò.

Si sedette sulla poltrona accanto al letto. «Tu non sei più umana.» Sganciò la bomba.

Rabbrividii. Il mio corpo nonostante lo sgomento era estremamente controllato, non sentii alcuna pulsazione del cuore.

«Cosa stai dicendo?» Mormorai.

Si accese una sigaretta prendendo il pacchetto dalla tasca dei pantaloni neri e mi guardò di sott'occhio.

«Ashton ti ha morso. L'ho ucciso ma non ho potuto evitare che ti è successo dopo. In questo momento avrai fame ma non delle solite schifezze che mangiavi prima. Vorrai sangue.»

Ridacchiai pensando fosse uno scherzo. «Eddai, smettila di scherzare.»

La sua espressione invece era totalmente seria, il ché mi fece capire che non stava scherzando. Mi alzai di scatto dal letto e mi misi di fronte allo specchio ovale.

Guardai il mio viso di un bianco insolito, labbra rosse e lucide, occhi seppur del mio colore avevano qualcosa di diverso.

Mi portai una mano sul collo e spostai la massa di capelli che lo copriva rivelando così il marchio. Accarezzai quei due segni aguzzi con la paura che mi potessero fare male e sentii un fastidio che mi fece togliere immediatamente la mano.

«Come è possibile?» Sussurrai.

Jake si avvicinò con la sua velocità che non nascondeva più, non era più obbligato a comportarsi come una normale persona.

«Questo segno rappresenta la tua trasformazione . . .» – Mormorò accarezzando con la punta delle dita il marchio. – «. . . Ashton ha cercato di asservirti ma l'ho ucciso, sei libera. Il vero problema adesso sarà riuscire a controllare la tua sete.»

La secchezza che sentii quando mi ero svegliata diventò sempre più pungente. Il mio corpo iniziò a tremare, guardai i miei occhi nello specchio che diventarono rossi.

«Jake!» Esclamai con voce gutturale.

Agguantò le mie braccia e con velocità mi portò in cucina. «Bevi questo.» Disse tirando sulla penisola una sacca di sangue.

Sentii come persi nel mio viso il normale colorito, gli incisivi divennero aguzzi. La mia fame si amplificò alla vista di quella sacca.

La afferrai e iniziai a bere, il mio corpo si calmò. Mano a mano che bevevo la mia mente diventava più lucida.

Continuando a bere fissavo Jake che con le braccia incrociate al petto mi fissava stando seduto su uno sgabello della cucina. Chissà cosa stava pensando.

«Non posso leggerti nella mente, questo è strano.» Esclamò d'un tratto.

Posai la sacca oramai vuota e lo fissai aggrottando la fronte.

«Tutti possiamo leggere nella mente?»

Scosse la testa e continuò a fumare. «No, è un privilegio di pochi. Tu però, avrai un altro potere. Posso soggiogarti ma tu non puoi farlo, con me.»

Lo vidi maneggiare nelle sue tasche ed estrasse un anello per poi metterlo sulla penisola. «Questo ti servirà per poterti esporre al sole. Gli anelli solari vengono forgiati ogni qualvolta un umano diventa vampiro ma non pensare che sia così semplice. Al di sopra di me e di te ci sono dei vampiri più potenti e anziani. Essi controllano ciò che facciamo e decidono a chi dare l'anello solare. Uno di loro è un mio parente, cugino di quindicesimo grado, per tua fortuna.»


SegretoWhere stories live. Discover now