capitolo 29. [mattheo]

242 8 0
                                    

caldo.

sentivo gli abiti appiccicati alla pelle, mi mancava il respiro.

facevo addirittura fatica ad aprire gli occhi, così tanto che non lo feci.

mi rannicchiai sul pavimento noncurante, non volevo nemmeno sapere dove mi trovassi, sapevo che c'era lo zampino di mio padre.

avevo bisogno di forze, un po' d'acqua e del cibo, ma tutto quello che c'era lì con me era uno specchio.

uno specchio piazzato dinanzi al mio corpo sudato e pallido.

osservai attentamente le mie labbra secche, i capelli appiccicati alla fronte e i miei occhi arrossati, pareva avessi fumato.

effettivamente in un momento come quello una sigaretta sarebbe servita.

non feci in tempo a tastare le tasche dei vestiti, sentii la porta alla mia destra aprirsi ed un ombra che sovrastava la luce proveniente dall'esterno.

"figliolo." non sapevo nemmeno come avessi fatto ad arrivare lì, l'ultimo ricordo era la scena delle mie labbra su quelle di ethel.

"credo tu sappia perfettamente il motivo per cui sei qui." rabbrividii.

"no, dimmelo tu." non avevo assolutamente intenzione di farmi trattare male ancora una volta, se avesse voluto ferirmi almeno avrebbe avuto un giusto motivo.

"una certa ragazzina di nome ethel."

"la ragazza che mi ha fatto capire quanto tu faccia schifo?" doveva sentirsi in colpa.

"che mi ha aiutato a rendermi conto che non sono come te? che il mio destino non è prendere il tuo posto del cazzo?" avevo l'immagine dei suoi capelli biondi sul mio petto, la sensazione di sentirli sotto mano.

"sono bastati un paio di occhi azzurri per farti impazzire?" tra le mani non reggeva neanche la bacchetta.

"non fingo di non essere innamorato, non ammazzo la donna che tocco senza vestiti." ero determinato a colpirlo nel profondo.

"non sai quello che dici." era lui a non sapere che ero consapevole di qualsiasi cosa lo riguardasse.

"lo so perfettamente invece, il mio destino non è come il tuo."

"e come sarà il tuo destino?" fece qualche passo intorno a me.

"non l'ho mai programmato, non mi chiamo tom marvolo riddle." papà scoppiò in una fragorosa risata.

"credi di essere tu colui che programmerà il tuo futuro? ha ha ha, assolutamente no. tuo padre sono io..nonostante non mi faccia piacere, a decidere per te sono sempre io."

"allora dimmi." lo guardai con enorme disprezzo.

"ti sposerai con astoria greencass alla fine di questo mese e andrete a vivere in una villa poco distante da qui." il mio cuore smise battere per qualche secondo, sperai non ricominciasse.

mi si mozzò il respiro.

un matrimonio senza amore? che senso avrebbe avuto? un matrimonio senza la mia luna? che vita avrei avuto?

"se cerchi l'amore è lì, astoria è perdutamente innamorata di te."

"non cerco il suo amore, non lo voglio." stavo sudando di nuovo.

"non capisco cosa ho fatto per meritarmi questo poco rispetto da parte tua, mi pareva di averti trattato bene."

"trattarmi bene significa uccidere mia madre davanti ai miei occhi?" stavo per piangere.

"tu non dovevi esserci."

d'istinto mi alzai per fronteggiarlo meglio.

"tu non avresti dovuto ammazzarla! non ti fai schifo? non senti mai la sua mancanza quando affianco trovi bellatrix e non lei? ammetti anche tu di aver amato! ammetti di averla ammazzata solo perché odiava ciò che facevi e tu non sopportavi di essere mancato di rispetto!" sbottai.

una lacrima rigò il mio viso e andò a posarsi sulla camicia sudicia.

papà rimase in silenzio, la prima volta che lo vidi privo di risposta, senza voglia di controbattere.
allora continuai.

"ammetti di aver amato quella donna, ammetti di aver pianto quando quella stessa sera sei andato a letto ed il freddo ti è entrato dentro, mi basta solo questo papà."

era tutto tranne che una conversazione formale.

lui rimase ancora in silenzio, stavolta calò anche il capo.

"tu" rimasi in silenzio per qualche istante, "senti ancora la sua mancanza quando apri gli occhi la mattina."

"taci." fu un sussurro.

"sono qui per distruggerti, fai ciò che vuoi, cruciami, tormentami, torturami, ho vinto in partenza."

"come puoi vincere con me?"

"perché so che c'è qualcuno che mi aspetta, che mi ama, che mi soccorrerà quando tornerò lì da lei, che ora sta piangendo tra i suoi amici e che come me sente ancora l'emozione dell'ultimo bacio."

ma la dolcezza non basta contro un cuore debole protetto dal ghiaccio.

"crucio!"

sto pubblicando davvero con poca frequenza ed i capitoli sono brevi, forse anche troppo, vi chiedo scusa davvero.

your moonWhere stories live. Discover now