•35 HARRY

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Mi sveglio con un tremendo mal di testa. Le orecchie mi fischiano, mi martellano le tempie ed ho la bocca che sa di cotone. Mi guardo intorno in cerca di acqua e noto subito una bottiglietta sul mio comodino. Isabel, ricordo vagamente che mi ha accompagnato in camera da letto stanotte. Che angelo maledetto.

L'ho anche sognata, e questo non rende di certo più facile la mia sbornia. Ricordo che nel sogno eravamo nella mia macchina da corsa, lei era proprio accanto a me. Stavamo correndo lungo la pista dove di solito gareggiavo clandestinamente, ma i miei occhi non erano sulla strada, erano su di lei. Stava attorcigliando una ciocca dei suoi lunghi capelli, mentre cantava a squarciagola una delle sue canzoni che di solito ascolta quando è in macchina. Poi si voltò verso di me e mi rivolse il più bel sorriso che avessi mai visto prima, mentre i suoi occhi da cerbiatta brillavano per me.

Poi i miei occhi si sono aperti, sono sveglio. Ho fatto una doccia veloce ed ho lasciato la villa il più velocemente possibile non volendo incontrarla. Il fatto che io l'abbia addirittura sognata mi fa davvero strano, non voglio dimenticare il motivo per cui odio le donne, non voglio dimenticare il motivo per cui non sopporto che io sia sposato per finta con una donna che non conosco neanche. Non mi sono neanche fermato per la colazione, il solo pensiero del cibo è sufficiente a farmi vomitare anche l'anima.

Quando arrivo in azienda, trovo mio padre seduto sul mio divano, nel mio ufficio. "Questa si che è una sorpresa." Dico ironicamente mentre prendo posto sulla sedia dietro la mia scrivania. "Buongiorno" aggiungo. "Buongiorno a te, figliolo." Risponde immediatamente sorridendo.

"Cosa ti porta qui così presto, papà?" Sorrido a mia volta. "Volevo soltanto informarti personalmente che ho fatto cancellare tutti i tuoi impegni e le tue riunioni di oggi e domani" dice mentre si strofina le mani sulle ginocchia come se nulla fosse. Corrugo immediatamente la fronte e sto per sbottare, ma ci ripenso e mi mordo la lingua per cercare di mantenere la calma. Se c'è una cosa che odio, è proprio quando agiscono per me, senza neanche prima parlarne con me.

"Potresti gentilmente, anche informarmi del perché lo hai fatto?" Attendo e spero impaziente che la sua risposta non mi faccia ricredere sull'idea di mantenere la calma. "Perché voleremo a Parigi per un gala, e al tavolo con noi ci saranno il signor Specter e sua moglie." Il signor Specter é il proprietario di un hotel a Parigi che stiamo cercando di acquisire. Abbiamo discusso con lui per oltre un anno e devo dire che ultimamente sembra essere più d'accordo con l'idea.

"Oh, in questo caso allora.." mi strofino le mani e ammicco un mezzo sorrisetto. "Dovrai fare del tuo meglio stasera, Harry." Mi raccomanda mio padre. "Faccio sempre del mio meglio." Ribatto sicuro di me. "Bene.." si alza per andare via. "Oh, Harry.. come ho già detto, il signor Specter sarà lì con sua moglie, Isabel verrà con noi."

Isabel. E subito mi tornano in mente altri fatti di stanotte: le ho parlato della troia, cercatrice d'oro. Le ho mostrato le mie debolezze, l'ho probabilmente svegliata dal sonno con tutto il trambusto che ho causato e che... cazzo... ha dovuto ripulire lei da sola. Per non parlare di quanto l'ho spaventata.

"Harry?! È tutto chiaro?" Mio padre mi guarda insistentemente. L'unica cosa chiara é che non se ne andrà, fin quando non confermerò i suoi progetti. "Si, ho capito. Tutto chiaro." Gli faccio un lieve cenno con la testa per rassicurarlo. "Ottimo. Ci vediamo alle 11:30 all'aeroporto. Avvisa tua moglie." Ripete prima di salutarmi con un cenno della testa e sparire nei corridoi che conducono agli ascensori.

L'accordo ||HS||Where stories live. Discover now