capitolo 14.

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quando mattheo finii di pranzare decidemmo di andare a fare un giro.

indossò degli indumenti di draco in seguito ad una doccia e ci smaterializzammo dietro la villa per evitare inconvenienti.

quando draco ci aveva visti insieme avevo temuto il peggio.

il pugno che mattheo aveva tirato a mio fratello era servito a calmare la situazione e a mandare via il biondo.

"a che pensi?" ed ecco che ancora una volta la sua voce arrivava in posti ancora inesplorati del mio corpo.

"nulla in particolare." eravamo uno accanto all'altro e stavamo camminando nel bosco dietro casa.

stavamo seguendo un sentiero che portava in un luogo stupendo.

"sei sicura?" avevamo il passo sincronizzato.

"si, sicurissima." lo guardai.

il suo profilo perfetto e maschile mi mandava fuori di testa.

non avevo la minima idea di cosa mi attraesse in lui, ma ne ero attratta.

scossi la testa per evitare eventuali pensierini.

"dai sei pensierosa, vero?" avvolse un braccio intorno alla mia vita e mi tirò a sé.

sentii il cuore a mille.

"no, davvero."

mi strinse ancora un po' e rimanemmo in silenzio fino alla destinazione.

un lago stupendo, circondato da fiori ed alberi profumati ed infine una panchina.

"vieni." mi afferrò la mano e corremmo insieme per sederci.

"scemo non mi tirare!" urlai ridacchiando.

si fermò solo quando la panchina era di fronte a noi.

ci accomodammo su di essa buttandoci a peso morto.

quando le nostre risate diedero spazio al silenzio del bosco mi sentii in imbarazzo.

quell'assenza di voci, rumori e suoni in presenza di mattheo mi metteva così tanto a disagio da farmi respirare pesantemente, ma non avevo la più pallida idea di quale fosse il motivo.

a dire la verità io non sapevo nemmeno il motivo per cui mi sentissi legata a lui, perché mi piacesse passare del tempo sola con lui, perché ne fossi così attratta ma soprattutto perché in doccia gli avevo permesso di toccare il mio corpo.

quando mi aveva spinta contro il vetro freddo mi ero sentita pronta a farmi toccare

gli avevo permesso di accedere ad una parte del mio corpo inesplorata e non me ne ero pentita.

sospirai mentre il silenzio mi stava lentamente portando via.

d'altronde lui si comporta così con tutte, vuole solo scopare, pensai.

dovevo convincere me stessa a non provare mai emozioni per mattheo

tra me e lui ci doveva essere solo una semplicissima amicizia, nulla di più.

"ethel" sentii la sua voce dire il mio nome e mi destai dai pensieri.

"dimmi, ti ascolto."

"sei sicura di stare bene?" aveva capito che qualcosa non andava, che stavo pensando un po' troppo.

pensare era sempre stato nocivo per me

frullavo troppo col cervello

a volte fino a farmi male da sola

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