capitolo 28.

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"vado in camera mia, vieni?" lo guardai capo a piede e scorsi tutta la tensione del momento, era evidentemente terrorizzato all'idea della presenza del padre nello stesso edificio.

"ti raggiungo tra qualche minuto, aspettami qui." se lo avessi lasciato solo sarebbe morto divorato dai pensieri.

"sei sicuro? vuoi che venga con te?" mi avvicinai a lui troncando tutto lo spazio che ci divideva.

"sei ti va." quello fu palesemente un 'si, ti prego', ma ovviamente mattheo marvolo riddle non poteva mostrarsi debole.

ci dirigemmo nella sua stanza ed arrivati a capolino notai quanto stesse tremando.

"mattheo, hey." afferrai le sue mani fredde.

"sta tranquillo, va tutto bene." inclinai il capo per guardarlo negli occhi e prendere un po' della sua paura.

"mio padre non è stupido, ethel, se i tuoi genitori gli hanno accennato anche solo una piccola cosa probabilmente io tra poco non sarò qui, in questa camera con te ad ammirare la tua bellezza."

"ti prometto che quasiasi cosa accada ne usciremo insieme, va bene?" le sue mani lasciarono le mie per accarezzare la superficie delle mie curve fino ai fianchi.

posai con delicatezza le mie labbra sulle sue per assaporarle e le schiusi nel momento più opportuno per accogliere la sua lingua che, quando fu a contatto con la mia, mi portò al settimo cielo.

quella lussuria durò per minuti che però, per me furono pochi istanti.

"ti aspetto qui." dissi quando si allontanò per dirigersi al bagno.

mi accomodai sul suo letto perfettamente ordinato ed osservai la stanza, a cui ormai ero abituata nonostante fosse diversa da tutte le altre.

osservavo le pareti, le mensole, l'armadio, il pavimento, scorgevo qualche dettaglio qua e là ma in modo superficiale, perché i miei pensieri finivano sempre su di lui.

immaginavo il termine della scuola, lui in casa mia, accomodato in cucina, mentre intraprendeva una conversazione con mamma intenta a preparare una delle sue prelibatezze.

immaginavo noi nel vistoso giardino mano nella mano a piedi nudi.

immaginavo lui, con in braccio una bambina simile a me, mentre la cullava per farla addormentare dopo la poppata di mezzanotte.

immaginavo.

e mentre la mia mente vagava e fantasticava su avvenimenti che probabilmente non sarebbero mai accaduti un tonfo mi risvegliò dallo stato di trance.

"mattheo?"

intimorita mi avvicinai alla porta del bagno e quando l'aprii mattheo non era più lì.

"mattheo!" urlai.

"se è uno scherzo guarda che non è divertente stronzo!" lo cercai in ogni angolo della stanza, persino nell'armadio.

"avanti esci fuori, dove sei?" e in quel preciso momento il mio gufo bussò alla finestra.

"hey gufetto, non aspettavo lettere." afferrai il foglio di carta che teneva stretto nel becco e lo lessi.

Non perdere molto tempo a cercare ciò che non troverai, piccola Malfoy.
T.M.R.

"chi ti ha dato questo foglio, piccino? chi è tmr? e..di cosa parla?" parlavo con il mio animaletto domestico come se potesse rispondermi.

improvvisamente però, collegai, rimasi immobile al centro della stanza, con gli occhi strabuzzati, la lettera svolazzò fino a toccare il suolo ed io sentii un forte malore.

your moonWhere stories live. Discover now