capitolo 21. [mattheo]

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quella mattina seguii le lezioni come uno studente modello con l'intento di vederla, ma invano, era rimasta a letto.

avevo sperato fino all'ultimo secondo che sarebbe entrata in classe di corsa, con i capelli ancora un po' spettinati chiedendo scusa per il ritardo colmando la mia noia, ma purtroppo non fu così, tutto quello che ricevetti furono le occhiatacce degli altri studenti e le discriminazioni sul mio conto.

ogni parola era una ferita ma non lo davo a vedere, mostrarmi debole avrebbe solo peggiorato la situazione.

avevo solo bisogno di lei, l'unica pura che mi guardava come se fossi normale nonostante non lo fossi.

partecipai anche al pranzo, fu lì che la vidi.

dopo la sua reazione del giorno precedente non l' avevo più vista ed io avevo il bisogno di venire a conoscenza del motivo della sua reazione.

"amico?" fu l'ultima parola pronunciata prima di mandarmi via gridando.

scombussolato, ecco come mi sentivo dopo quella conversazione.

dopo aver pranzato era rimasta con gli altri a chiacchierare e solo quando si allontanò feci lo stesso.

"vado sulla torre di astronomia." mentii.

mi trovai in corsa tra i corridoi sperando che non arrivasse troppo presto a destinazione, quando la vidi dinanzi alla porta delle camerate rallentai.

"ethel!" si fermò.

mi parve titubante ma poi si voltò focalizzando tutta la sua attenzione su di me.

"che ti è preso ieri?" l'osservai.

"non chiedermi spiegazioni..." mi rispose, stava forse nascondendo qualcosa?

dovevo assolutamente saperlo, dopotutto lei poteva fidarsi di me.

"ethel sai che puoi dirmelo." provai ad incoraggiarla.

"cosa vuoi sentirti dire mattheo?" mi spiazzò.

cosa volevo sentirmi dire?
da lei solo la verità, io avevo il bisogno viscerale di conoscerla a fondo.

"la verità ethel, quello che pensi davvero."decisi di essere totalmente sincero per una volta.

"non mi va di parlarne adesso." la vidi allontanarsi per tornare in camera sua e rimasi lì, solo e ancor più confuso di prima.

-

ero tornato in camera.

purtroppo però il mio rientro non era stato uno dei migliori.

avevo imprecato prima di tirare un pugno al muro.

quel demone mi faceva impazzire.

era fissa nei miei pensieri, mi rendeva vivo e confuso come non mai e nessuno mi aveva mai fatto questo effetto, ogni giorno mi terrorizzava sempre di più.

mio padre era sparito, il che mi preoccupava, ma mai quanto perdere lei.

mentre ero disteso sul letto mi ricordai che mancava sempre meno al suo compleanno, dovevo sorprenderla.

your moonWhere stories live. Discover now