Capitolo 39

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Lo vedo che mi aspetta, con le mani in tasca e un sorrisino stampato in faccia. Accelero il passo e gli corro incontro, buttando malamente il borsone per terra e gettandogli le braccia al collo.

Un mese.
Non ci vediamo da un mese.
E’ stato straziante.
Mi è mancato come l’aria.

Nascondo il viso nell’incavo del suo collo, mentre lui mi lascia un bacio sulla testa.

“Ciao” mormora al mio orecchio.
“Ciao” mugugno, non accennando a staccarmi.
“Oh no, Diana è entrata in modalità koala” borbotta divertita Nicole alle nostre spalle.

Sì, è venuta anche lei.

Quando eravamo in Azerbaijan mi ha chiamata, raccontandomi l'ennesima disavventura con un ragazzo.
Insomma, non riesce a trovarne uno decente. Tutti casi umani.

Casualmente, c’era anche Charles con me ed ha sentito tutto il racconto. Ci siamo voltati l’uno verso l’altra e mi fa: ‘hai pensato anche tu a quello che ho pensato io, vero?’
Ho annuito, e l’abbiamo nominato allo stesso momento.

Bimbo latte.

E’ il soprannome che usiamo io, Daniel e Charles per chiamare Lando, dato il suo amore per il latte.

Comunque, ho notato che il nostro adorato inglese ha un certo interesse per Nicole, tanto che quando siamo andati in vacanza a gennaio c’è rimasto male quando ha saputo che lei non ci sarebbe stata. Quindi, tra una cosa e l’altra, ho convinto Lando a chiederle di venire a vedere il Gran Premio e le ha pure riservato un pass. Che dire, non perde tempo.

Lei non era poi così convinta, tutta la situazione le sembrava sospetta, ma poi l’ho persuasa ricordandole che andare al Gran Premio di Monaco ospitata da uno dei piloti non succede tutti i giorni.
Dulcis in fundo, le ha pagato la camera d’hotel.

Inutile dire che si è arrabbiata tantissimo e gli ha scritto un papiro dove lo rimproverava per aver usato i suoi soldi per lei, ma lui le ha risposto dicendole che gli faceva solo piacere e furono tutti felici e contenti. 

Ma torniamo al presente.

Nicole saluta Charles con un semplice cenno della testa, poi ci avviamo verso la fantastica Ferrari Portofino.
“Ti ricordi, Nichi? A Verona l’ho guidata io” ridacchio e lei annuisce energicamente.
“Sì, infatti mi stupisco che sia ancora intera” borbotta divertito il monegasco beccandosi una mia occhiataccia.
“Ma cosa dici? Guido benissimo” ribatto.
“La prima volta che sono venuto a casa tua, hai rischiato di far morire entrambi perché dovevi legarti i capelli ed è scattato il verde”
Sorrido al ricordo. “Eppure sei qui, vivo e vegeto, e ammettilo che quella mossa ti è piaciuta moltissimo”
“Beccato” alza le mani.

“Dunque, Nicole, ti piace la Formula 1?” chiede poi, una volta in viaggio verso il suo albergo, poco distante da casa di Charles. Mentre parla, appoggia la mano sulla mia coscia, iniziando ad accarezzarla leggermente con il pollice.

“Non mi fa impazzire, ma ‘sta qua mi costringeva a vedere ogni gara prima…” esita un momento. “Prima. Poi quando non ti segue in giro per il mondo le guardiamo insieme, quindi qualcosa l’ho imparata. Anche gli insulti in olandese”
Ridacchio semplicemente. Che dire? Tengo a difendere la mia scuderia.

“E invece, a te piace la Formula 1?” mi chiede il monegasco, con un ghigno.
“A me? No, decisamente no. I piloti sono tutti antipatici, soprattutto quello della Ferrari con il numero 16… Lo detesto”
“Sei proprio simpatica, ma belle” mormora nella sua lingua madre. “Ma poi non lo sei più, quando ti zittisco come so fare io” continua, spostando la mano verso l’interno coscia.

Deglutisco, rimettendola dov’era prima.
Non ci vediamo da un mese.
Non ci tocchiamo da un mese.
Scaccio i pensieri che stanno facendo capolino nella mia mente e mi giro a guardare fuori dal finestrino, mentre lo sento ridacchiare sommessamente.

Al tuo fianco | Charles LeclercOù les histoires vivent. Découvrez maintenant