Capitolo 10

529 15 0
                                    

Charles' pov

“Visto che sei la vincitrice, dobbiamo andare a festeggiare. C’è una discoteca vicino all’hotel” propone Lando una volta usciti dal padiglione. Diana sbuffa sonoramente.
“Dai Didi, non fare la sessantenne. Sarà divertente” cerca di convincerla Daniel.
“Esatto, lasciati andare!” la incitano le sue amiche.
“Vi detesto, ma se insistete ok” cede. “Dobbiamo cambiarci, però, a meno che non vogliate andare laggiù conciati così”
Ci incamminiamo verso le auto e sento Diana mormorare qualcosa, tipo: “Non entro in una discoteca dalla maturità”
Soffoco una risata.

Sarà divertente.

[...]

 
Quando arriviamo in discoteca, è pieno di gente e la musica rimbomba nelle orecchie.
Le due ragazze si fiondano sulla pista, seguite da Lando e Daniel; Diana si dilegua nella folla e la perdo di vista. Io, sinceramente, non so dove andare: di solito mi piace andare per locali, ma oggi non sono proprio dell’umore.
Mi dirigo verso il bancone del bar e ordino una Coca-Cola. Rimango a chiacchierare con il barista fino a che un ragazzo ubriaco attira la sua attenzione. 
Do una rapida occhiata in giro: le ragazze ballano insieme a Dan e Lando si è impossessato della postazione da DJ. Nessuna traccia di Diana.

Finisco la mia bibita e vado a cercarla: nei divanetti non c’è, in bagno non c’è, al bancone non c’è. Che sia uscita fuori? E’ l’ultima opzione rimanente.
Esco dal locale e la trovo seduta su un muretto. Mi avvicino lentamente.

“Ehi, che ci fai qui?” mi siedo vicino a lei.
“Pensavo. E tu?” si gira verso di me.
“Ti stavo cercando. Gli altri sono tutti a ballare e Lando sta facendo il DJ”
Rotea gli occhi al cielo ridacchiando e prende un sorso di quello che sta bevendo. C’è poca luce, non riesco a capire che cos’è.
“Birra analcolica” mi spiega.
“E’ quella della pubblicità con Daniel, giusto?” chiedo divertito. Lei annuisce.

“Comunque, non vai a divertirti con gli altri?” mi chiede dopo qualche minuto di silenzio.
“Oggi non sono dell’umore” rispondo con una smorfia.
“Giusto, scusa. Com’è andata la seduta dagli psicologi oggi pomeriggio?”
Alzo le spalle. “Bene, credo. Abbiamo parlato mentre mangiavamo il tuo gelato. Molto buono, tra l’altro”
“Infami. Era solo per te”
“Onorato” rido.

Segue il silenzio.

“Complimenti per l’esibizione di stasera comunque, sei stata impressionante”
“Grazie” sorride leggermente.
“Ho notato il filmato che stavano proiettando mentre suonavi Experience” aggiungo flebilmente. Capisco che sia un argomento delicato.
Annuisce. “So che Ale te ne ha parlato. E so anche che ci sei passato anche tu”
“Non mi ha detto niente, in realtà. Mi ha solo spiegato che quelli eravate tu e tuo padre, ma ha detto che stava a te dirmi altro, quando ti saresti sentita pronta”
Abbassa la testa e sospira.

“Experience era il suo brano preferito in assoluto, idolatrava Einaudi e questo amore l’ho ereditato. Me l’ha insegnato, e ogni volta che mi sentivo giù lui me la suonava. Era la nostra canzone, e continua ad essere tra le mie preferite. Voleva che al suo funerale, io la suonassi per lui. E così ho fatto, trattenendo le lacrime per non rovinarla, anche se era fottutamente difficile. Questo brano mi porta a galla tantissimi ricordi, belli e brutti. Oggi me l’hanno chiesto, in suo onore, perché diversi organizzatori di Fieracavalli lo conoscevano ed erano suoi amici. Come potevo dire di no? Ma rivivere tutti i nostri ultimi momenti è stata dura, infatti come hai potuto notare non ho resistito abbastanza. Experience ha ed avrà sempre un pezzo del mio cuore, ma ormai la suono poco e niente perché semplicemente non riesco” sussurra le ultime parole.

“Mi dispiace” è l’unica cosa che riesco a dire. So esattamente cosa si prova e niente di ciò che dice la gente può migliorare il vuoto che ti lascia la perdita di una persona a cui si è così legati.

Al tuo fianco | Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora