Capitolo 49

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«È bellissimo qui.» Dissi guardando meravigliata l'atmosfera accogliente.

Angie andò da una cerchia di persone raccolte intorno al falò e capii che la dovevo seguire.

Mi sedetti accanto a lei. Arrossii notando lo sguardo di tutti puntati su di me.

Mormorai un flebile ciao.

«Ragazzi, lei è Eve. Lui è Jordan.» Esclamò Eve mostrandomi col dito un ragazzo palestrato dagli occhi scuri e capelli dello stesso colore che mi salutò con un cenno di mano.

«Lei è Genevieve.» Sorrisi alla ragazza rossiccia dagli occhi verdi e stile streetwear.

«Lei è Ashley.› Ashley era una ragazza con la R maiuscola. I suoi capelli biondi scendevano in ciocche ondulate e aggraziate, occhi blu e vestita con abiti più stretti che risaltavano il suo fisico.

«Lui è Denny.» Il ragazzo dagli occhi verdi e capelli corvini mi salutò con un cenno della mano.

«E infine c'è Jasper.» Scambiai il saluto del ragazzo con i capelli ricci e occhi di un profondo nocciola.

Angie batté le mani felice. «Bene, ora che le presentazioni sono state fatte possiamo procedere con la serata!» Esclamò euforica.

La serata proseguì tra le urla di Angie,  Jordan che cercava di attirare gli sguardi di tutte le ragazze su di lui ed io, messa in un angolo ad osservare tutto ciò.

«Eve!» Starnazzò Angie.

Si avvicinò a me sedendosi sulla sabbia fredda con una bottiglia di birra in mano che allungò verso di me. Rifiutai gentilmente e scrollò le spalle prima di mandar giù un lungo sorso.

«Non ti stai divertendo?»

Mi guardai intorno come se fossi stata presa in fragrante anche se non era del tutto vero. Mi stavo divertendo ma non mi sentivo ancora parte di quelle persone.

«Sì, Angie. Solo- mi devo abituare a tutto ciò.» Mormorai a disagio.

Mi lanciò un'occhiata comprensiva e tornò a guardare i suoi amici fare baldoria. «Sai, quando venni trasformata ero una ragazzina. I miei genitori erano delle bestie. In quanto donna dovevo obbedire, svolgere le mansioni che mi rendevano una perfetta mogliettina e non disobbedire mai a mio padre. Era un fottuto bastardo, a tal punto che quando divenni un vampiro lo uccisi con queste mani.» Ridacchiò.

Rabbrividii ma continuai ad ascoltarla incuriosita.

«Mia madre era una perfetta sottomessa, invece. Quando mio padre mi picchiava rimaneva inerme a fissare. Rimanevo in villaggio più del dovuto per non ritornare a casa. Jake venne trasformato ancora prima di me. Fu lui a rendermi come sono.»

La mia bocca si aprii per lo stupore e con la coda dell'occhio mi guardò capendo il mio sgomento.

«L'ha fatto perché non era ancora in grado di controllare la sua sete. In un primo momento lo odiai, terribilmente. Quando però capii di essere diventata più forte, anche di mio padre e che avrei potuto riprendermi la rivincita su di lui la mia rabbia si trasformò in gratitudine. Non ero più quel che la società mi imponeva di essere, potevo porre fine alle mie sofferenze ed è quello che feci.» Finì ingurgitando la birra rimasta.

Si voltò verso di me e mi fissò con serietà. «Eve, io non ti dico di essere spietata. Anche io ero spaventata all'inizio ma gusta i tuoi nuovi poteri. Capisci fin dove ti puoi spingere. Sai, almeno, quale sia il tuo potere?»

Sospirai. «Io, credo di riuscire a leggere nella mente.»

Angie mi fissò scioccata e aggrottai la fronte. Perché mi guardava in quel modo?

«Pochi riescono a leggere nella mente, non tutti ne sono in grado. Io, per esempio, non ne sono in grado. Hai un dono raro. Qualcosa mi dice che tu non sia del tutto umana. Secondo me, hai degli antenati che furono come noi o altro.»

La fissai più confusa che mai. Che io fossi destinata a quella realtà?

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