•57 ISABEL

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Sono passati due mesi e sono ancora l'assistente personale del peggior capo del mondo. Due mesi in cui gli alti e bassi non sono mancati affatto. Insomma, io mi chiedo ancora come facciano gli impiegati di quest'azienda a lavorare qui. Se non fosse perché sono testarda e orgogliosa, sarei scappata a gambe levate già dal primo giorno. Ma oltre a questo, sono determinata e.. odio perdere.

Ma devo anche ammettere, orgogliosamente direi, che questo lavoro mi ha portato molti benefici. Ho conosciuto delle persone fantastiche, io Jace e Helena siamo inseparabili ormai, oltre al fatto che sono riuscita ad ammorbidire Harry Styles.
Ancora duro come una roccia, senza ombra di dubbio, non che sia mai successo nient'altro tra di noi, da Parigi. Ma almeno siamo più vicini di quanto mi sarei mai aspettata.

Non c'è più silenzio in casa, o conversazioni occasionali. Parliamo quasi di tutto e abbiamo addirittura stabilito un giorno della settimana per guardare un film insieme. É diventata come una tradizione per noi. Sto bene, sono felice.

"Sono tornata!" Esclamo entrando, lasciando come al solito borsa e giacca all'entrata. E come da routine, mi sfilo i miei vertiginosi tacchi. Non ricevo alcuna risposta, anche se posso giurare di aver visto la macchina di Harry parcheggiata fuori. Io mi sono fermata, con i ragazzi dopo il lavoro per un caffè, come succede ormai spesso.

Imbocco il corridoio che porta in cucina e sento un forte odore di cibo e mi chiedo subito cosa abbia preparato di buono stasera Juliet. Ma non appena metto piede in cucina, sento una mano sulla schiena guidarmi verso uno degli sgabelli.

"Siediti." Mi invita Harry, facendomi sussultare. "Mi hai spaventata!" Lo rimprovero. "Dov'è finita Juliet?" Chiedo mentre prendo posto su di uno sgabello e lo osservo muoversi attorno a me. E quasi non mi viene un attacco di cuore. "Le ho dato la serata libera." Il suo tono di voce è sorprendentemente dolce.

L'unica cosa che indossa, sono dei pantaloni di tuta che gli cadono bassi in vita mostrando più di quanto ci fosse da nascondere. Deglutisco e provo a distogliere lo sguardo, ma i miei occhi sono incollati all'uomo senza maglia che destreggia con pentole e piatti, di fronte a me.

Quando si gira, mi trattengo dal saltare l'isola della cucina e lanciarmi su di lui, perché, sinceramente sono stanca di sentirmi così assetata. E lui lo sa. Sa che lo sto fissando, sa che sto fantasticando e sa anche che capita ogni volta che fa qualche mozza azzardata.

Lo fai apposta, figlio di puttana!

"Puoi mettere una maglia, per favore?" Sembra confuso dalla mia domanda e non smette di guardarmi. "Perché?" La sua voce è roca e vizia l'aria che ci circonda. Si comporta come un innocente che ha soltanto preparato una buona cena.

"Che vuol dire perché?" Chiedo mentre mi sento sul punto di andare a fuoco.
"Ti infastidisce?" Ribatte. Che domanda stupida. Lo sappiamo entrambi che sta tentando di avere risposte sul farmi ammettere che sono attratta da lui.
E ammetterlo significherebbe dargliela vinta.

"No." Rispondo secca. "Ma devi metterti una maglia." Lui si stringe nelle spalle con nonchalance. "È casa mia, potrei girare anche senza mutande, se volessi, sai.." Le sue labbra si muovono appena mentre lo dice ed io voglio davvero prendere la sua testa e sbatterla contro qualcosa.

"Oh, sei insopportabile." Mormoro. Lui alza gli occhi al cielo e spinge un piatto verso di me, così osservo quella che sembra essere la pietanza più gustosa che abbia mai visto. Oppure é solo la fame. Lo scoprirò tra meno di un'attimo.

Dopo aver preso il primo boccone le mie papille gustative spiccano il volo e mi ritrovo in paradiso. Chiudo gli occhi e mi godo quel sapore spaziale. Quando li riapro un'attimo dopo, lo trovo a fissarmi con uno sguardo divertito.

"Stai per piangere?" Un sorriso mi si dipinge sulle labbra per un secondo inclinando la testa di lato. "Perché, vuoi offrirmi la tua spalla?" Rispondo mentre mi alzo per prendere l'acqua dal frigo che si trova alle sue spalle.
"Ci sono molte cose che potrei offrirti." Ribatte. Mi giro posizionandomi alle sue spalle "Oh! Signor Styles, quanto è malizioso!" Con un dito traccio una linea invisibile sulla sua spalla nuda. Si irrigidisce al mio tocco e con uno scatto fulmineo si gira e mi afferra il polso stringendolo nel palmo della sua mano

"Ahi! Ti piace brutale?" Lo provoco, incurvando gli angoli della bocca. "Smettila!" Asserisce, rivolgendomi uno sguardo profondo. "Altrimenti?" Chiedo con voce bassa. "Non ti piacerebbe la mia reazione." Mi minaccia, lasciando andare il mio polso con lo sguardo infiammato.

"Oh, non ti ho mai detto che mi piacciono le punizioni?" Continuo a stuzzicarlo. Lui stringe la mascella ed io gli rivolgo un ghigno soddisfatto. "Isabel!"

"Come mi vorresti? In ginocchio a supplicarti?" Mi alzo sulle punte per avvicinarmi di più al suo viso. "Sull'isola della cucina? Oh.. ho trovato, nuda sulla tua scrivania in ufficio.."

"Stai zitta, Isabel!" Mi interrompe, credo al limite della sopportazione.
"Continui a dirlo, ma sai, potrei parlare fino a domani se volessi.." e prima che potessi dire un'altra parola, capovolge la situazione spingendomi contro il frigorifero e imprigiona le mie braccia in alto.

Siamo così vicini che sento il suo respiro sulla mia pelle, il contatto con il suo corpo è caldo e.. prepotente. Harry avvicina il suo viso ai miei capelli e ne respira l'odore. Poi si china verso il mio orecchio "Conosco diversi modi per zittirti." Sussurra con voce roca, provocandomi un vuoto allo stomaco. Ma rimango lì, ferma. "Alcuni potresti non immaginateli neanche." Mi libera dalla sua presa.

"Alcuni potrebbero addirittura sconvolgerti, sai?" Sento una delle sue mani sul mio fianco, e con l'altra mi aggiusta i capelli dietro l'orecchio. Lo lascio fare, in silenzio.
"Ti si potrebbe bloccare il respiro." Continua accarezzandomi le labbra con le dita. "..e il sudore ti bagnerebbe la fronte." Sussurra a un millimetro dalle mie labbra. Provocandomi una sensazione indecifrabile.

Baciami, brutto figlio di puttana!
É tutto quello a cui riesco a pensare.

Ma non lo fa! Harry si scosta da me, come fa ogni volta che sta per cedere e indietreggia senza distogliere i suoi occhi caldi dai miei.

L'accordo ||HS||Where stories live. Discover now