capitolo 24.

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la mattina seguente a destarmi dai sogni fu mio fratello che fuori la porta bussava incessantemente urlando il mio nome.

"vuoi aprire questa cazzo di porta o devo sfondarla?" aggiunse.

posizionai la testa sotto il cuscino per evitare di udire la sua voce, ma invano, un forte rumore mi fece intuire che aveva aperto la porta con un incantesimo o forse l'aveva buttata giù.

la seconda.

"hai sfondato la mia cazzo di porta?!" urlai.

"ti avevo avvisato!" non credevo fosse serio, non mi sarei mai aspettata di vedere la mia porta sul suolo per mano sua.

"peccato che ti reputavo più intelligente e non credevo lo facessi!"
"che sei entrato a fare?"

"tu non devi frequentare mattheo." il suo tono di voce alto e autoritario.

"cosa? perché?" non l'avrei mai fatto.

"mattheo non è il ragazzo per te, lascialo ad astoria greencass e tutte le altre puttanelle che si scopa ogni giorno."

"ma sei impazzito draco?" mi alzai in piedi.

"no, non sono impazzito, ti dico solo le cose come stanno."

"allora diciamole tutte, sei un migliore amico di merda!" sputai acida.

"e tu un'amica del cazzo, di mattheo non sai niente!" urlò per tutta risposta.

"e cosa non saprei? che suo padre lo torturava, tu lo sapevi e non hai mai detto niente? che ha il corpo ricoperto di cicatrici? che si scopa miliardi di ragazze per mostrare al padre quanto è forte? quel ragazzo è tutta finzione non è davvero così."

"ma che cazzo dici? se le scopa perché è malato!" rabbrividii all'ultima parola.

"esci da questa cazzo di stanza draco."

mio fratello rimase in silenzio, incredulo e turbato.

"ho detto esci." stavo cercando di trattenere la rabbia per non avere uno dei miei soliti attacchi.

"cosa cazzo non capisci della parola esci? vai via porca puttana!" fallii miseramente.

afferrai la bacchetta e gliela puntai contro.

"se non esci da questa fottuta stanza giuro che ti ammazzo." sentii una lacrima rigare il mio viso.

"ethel.."

"no, non voglio sentirti, vai via!"

draco si allontanò ed io sistemai la porta con un incantesimo.

abbassai la bacchetta e la lasciai cadere al suolo, avevo il respiro pesante e un attacco di rabbia in atto.

"grazie, ethel."

mi voltai di scatto.

"mattheo.." sussurrai. mi sentii immediatamente libera.

"che..che ci fai qui?"

"ero venuto per darti questa, ma credo di essere arrivato in un brutto momento." mi porse una foto.

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