Capitolo 34

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Non credo di essere pronta.

Ebbene sì, è il fatidico giorno. Martedì 14 febbraio.

Mamma mia…

Dovrò passare la serata a pretendere che tra noi vada tutto bene, che siamo felici e contenti, quando è tutto il contrario.

La cosa peggiore è che è una cena elegantissima, davanti a tutte le persone più importanti della Ferrari, ed io tra gara e tutto non sono riuscita a trovare scarpe più adatte, quindi mi presenterò con un vestito magnifico rosso, e le Jordan.

Sotterratemi, per favore.

Esco dall’aeroporto sospirando sonoramente. Lo vedrò per la prima volta dopo quella cosa in discoteca.
Lo trovo appoggiato ad una macchina; porta gli occhiali da sole ed è chino sul telefono. Sente i miei passi e alza lo sguardo, infilando il dispositivo in tasca.

Dio, è così bello che potrei svenire ora.

“Non hai risposto al mio messaggio” è il suo saluto, stizzito.
“Non iniziare” ribatto, e gli vedo spuntare un piccolo sorriso, poi sospira, ma non replica.
Bravo, hai già capito.
Entriamo in macchina, e il suo profumo mi inonda le narici.

Non credo di sopravvivere alla serata, se iniziamo così.

“Come stai?” chiede, per rompere il silenzio tombale che si è creato.
“Sto” alzo le spalle sospirando.
“Ho visto la tua gara, tu ed Antares siete stati eccezionali”

Mi appunto mentalmente di insultare Lando e Daniel fino alla fine dei tempi, perché solo loro sapevano dove guardarle, ed hanno spifferato tutto.

“Io non ti capisco, Charles” inizio.

“Non ti seguo”

“Mi scrivi letteralmente obbligandomi a venire a questa fottuta cena, poi scrivi normalmente, poi torni infastidito. Oggi mi saluti rinfacciandomi una mancata risposta ad un messaggio, poi fai il carino e mi chiedi come sto. Che cazzo ti passa per la testa?” sbotto.
“E’ che non so come comportarmi, con te. Non ci capisco niente nemmeno io, dopo quello che è successo l’altra sera” mi rivolge un breve sguardo e sospira. Non rispondo.

Allunga la mano cercando la mia e la sfiora. La ritraggo all’istante, come se mi fossi scottata.

In un certo senso, è così.

“Scusa” mormora, con un tono forse deluso.

Inizio a giocare nervosamente con gli anelli che ho al dito, sfilandoli e passandoli tra le dita.

[...]

“Stai scherzando”
“Te l’ho detto, ci hanno segnati insieme, quindi anche l’hotel è incluso”
Mi passo una mano sugli occhi. Non solo dovrò passare tutta la sera al suo fianco, dovrò pure condividere la stanza con lui.

Sarei potuta essere comodamente spaparanzata sul divano di casa, a guardarmi una serie tv in santa pace, e invece ho accettato di venire a Maranello. Mi maledico da sola.

Arriviamo in un lungo corridoio, con appesi alle pareti diversi quadri riguardanti la Ferrari e la sua storia.
“Vieni, questa è la nostra” mi indica una porta.
Da bravo gentiluomo, mi lascia passare per prima.
“A che ora c’è la cena?” chiedo, buttando malamente il borsone per terra.
“Tra un’oretta”

Annuisco, cercando il vestito sperando che non si sia stropicciato.

“Ti serve il bagno o posso andarci io?” chiedo alzando lo sguardo, e sbagliando di grosso.

Si è tolto la maglia ed è chino a cercare probabilmente la camicia, mettendo in risalto la sua muscolatura da divinità greca. Deglutisco e accingo a tutto il mio autocontrollo per non saltargli addosso all’istante.

Al tuo fianco | Charles LeclercWhere stories live. Discover now