Capitolo 32

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Stupida, stupida, stupida.

Questo mi ripeto, mentre rifaccio il borsone e mi preparo a raggiungere l’aeroporto per tornare a Monza.
Ma cosa mi è venuto in mente?
Come ho potuto bere così tanto da non essere nemmeno consapevole delle mie azioni?

Mi sono sfondata di drink, ho spaccato il naso ad un fottuto ragazzino e, dulcis in fundo, ho baciato Charles e se non ci avessero fermati, stamattina mi sarei ritrovata nel suo letto.
Continuo a borbottare imprecazioni, perché non mi sono mai lasciata andare così tanto.

Come lo dico a mia madre?
Come avrà giustificato la mia assenza? Non mi ricordo neanche di averla avvisata.

In questa settimana il telefono è rimasto perennemente spento, chiuso nel cassetto del comodino, perché semplicemente solo lo sfondo della schermata di blocco mi avrebbe fatto scoppiare a piangere.

Una foto di me e lui, in Valle d’Aosta, durante la nostra vacanza. Stavo facendo delle foto al paesaggio, lui mi ha abbracciata da dietro appoggiando il mento alla mia spalla. Avevo girato la fotocamera, mettendo quella interna e scattando in quel momento, in cui sorride timido.

Ma non avevo scelto quella.

Aveva poi alzato la testa, per guardarmi, e io mi ero girata verso di lui.
“Il panorama è bellissimo, ma mai quanto te” mi aveva mormorato, facendomi tremare il cuore e sorridere. Mi aveva poi stampato un bacio sulla guancia, che io avevo immortalato, e quella è la prescelta.

Mi sembra assurdo pensare che poco più di una settimana dopo, mi ritrovo a maledirmi perché ci siamo baciati e per cosa sarebbe successo dopo. Incredibile come le cose cambiano, eh?

Però questa situazione continua a risultare sospetta. Dopo ieri sera, Lando e Daniel sono diversi, e da quel poco che mi ricordo hanno parlato con lui, ma si ostinano a non dirmi niente.

Valli a capire, ‘sti due.

Il giorno prima lo insultano, la sera dopo gli sorridono.

Compongo il numero di Nicole, preparandomi già alla marea di insulti che mi rivolgerà.
“Nichi, amore mio”
Ma guarda un po’ chi si fa sentire! UNA SETTIMANA SENZA UNA PAROLA, CRISTO, DIANA!
Annuisco, in silenzio. La conosco fin troppo bene. “Mi perdoni se ti dico che tra poco sono a casa tua?”
MA TE SCHERZI! Hai idea di come mi sia sentita quando tua madre mi ha chiesto di te e io non sapevo assolutamente nulla? No, HAI IDEA?” continua, imperterrita.
“Dai, ho un sacco di cose da raccontarti”
Cos’è, quel cazzo di principe di Monaco ti ha fatto la proposta? E’ per questo che non ti sei fatta viva?
Deglutisco il nodo che ho in gola. “Io non…”
Didi? Oddio
“Ecco, ho un sacco di cose da raccontarti” ripeto, con voce flebile.
Scaccio la mamma, siamo solo io, te e i cani
“Sei fantastica”
Ti aspetto

Chiudo il borsone e sospiro.

[...]

Suono al portone e aspetto, impaziente.
“Sì, chi è?” la voce della mia amica mi distrae dai miei pensieri.
“Sabrina” rispondo, sarcastica.
“Sabri, cosa vuoi? Sto aspettando Diana, non posso adesso”
“Sono io, deficiente”
“Ma dai! Sali”

Ad accogliermi, i soliti cani che nonostante mi conoscano da una vita, continuano ad abbaiarmi.
Intravedo sua madre mettersi il cappotto e prendere la borsa. “Ma guarda te cosa mi tocca fare” borbotta.
“Monica lo sai che ti amo” mi avvicino a darle un bacio sulla guancia.
“Stai tranquilla” mi sorride. “E torna ad essere felice, anche senza di lui” mormora, e mi accarezza il viso dolcemente.

Ma non sa che io non sarò veramente felice, se lui non c’è.

Sento la porta chiudersi e tiro un sospiro.
“Vieni qui” mormora Nicole, stringendomi in un abbraccio. Comincio a piangere, sentendo le lacrime scendere, calde, sulla mia guancia, senza controllo, per l’ennesima volta in questi giorni.

Al tuo fianco | Charles LeclercWhere stories live. Discover now