Capitolo 36

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Sento i passi di uno dei miei cani salire le scale, poi un ticchettio, segno che sta percorrendo la stanza. Al contrario di quanto mi aspetti, non avverto nessun naso umido strofinarsi contro il mio viso.

“Ehi, ciao bello” mormora Charles, e capisco che è andato da lui. Traditore.
“Rimettiti a dormire, adesso mi alzo” mugugno ancora con gli occhi chiusi, ma sento comunque il materasso abbassarsi, il che vuol dire che si è alzato lo stesso.
“Charles, torna a letto, ci penso io” continuo a mugugnare, ma sta già scendendo le scale.
Sbuffo, mi metto a pancia in su e mi passo una mano sugli occhi, mugugnando, poi mi decido ad alzarmi.

Vado in bagno a lavarmi la faccia per svegliarmi un po’ di più, poi rubo la felpa di Charles, la mia preferita, nonostante porti a galla tanti ricordi.

Monza 2019.

Scaccio quei pensieri e scendo le scale, ancora assonnata.
“Principino, avevo detto che ci avrei pensato io” protesto, facendo qualche passo verso di lui. 
“Argo è venuto a cercarmi, e tu dormivi beatamente, quindi non volevo disturbarti”
“Non hai freddo?” chiedo, allo stesso tempo preoccupata e divertita, notando che è a petto nudo. Non posso certo lamentarmi, è una visione celestiale, però siamo a febbraio e se si ammala è un casino.

“Ma no, in casa tua c’è sempre caldo e si sta una meraviglia” ribatte, poi apre le braccia e invitandomi ad avvicinarmi. Lo accontento all’istante.
Gli circondo il collo con le braccia mentre le sue si chiudono intorno al mio busto. Appoggio un paio di volte le labbra sulle sue, e lo sento sorridere.

“Buongiorno” mormoro, guardandolo negli occhi e sfiorando il naso con il suo.
“Mi piacciono questi risvegli” mormora di rimando, facendomi spuntare un sorriso.
Ik hou van je” confesso, una delle poche volte in cui mi sento di esprimerlo ad alta voce, e probabilmente non ha neanche capito, ne sono consapevole.
“Je t’aime plus” risponde, sorprendendomi, per poi posarmi un casto bacio sulle labbra.
“E dai, non essere così stupita” sbuffa poi.
“Come sai cosa vuol dire?”
“Max mi ha insegnato un paio di frasi che sarebbero potute tornare utili, e poi sto cercando di imparare la tua lingua, visto che tu sai già la mia alla perfezione”
“Ti amo” ripeto, questa volta in italiano. “Ti amo, ti amo” continuo, scandendo volta per volta con un bacio, facendolo ridere.

“Mi spiace, ma questa felpa non te la do” dice poi.
“Ma come? E’ così bella, è la mia preferita”
“Sì, è anche la mia preferita” replica.
Sbuffo, per poi toglierla davanti ai suoi occhi, alzando inavvertitamente anche la maglia.
“Tenga, monsieur”
Mi squadra da capo a piedi. “Nemmeno questa maglia è tua”

“Senti, era tardi e non avevo voglia di cercare il mio pigiama, visto che me l’hai gentilmente lanciato da qualche parte ieri sera” borbotto, mentre lui sorride fiero.
“Ma come, non apprezzi i miei gesti d’amore?” si avvicina pericolosamente al mio viso, mentre le sue mani si infilano sotto alla maglia.
“Non ho detto questo” ribatto, allontanando le sue braccia e prendendo le mani nelle mie. “Facciamo colazione?” chiedo dolcemente, facendolo annuire energicamente.

Gli lascio un bacio sulla guancia, per poi avviarmi in cucina e aprendo il mobile dove tengo quella specifica scatola. La cerco, la ricerco, non c’è, eppure non mi ricordo di averla spostata…

“Charles, hai toccato la mia scatola delle pillole?” chiedo, confusa, aggrottando le sopracciglia.
“No, perché?” mi affianca, più confuso di me.
“Non c’è, ma non la sposto mai”
“Magari è in bagno, hai controllato?”
“Mi sembra strano, però non si sa mai” vado in bagno, apro tutti i mobiletti più volte, ma non c’è. Al piano di sopra sono sicura di no, stamattina l’avrei vista.

La mia ricerca è interrotta dal campanello, e sono costretta a tornare di là. Apro la porta, trovandomi mia madre.

Non sono proprio nelle condizioni per farmi vedere da lei. Con la maglietta addosso e basta? 
Charles a petto nudo?
Mi presento così a lei, che è da ‘niente sesso prima del matrimonio’?
Sono spacciata.

Al tuo fianco | Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora