•9 HARRY

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Non so cosa mi è passato per la testa quando ho deciso di presentarmi da Isabel per il giorno del ringraziamento.
Curiosità, questo è sicuro, ma spingermi a presentarmi li come il fidanzato perfetto.

Forse voglio solo capire il tipo di famiglia che è, voglio semplicemente confermare i dubbi che ho su di lei, arrampicatrice sociale del cazzo!
Ma tutto quello che ho trovato è una normalissima famiglia, momenti imbarazzanti e cibo pessimo.

Prendo un altro boccone di tacchino, cercando di non far trapelare il mio disgusto. Perché si, fa proprio schifo. "Bis ripieno?" Alzo lo sguardo e trovo il fratello maggiore che mi offre altro cibo educatamente. "Grazie" accenno un sorriso, porgendogli il mio piatto sforzatamente. "I miei complimenti allo chef" mento.

"Almeno lui si è ricordato di portare la torta" commenta l'altro fratello cercando di rompere il silenzio che incombe in questa tavola. "Allora" comincia il padre. "Come vi siete conosciuti?" Chiede mentre mi lancia un'occhiata ed io ricambio con un sorriso alquanto finto.

Sta decisamente invecchiando, sembra uno di quei ricoverati che stanno in ospedale da mesi e mesi. "É una storia molto divertente" rivolgo alla mia presunta fidanzata arrampicatrice un sorriso gelido e tirato. "Ma Isabel la sa raccontare meglio." Lei comincia a tossire, manco si stesse strozzando e mi lancia uno sguardo minaccioso.

Sono sicuro che puoi farcela, piccola stronza.

"Ci siamo incontrati in un locale, uno di quelli che frequentiamo io e Kim di solito.." comincia a farfugliare ed io mi giro completamente verso di lei, con la mano mi sorreggo il mento e la guardo mezzo divertito mentre lei spara cazzate a destra e manca su come fosse stato il nostro primo incontro.

Ho contribuito di tanto in tanto annuendo e confermando la sua versione, e con qualche risatina occasionale al momento opportuno.
Non sono ancora sicuro di cosa mi aspettassi da questa famiglia, una massa di degradati o truffatori? Infondo, cibo orribile a parte, sembrano a posto. Ma escludo appieno l'arrampicatrice. Perché lei dev'esserlo per forza. Non sposi uno che neanche conosci.

Mi aspetto che da un momento all'altro mi adulassero per il pesce grosso che ha abboccato all'amo della figlia e sorella, che mi baciassero il culo.
Non lo fanno, nemmeno per un'attimo. Sono solamente iperprotettivi e preoccupati per Isabel. Ai loro occhi è un angelo. L'angelo che in questo momento gli sta mentendo spudoratamente.

Non posso fare a meno di ammettere che superficialmente parlando, è uno schianto, questo non posso negarlo. Ha dei folti e lunghi capelli neri, gli occhi del medesimo colore ma seppur scuri come la notte trapelano brillantezza. È intelligente da quel che ho potuto assorbire da quella giornata. Le labbra sembrano disegnate ed il corpo.. ha il tipo di corpo che farebbe indurire il cazzo a qualsiasi uomo.

Ma resta comunque un'arrampicatrice bastarda ai miei occhi e per me potrebbe soltanto essere 'la ragazza della porta accanto'.

"State facendo tutto molto in fretta" afferma il padre, per poi rivolgersi a me. "Dimmi Harry, cosa ti ha colpito a tal punto da chiedere la mano di mia figlia così presto?" - 

"papààà!!" Lo ammonisce lei.

Le rivolgo un'occhiata volante e noto subito come i suoi occhi da cerbiatta fossero spalancati e supplichevoli.
Potrei spifferare tutto, ma non lo faccio, non servirebbe neanche a me.
So soltanto che se accetto di sposare questa donna, mio padre mi garantisce il posto di Amministratore delegato della Styles enterprises. Dandomi subito quello che mi sarebbe dovuto spettare per diritto dalla nascita. E se questo significa ingannare ulteriormente queste povere persone, ben venga e così sia.

"Beh" Guardo Isabel negli occhi mettendo su un bel teatrino "sua figlia é bellissima. Dentro e fuori. É la donna più gentile e compassionevole che io abbia mai incontrato.. e sono sicuro che sarà onesta e leale per il resto della nostra vita insieme". Concludo sorridendo.

Isabel sussulta e abbassa lo sguardo per la vergogna. Questo non me l'aspettavo. "Owh" esclama solamente il signor Evans. Anche se non sembra proprio crederci.

Sento stringermi la mano da sotto il tavolo e mi volto lentamente a guardare Isabel e senza neppure parlare riesce a trasmettermi il suo silenzioso grazie.

Per un'attimo, al suo tocco, ho sentito tutta la tensione nelle mie spalle rilassarsi, mi sono ritrovato perso nei suoi occhi dimenticandomi per un secondo la mia rabbia ed il mio fastidio.

Quando la parte razionale del mio cervello mi frena di sbotto, ritraggo subito la mano, più arrabbiato di prima.

Vuole solo farmi cadere nei suoi trucchi da arrampicatrice.
Vuole solamente il mio denaro, come ogni donna.
Se abbasso la guardia, anche solo per un secondo, non si farà scrupoli a strapparmi il cuore.

"Inizia la partita" grida uno dei fratelli dall'altra stanza distraendomi dai miei pensieri. Gli uomini colgono subito l'occasione per allontanarsi da quel pranzo imbarazzante. Non posso di certo biasimarli.

"Mi occuperò io dei piatti" dico mentre mi alzo e mettendomi subito sparecchiare. I ragazzi mi guardano come se avessi tre teste. "É il minimo che io possa fare, dopotutto sono un ospite a sorpresa" sorrido gentilmente. "Grazie ragazzo" dice papà arrampicatore.

Stanno per dirigersi in soggiorno prima di fermarsi di nuovo e mi guarda serio. "Ti piace il football?" Chiede "Fanculo gli Eagles" esclamo semplicemente. Grugnisce in segno d'approvazione. "Ottima scelta Isi" si rivolge ridacchiando alla figlia prima di sparire in soggiorno con i ragazzi che lo seguono a ruota.

Isabel resta in cucina a sparecchiare insieme a me, rifiutandosi tutto il tempo di incrociare il mio sguardo. E ci stava anche riuscendo fin quando non le ho fatto la domanda che bramava di uscire dalla mia bocca dal momento in cui ho messo piede in questa casa.

"Cosa ci stai guadagnando?"

L'accordo ||HS||Where stories live. Discover now