•30 HARRY

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Non sono un eroe. Chiunque mi conosce, sa che non sono il tipo di uomo che viene salvato da una donna, io sono il tipo di uomo da cui le donne vengono salvate di solito, eppure questa volta sento l'esatto contrario. Più mi prendo cura di lei, e più ho come la sensazione che lo stia facendo lei con me.

Sono sempre stato il cattivo che tutti dipingono, in tutto e per tutto e non mi scuserò mai per questo, neanche me ne vergogno. Ma se c'è una cosa di cui mi vergogno ultimamente è il fatto che io con questa donna, probabilmente ci abbia davvero visto male. Non sembra essere un'arrampicatrice sociale, non è minimamente interessata al mio denaro o a fare la regina di casa, non permette neanche al mio staff di svolgere il proprio lavoro e questo lo ha dimostrato dal giorno in cui ha messo piede alla villa, ed io non l'ho trattata proprio bene.

Questo non cambia il fatto che siamo vincolati da un accordo assurdo che presto salterà, e che tra di noi non è nato e non nascerà mai nulla. Nonostante io stia iniziando a nutrire del semplice e nient'altro che rispetto per lei. Ci sono pochissime cose che hanno importanza per me, la mia famiglia, il mio lavoro e la mia vita sono le cose prioritarie e rimanere il marito di una sconosciuta che non amo, non rientra tra quelle. Non è il momento per abbandonarla, ne riparleremo quando si riprenderà, sta soffrendo ed io conosco il dolore, come il dolore conosce me, siamo vecchi amici e mi sono abituato al fatto che sarà sempre così. Perché il dolore, nella vita, arriva sempre, in forme diverse, ma arriva. Ed io, più di chiunque altro comprendo appieno il suo dolore ed il suo lutto.

Sento la porta aprirsi e mi raddrizzo sulla sedia su cui sono seduto, quando alzo gli occhi vedo Isabel sulla soglia con la sua borsa tra le mani. "Sono pronta" mi avvisa accennando un debole sorriso. Annuisco prima di ritornare in piedi ed avvicinarmi a lei "allora andiamo" le dico e lei annuisce "vuoi darmi la borsa?" le chiedo allungandole una mano. "Harry!! Sono svenuta, non sono diventata storpia." ribatte alzando gli occhi al cielo prima di avviarsi lungo il corridoio.

Cammino dietro di lei fino all'uscita dell'ospedale, quando ad un tratto si ferma e la vedo guardarsi intorno. "È davvero una bellissima giornata, ti va di camminare?" Chiede. Mi giro verso di lei con la fronte corrugata "vuoi camminare? è novembre e non mi sembra appropriato dato che stai appena uscendo da un ospedale" rispondo sperando che cambi idea, ma Isabel sbuffa e incrocia le braccia al petto "Non essere paranoico Harry, ho avuto un semplice collasso. E poi la gente cammina anche a novembre, sai.." ribatte con un ghigno. "Bene" mi arrendo scrollando le spalle "così sia" sospiro.

Stiamo camminando in silenzio e per mia fortuna per strada non ci sono molte persone, odio stare nei posti affollati. Sento appena i suoi passi lievi che in un certo senso, mi danno conforto. È passato così tanto tempo dall'ultima volta che ho fatto una passeggiata a piedi, che mi sono dimenticato di quanto fosse bello e terapeutico respirare l'aria fresca che mi accarezzava il viso.

Stiamo percorrendo la 201 E 24th St. Quando Isabel si ferma di scatto rimanendo a guardare meravigliata il club più esclusivo della città. Il polar lounge iceberg. "È spaziale" sussurra più a se stessa. Estrae il cellulare dalla tasca posteriore dei suoi jeans attillati e scatta una foto alla struttura di ghiaccio mentre io osservo ogni suo movimento. Sembra così aggraziata. Non dico nulla, aspetto che finisca di fare il book fotografico all'edificio prima di incamminarci di nuovo verso la villa.

"Non ne avevi mai visto uno?" le chiedo indicando alle mie spalle, il club ormai in lontananza. "No" scuote la testa "Sono veramente poche le cose che ho visto nella mia vita" dice stringendosi nelle spalle. "Fa davvero freddo lì dentro?" aggiunge imbarazzata. "beh si, ci sono -5 gradi li dentro, ma all'ingresso ti muniscono di mantella termica e guanti" ammicco un mezzo sorrisetto. "Owh" annuisce, sembra curiosa ma non chiede altro.

Così senza aggiungere alto anch'io, prendo il cellulare e mi metto a scrivere un messaggio a Liam.

A LIAM: RAGAZZACCIO, SEI LIBERO STASERA?

Aspetto la risposta che per fortuna non tarda ad arrivare:

DA LIAM: DA QUALE PULPITO... LIBERO COME UNA LIBELLULA, HAI IN MENTE QUALCOSA?

A LIAM: POLAR LOUNGE?

DA LIAM: CI STO, TUA MOGLIE STA BENE? SE LA SENTE?

A LIAM: È TUTTO SOTTO CONTROLLO AMICO, CI VEDIAMO LI ALLE 11

L'accordo ||HS||Where stories live. Discover now