Capitolo 7

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Corro verso i miei amici e in meno di due secondi mi ritrovo avvolta in un abbraccio gigante. Carolina e Nicole urlano come aquile, mentre Daniel e Lando ridono senza motivo. Intravedo Charles appoggiato al muro e mi avvicino.

“Sei l’unico che non sta facendo casino, ti ammiro” rido.
Lui ridacchia. “Sei stata molto brava, ti meriti questa vittoria”
“Grazie, devo dire che la musica ci ha dato la grinta giusta. E’ anche merito tuo”
“Oh wow, che onore” si porta la mano al petto con fare teatrale.
“Che scemo” gli assesto un leggero pugno sulla spalla.

Rimaniamo un po’ a guardarci e io ripenso alle parole di Charlotte.

‘Ha bisogno di te adesso’

D’istinto lo abbraccio, lui ricambia esitando leggermente.
“Tutto ok? A cosa devo questo abbraccio?” mormora dopo qualche secondo.
“Ho abbracciato tutti, quindi tocca anche a te”
Ma sì, pariamoci il culo così.
“Beh, non mi dispiace per niente”

Cos’è che hai detto? Cos’è che hai detto, Charles Leclerc?
La me diciottenne sta facendo letteralmente i salti mortali. 
Mantengo il controllo.

Scioglie leggermente la stretta e mi squadra attentamente il viso.
“Aspetta” sussurra passandomi una mano nei capelli.

Cazzo, cazzo, cazzo.

“Avevi del fieno nei capelli” sorride divertito.
“Colpa di Nicole, ne è sempre piena ovunque” ridacchio contagiandolo.
Dopo un po’ si fa serio. “Grazie ancora per prima"
“Figurati, è il minimo che potessi fare” sorrido. “Stai un po’ meglio?”

“Come hai detto tu, passerà, ma ammetto che questa è stata tosta” iniziano a formarsi le lacrime nei suoi occhi e mi sento in colpa.
“Non piangere, monegasco, e ricorda, a testa alta” lo rimprovero dolcemente.
“Ti giuro che ti assumo come psicologa”
“A tua disposizione, ogni volta che hai bisogno”
“Me lo dai un altro abbraccio?” chiede, dopo qualche istante.
Rido, poi lo stringo a me.
Ok, la me diciottenne è svenuta.

“Ehi, anch’io voglio un abbraccio!”
Mi stacco da Charles e mi giro lentamente. Riconosco la voce, anche a distanza di anni: Alessandro.
Chi sarà mai questo qui? Ora vi spiego.
Alessandro è un mio carissimo amico. Ci siamo conosciuti quando praticavo Kung Fu, oltre ad equitazione. Nonostante io abbia deciso di smettere qualche anno fa, siamo rimasti in contatto e ci sentiamo ogni tanto per messaggio.
Ho praticato Kung Fu per cinque anni, poi ho smesso perché mi ero infortunata gravemente durante una lezione di equitazione.
Ho ripreso due anni dopo e da lì l’ho praticato fino a quattro anni fa, quando ho iniziato l’università.
Ale è arrivato poco dopo di me e al contrario mio non ha mai smesso, il che ci ha portato ad andare avanti di pari passo. 
Lui, il Kung Fu e l’equitazione sono state le cose che mi hanno fatto andare avanti.
L’equitazione mi faceva staccare dalla realtà e mi faceva sentire libera. 

Il Kung Fu mi faceva sfogare e mi faceva concentrare. Grazie all’impegno che ci mettevo ho vinto molte gare e sono arrivata tanto lontano, anche se i cavalli occupavano la maggior parte del mio tempo.

Ale invece, era l’amico che quando avevo una giornata no con qualche battutina la faceva diventare sì, quando una gara andava male era lì a farmi ridere e tirarmi su il morale. 
Mi è stato vicino e mi ha aiutato a superare il periodo più brutto della mia vita. 
Inutile dire che è una persona davvero importante per me.

“Non ci credo” mormoro.
Apre le braccia e mi ci fiondo dentro. 
“Ma quanto sei cresciuta” mi stringe ancora di più a sé.
“Stai zitto. Non ci vediamo solo da quattro anni” ribatto.
“Mi sei mancata tanto” inizia a baciarmi ripetutamente la testa.
“Anche tu” 
Ci stacchiamo e rimaniamo a guardarci. Ha gli occhi lucidi.
“Non piangere che piango anche io” rido.
“Quattro anni sono così tanti” sussurra.
“Non ti facevo così sentimentale” lo prendo in giro.
“Ho anche dei difetti” ridiamo di nuovo.

Mi abbraccia, ancora, stringendomi come se ne dipendesse la sua vita.
“Ma insomma, dov’è finito l’Ale tutto battutine?” chiedo divertita.
“Si è fatto un attimo da parte”
“Ma c’è ancora?” 
“Puoi dirlo forte” mi fa l’occhiolino.

Dedico un attimo a guardarlo: capelli lisci e castani, legati in un piccolo codino. Occhi color cioccolata, accoglienti. Si è alzato uno sproposito. Adesso mi supera, anche se quando l’ho visto l’ultima volta era alto quanto me.

Quando allenavamo i bambini, lo prendevano sempre in giro perché dicevano che sembrasse una ragazza, complice anche la bassa statura, il che mi ha permesso di sfotterlo per anni.

“Ti fissano tutti. Forse dovrei presentarti” sciolgo l'abbraccio e mi giro.
“Bene, ragazzi, lui è Alessandro, un mio caro amico. Ale, loro sono Nicole e Carolina. Con Lando e Daniel ti conosci già, mentre Charles non credo di aver bisogno di presentartelo”

Salutano in coro.

“Sei amica con Charles Leclerc e non me l’hai detto? Sono offeso” mi sussurra all’orecchio.
“Sei venuto qui e non me l’hai detto? Sono offesa” ribatto.
“Ok, siamo pari. E per la cronaca, ti guarda in modo strano”
“Non è vero” 
“Se continua così divento geloso” borbotta per poi fare il broncio come i bambini.
“Smettila” ridacchio alla sua espressione.
“Però ti piace l’idea” sorride.
“Stai zitto o ti ci faccio stare” lo minaccio.
“Provaci” ribatte.

Mi allontano velocemente e mi avvicino a Lando.
“Finito di flirtare con il ‘caro amico’?” chiede con un ghigno.
“Ha-ha, molto divertente. Renditi utile. Porto il caro amico a fare un giro, almeno mi godo un po’ la Fiera senza che mille fan mi blocchino per ‘oh mio Dio Lando! Daniel! Possiamo fare una foto?’ e bla bla bla. Con voi non riesco mai a vedere niente”

“Ma se saprai a memoria tutti gli stand e i padiglioni” mi interrompe.
“Sono dettagli. Lasciami continuare. Vi lascio una missione”
“Sono tutto orecchie” si fa improvvisamente attento.
“Dovete badare al monegasco depresso. Stamattina l’ha lasciato Charlotte. Si è sfogato un po’ con me, ma eravamo di fretta. Fategli sputare fuori tutto, potete anche prendere la mia vaschetta di gelato alla crema nel frighetto-bar del van se è necessario. L’importante è che voglio vederlo stasera al Gala D’Oro. Tutto chiaro?”
“Sì signora. Ha l’onore di toccare la tua vaschetta di gelato? A me non l’hai fatto fare”
“Tu eri triste perché eri arrivato quindicesimo nella prima gara di stagione. Ti ho dato una bella strigliata senza gelato e infatti la gara dopo sei arrivato settimo. Lui è stato lasciato stamattina, è più grave”

“Gne gne gne” mi guarda male. “Cosa intendi con ‘lo voglio al Gala D’Oro stasera’?”
“Intendo che vi voglio stasera tutti quanti al Gala, non voglio mica andare da sola”
“Sarà fatto, capo”
Roteo gli occhi e torno da Ale. “Vieni a fare un giro?”
“Volentieri”

Ci incamminiamo fuori dal padiglione.
“Quindi, che mi racconti?”
“Oh, fin troppe cose”
“Pepe?”
“Pepe e gossip”
“Sai come conquistarmi, ragazzo”

Angolo autrice
Indovinate un po' chi ha mezzo fottuto la batteria del telfono?
Esatto, io.
Altro capitolo sfornato, ditemi che ne pensate!
A presto :)

Al tuo fianco | Charles LeclercWhere stories live. Discover now