•21 HARRY

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Lascio l'ufficio di mio padre, riprendo la mia macchina e comincio a girare per le strade di New York senza una meta. Salto da un posto all'altro senza mai fermarmi, poi il mio cuore mi guida nel posto in cui è rimasto 7 mesi fa, insieme a lei.

Parcheggio la macchina all'entrata del cimitero e mi dirigo verso la nuova casa di mia madre. Mi piace pensare al fatto che sia solo la sua nuova casa e non il cimitero, mi piace pensare al fatto che si sia solo trasferita da un'altra parte e non che mi ha lasciato per sempre.

Una parte di me non ha mai accettato la sua morte e sono più che sicuro che non lo farò mai. Come si suol dire - La morte di un genitore è raramente prevista e mai accettata.

Mia madre era tutto ciò che mi salvava ogni giorno dalla mia fottutissima vita incasinata, mi salvava da me stesso. Lei era l'unica al mondo che sapeva, sapeva come mi sentivo ancor prima che glielo dicessi, sapeva del mio cuore.. sapeva di tutto, qualsiasi cosa.

Io non ho perso solo mia madre, ho perso anche il piacere della sua compagnia, il suo affetto, la serenità dei suoi giudizi, la sua impagabile quiete, la sua comprensione ed i suoi preziosi consigli. Ho perso quel poco di amore rimasto per me.

Mi fermo proprio dinanzi alla sua lapide e fisso il suo volto incorniciato su quel pezzo di marmo freddo come il ghiaccio. "Mamma.." dico con voce rotta e cerco di tenere a freno il cumulo di emozioni che stanno per travolgimi.

"Vorrei che tu fossi qui per dirmi cosa fare" continuo. "Mi manchi così tanto.. ed io.. io sono stanco."
Un sospiro affranto lascia le mie labbra e mi piego sulle ginocchia coprendomi il viso con le mani.

Dopo aver passato mezz'ora buona con lei, decido di tornare a casa. Dopo averle cambiato l'acqua dei fiori e aver pulito il suo posto come si deve. Come se il destino mi stesse dando un segno, il vento fa rotolare qualcosa proprio davanti ai miei piedi che attira subito la mia attenzione. È un fiore, rosso..

Non so che fiore sia, però la curiosità prende il sopravvento e decido di raccoglierlo e portarlo con me, voglio saperne di più

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Non so che fiore sia, però la curiosità prende il sopravvento e decido di raccoglierlo e portarlo con me, voglio saperne di più. Alzo gli occhi al cielo prima di andare "Grazie mamma" dico sorridendo e me ne vado via.

-Isabel-

Dopo la colazione, esco di casa come previsto e vado a trovare mio padre in ospedale.
La sua situazione non è cambiata affatto, nessun peggioramento per fortuna, ma neanche nessun miglioramento.

Resto seduta al suo fianco per ore, gli ho parlato del più e del meno. I medici dicono sempre che gli fa fatto bene ascoltare, gli da più stimoli, nonostante stia dormendo ormai da un bel po'.
Ogni volta gli racconto le mie giornate, gli racconto sempre cose nuove e spesso ascoltiamo insieme anche della buona musica.

Quando l'orario di visita termina, lo saluto come mio solito con un bacio in fronte e vado via.
Mi vien voglia di passare da Kim mentre sto tornando a casa, per prendere delle gardenie ma subito cambio idea non appena mi ricordo del modo in cui mi ha trattata la sera prima. Se avesse voluto sentirmi mi avrebbe richiamata, ma non lo ha fatto. Così, mi dirigo direttamente alla villa.

Arrivo all'entrata e c'è Harvey alla sua solita postazione. "Buonasera Harvey" saluto gentile. "Bentornata signora Styles. Mi dia pure le chiavi, ci penso io" risponde l'uomo e senza dire niente, gli porgo le chiavi della mia macchina e lo ringrazio con un cenno della testa prima di entrare in casa.

Seduto sul divano in soggiorno trovo Harry che fissa e rigira qualcosa tra le mani. L'imbarazzo subito si impadronisce di me. Dal momento in cui gli ho detto la verità non so proprio come comportarmi.
"Buonasera Harry" dico solamente, senza ricevere nessuna risposta da parte sua. Non si muove di un centimetro.

Poso la borsa ed il cappotto sull'apposito attaccapanni e prima di potermi dirigere verso camera mia, mi richiama. "Isabel" dice quasi in un sussurro.
Mi giro a guardarlo aspettandomi che sbottasse da un momento all'altro. "S-si Harry?" deglutisco a fatica e aspettandomi solo il peggio.

"Puoi avvicinarti?" Chiede e mi avvicino senza dire una parola. Harry mi fa segno di sedermi accanto a lui. E così faccio attendendo altre istruzioni.
Noto subito i suoi occhi spenti, non freddi come al solito, solo... tristi.

"Tu hai lavorato in un negozio di fiori, vero?" Chiede dopo un interminabile silenzio. Annuisco e basta. "Sai dirmi di che fiore si tratta?" mi mostra il fiore che ha tra le mani. Lo  guardo attentamente e capisco subito di che fiore si tratta ed ha un significato molto particolare.

"Questo.. è un Giacinto" asserisco. Harry guarda prima me poi ritorna a fissare il suo fiore. "Ed ha un significato questo Giacinto?" Chiede ancora schiarendosi la voce.
"Il Giacinto, rosso," indico "rappresenta il dolore ed il perdono".                                                            "Hai sottolineato rosso, come mai?" Ribatte. "Perché il tuo è rosso" dico.

"Ce ne sono di altri colori?" - "Mhh mhh" Annuisco. "Quello blu significa coerenza, quello bianco é per la bellezza, e, proprio come la rosa, il Giacinto giallo rappresenta la gelosia ed ha un profumo molto particolare e riconoscibile rispetto agli altri." Concludo.

**

Finita la lezione sui giacinti vado a fare una doccia ed indosso uno dei miei pigiami di raso, ho sempre odiato stare in casa vestita e non m'importa se questo significa cenare in pigiama. Harry non accenna nulla riguardo alla nostra conversazione, neanche a cena e neanch'io mi azzardo a dire qualcosa.

Il silenzio che incombe per tutta la durata della cena è assordante. Non sapendo cosa dire o fare, aspetto che anche Harry finisce di mangiare e comincio a sparecchiare la tavola. Faccio avanti e indietro tra la sala da pranzo e la cucina, sotto gli occhi indagatori di Harry che mi fissa, e, la disapprovazione di Juliet.

"Non puoi leggere un libro?" Dice Harry, dal nulla. "Cosa?!?" rispondo, ancora intenta a togliere le ultime cose che sono rimaste in tavola. "Non puoi semplicemente leggere un libro o fare qualcos'altro, non so, qualcosa che non siano cose per cui pago qualcuno per farlo già." Scrolla le spalle e sospira. "Harry, io non so mai stare ferma e per me non è un problema aiutare Juliet" rispondo.  Scuote la testa e sbuffa "Sei un caso perso. Lo confermo."

L'accordo ||HS||Where stories live. Discover now