Capitolo 25

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Ho passato uno dei migliori Natali che abbia mai festeggiato. Il posto dove abbiamo alloggiato era stupendo, e poi stare con Charles e la sua famiglia non ha prezzo.
Sono arrivata incredibilmente all’anno nuovo, che ho deciso di aspettare insieme ai miei amici nella mia amata Savona. Non ci vengo da tempo immemore, e vedere di nuovo tutti quanti mi elettrizza non poco.
Abbiamo deciso di fare la grigliata a casa di Cecilia e goderci l’anno nuovo con le birre in mano, tra di noi, come ai vecchi tempi.

Scendo dalla scaletta del treno e osservo la stazione, che per anni è stata il mio rifugio mentre aspettavo la corriera per andare a scuola. In tempo record sento il telefono squillare.

“Dica” rispondo.
Sei arrivata? Tutto ok?” la voce del mio monegasco mi fa sorridere, ma anche roteare gli occhi al cielo.
“Charles, sei più apprensivo di mia madre”
Mi preoccupo per la mia ragazza perché ci tengo, sai com’è” ribatte.
“Ma sì principino, apprezzo la tua apprensione”
Meno male
“E tu? Arrivato a Londra?”
“Sì sì, da poco. Comunque pensavo che dovremmo fare una vacanza tutti insieme quest’estate
“Il mio e il tuo gruppo di amici? Sicuro?”
“Sì, perché?
“Io te lo dico, i miei sono come dei ragazzini. E poi siamo tanti”

Stiamo sul serio organizzando una vacanza insieme?

Non siamo meglio" ridacchia. "Poi volevo farne una solo io e te

Colpo di grazia. 

“Io e te?”
Esatto. Non va bene?
“No no, va benissimo” mi affretto a rispondere, poi intravedo uno dei miei amici che mi fa segno. ”Charles, devo andare adesso. Ci sentiamo dopo?”
Certo

“Lucci caro” lo chiamo.

Mi guarda malissimo, odia quando lo chiamo così, ma che posso farci? In fatto di soprannomi, Ale è un genio.

“Giuro che un giorno o l’altro vi uccido, te e l’altro” è il suo saluto.
“Ammettilo che ti sono mancata” 
“Magari un pochino” borbotta. “E dai, vieni qui” apre le braccia e mi ci fiondo dentro. Io e lui abbiamo un rapporto fraterno, ci prendiamo in giro sì, ma ci vogliamo anche un bene dell’anima.

“A che ora ci vediamo a casa di Cecia?” chiedo curiosa mentre entriamo in macchina.
“Non lo so, ha detto che possiamo andare quando vogliamo” alza le spalle. “Ah, e comunque…” si schiarisce leggermente la voce. “Voglio fare la proposta a Saida”
“NO, SUL SERIO?”
“Eh già, stasera”

Iniziamo a parlare del più e del meno, di come ha organizzato la cosa, il contributo del resto del gruppo eccetera eccetera.

“E invece tu? Novità?” mi chiede, imboccando il viottolo di casa loro.
“Ho trovato qualcuno” ammetto e tra un po’ salta di gioia.
Diciamo che non l’ho superata proprio alla grande l’ultima volta e quindi che sia riuscita ad andare avanti è un bel traguardo.
“Quindi com’è, come si chiama? Da dove viene?” parte con le domande a raffica.
“Preparati che se te lo dico non ci credi”
“Ma figurati, chi sarà mai”

“Viene dal principato di Monaco, è alto, ha gli occhi verdi, capelli marroni, simpatico, dolce, e si chiama Charles”
"Leclerc?" sgrana gli occhi.
Annuisco sorridente.
“Non è vero”
“No?”
“Cioè spiegami” unisce le dita delle mani e mi guarda. “Tu sei passata da un imbecille a Charles Leclerc? Un pilota di Formula Uno?”
“E che pilota”
"Questo sì che è un salto di qualità"
Da bravo ‘fratello maggiore’ mi fa il terzo grado e chiarisce da subito che se fa qualcosa per ferirmi, indipendentemente da chi è, è un uomo morto.

Il solito, quindi.

Tra una peripezia e l’altra raccogliamo anche Saida e arriviamo a casa di Cecilia, dove mi prendo qualche minuto per parlare in chiamata con i miei adorati piloti papaya, nonostante Daniel ormai sia tornato alla Red Bull. A causa della distanza e dei diversissimi fusi orari tra Australia, Regno Unito e Italia, ci sentiamo poco, ma quando ci riusciamo parliamo per ore ed ore.

Al tuo fianco | Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora