•60 ISABEL

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Seduta con compostezza, con l'ennesimo bicchiere in una mano pronta a portarlo alle mie labbra arricciate dal fastidio, e il cellulare nell'altra. I suoi occhi mi guardano di tanto in tanto mentre continua a conversare e ridere con la sua 'vecchia amica'. Sto in tutti i modi cercando di mostrare indifferenza, ma il mio corpo è teso, e sto combattendo contro l'irrefrenabile voglia di spaccare la faccia ad entrambi.

La bionda ossigenata continua a fingere che io non sia sua moglie e che non stia assistendo ai suoi miseri tentativi di sedurlo e continuo a chiedermi perché debba toccarlo ogni volta che dice qualcosa. È anche vero che il nostro matrimonio è basato su una menzogna, non è altro che un semplice accordo e che ha una scadenza, ma questo lei non lo sa.. e continua comunque a comportarsi come una papera in calore.

"Già che ci sei, perché non lo inviti a ballare?" chiedo abbastanza indispettita provocando ad Harry un mezzo sorrisetto soddisfatto. "Oh davvero? non ti dispiacerebbe?" La sua risposta mi sciocca, mi aspettavo che non avesse cervello e un briciolo di dignità, ma non fino a questo punto. Mando giù quel che resta del mio drink in un solo sorso e prima che io possa risponderla Harry mi precede. "Sembra una buona idea." Accetta l'invito in pista da quella donna, e sono sicura che l'abbia fatto solo per il gusto di vedermi infastidita. "Che cosa?!" Chiedo, più a me stessa che a lui, scioccata dal fatto che mi stesse in un certo senso mancando di rispetto davanti a una perfetta sconosciuta.

Un'espressione grezza gli attraversa gli occhi verdi, prima di alzarsi e avviarsi verso la pista da ballo insieme all'oca. Decido così di non dire altro, non gli darò la soddisfazione di vedermi andare di matto. Quando mi giro dall'altro lato, trovo Jace ed Helena fissare la scena con gli occhi sbarrati e comincio a percepire il mio disagio. Mi ha messa in imbarazzo, non solo con la tipa, ma anche davanti ai miei colleghi e amici.

Prendo un lungo respiro, passandomi le mani nei capelli e mi alzo per raggiungere i ragazzi. "Pigiama party a casa di uno di voi?" propongo con finto entusiasmo che i miei amici percepiscono subito. "Facciamo da me." Risponde immediatamente Helena. "È perfetto! Andiamo subito?" chiedo impaziente. Non posso più assistere a questo teatrino. I ragazzi annuiscono e ci dirigiamo subito verso i guardaroba del locale, dove abbiamo riposto i nostri cappotti. Ritirato tutto, raggiungiamo l'uscita e proprio mentre sto per entrare in macchina, la porta del locale si spalanca ed il coglione fa la sua comparsa.

Mi giro a guardarlo con gli occhi rossi dalla rabbia e dall'odio che provo al momento per lui, e a meno che non mi dia una buona ragione per non farlo, lo odierò anche domani. "Che cosa vuoi Harry?" Chiedo furente. "Dove stai andando?" Chiede di rimando con un espressione dura sul viso. "Perché pensi che ti darò una spiegazione?" Controbatto incrociando le braccia al petto. "Non si risponde a una domanda con un'altra domanda!" Mi provoca usando le mie parole contro di me. "Oh, ma tu lo hai appena fatto!" Ribatto secca. "Ma quasi dimenticavo che tu, il grande e potente Harry Edward Styles, puoi fare o dire tutto, ma chi ti sta intorno no!" Sputo velenosa. "Che cosa intendi?"

"Intendo che non posso stare con una persona che.." vedo un accenno di sorriso sulla sua bocca e mi blocco subito, lasciando fuoriuscire dalle mie labbra un lungo sospiro frustrato. "Lascia stare, davvero. Tornatene dalla tua vecchia amica dentro, io devo proprio andare." Apro il portello dell'auto e mentre sto per salire lo sento parlare, di nuovo. "Non mi hai ancora detto dove vai!" Asserisce. "Mi pare di averti già detto che non te lo dirò. Già che ci sei, offrile pure un letto dove dormire, potrà usare la mia stanza, io non tornerò."

"Non puoi lasciarmi, Isabel." Afferma con tutta la calma del mondo. "Ah no?" Sollevo gli angoli della bocca formando un piccolo sorriso cinico. "E perché? perché nessuno può osare farlo?"

"Perché il contratto non è ancora scaduto." Risponde immediatamente con ovvietà. "Nel nostro contratto non c'è nessuna clausola che mi vieta di andare dove voglio. Fidati se ti dico che lo saprei, l'ho riletto così tante volte prima di firmare, che se me lo chiedessi potrei recitarlo anche a memoria." Noto il suo sguardo farsi di nuovo duro e il suo petto gonfiarsi. Segno che la sua rabbia cresce di minuto in minuto. "Non ha senso, sei comunque mia moglie.."

Per un istante, riesco a guardarlo solamente, con una stupida incredulità, che subito viene sopraffatta dalla rabbia. "Non ha senso il fatto che tu venga a sottolinearmi che io sia tua moglie, Harry. Nulla ha valore, il nostro matrimonio ha una data di scadenza, te lo ricordi?" Scuoto la testa rilasciando una piccola risatina isterica. Vorrei proprio spaccargli la faccia.

"E tu non sei sposata con uno qualunque, ma con me, che sono perennemente sotto i riflettori. Una sola notte non trascorsa con me a casa, e lo noterebbero tutti. Te lo ricordi?" Chiede di rimando, assottigliando lo sguardo fino a far diventare gli occhi, due piccole fessure.

"Se tu sei un egoista, menefreghista, egocentrico, perché non dovrei esserlo anch'io?" La mia domanda retorica, arriva al suo sguardo palesemente arrabbiato, e scoppio di nuovo in una risata, ma sta volta, completamente vuota.

"È un tuo problema, Harry. Non ho intenzione di ascoltarti!" Salgo finalmente in macchina, e vado via.

L'accordo ||HS||Where stories live. Discover now