capitolo 26. [mattheo]

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ancora mi chiedo se sono stato più coglione a mandare in coma diggory invece di ucciderlo o se ho fatto una cazzata a lasciarla tornare in camera da sola dopo aver annunciato indirettamente a tutta hogwarts che c'è qualcosa tra noi.

non avevo avuto più la possibilità di rivederla dopo che era corsa a recuperare la collana che le avevo regalato.

"meglio che tu non venga." mi aveva detto pansy quando avevo proposto di andare in camera a darle la buonanotte.

ma avevo il presentimento che mi stessero nascondendo qualcosa.

passai tutta la notte con il rimorso di non aver fatto fuori quel figlio di puttana che si era permesso di toccare la mia piccola luna.

non chiusi occhio, mi alzai dal letto per passare l'intera nottata sulla torre di astronomia sperando che lei mi raggiungesse.

ma non fu quello che accadde.

a raggiungermi lì fu astoria greencass.

"mi hai tradita con quella?" mi spaventai quando nel silenzio più totale regnò la sua orribile voce.

"non ti ho tradita, io e te non abbiamo mai avuto una relazione astoria." mi accesi una sigaretta.

"e tutto quello che abbiamo passato insieme come lo vorresti definire?" sbatté le palpebre.

"scopamicizia, anzi, scopare e basta, se fossi mia amica non ti sopporterei." sbuffai.

"e di lei ne sei..innamorato?" scandì perfettamente l'ultima parola.

"astoria non sono cazzi tuoi, sono venuto qui per stare solo in santa pace, per pensare a me e ai miei problemi, va via." mi appropriai di un tono autoritario.

"stai mettendo un punto a noi?" disse incredula.

"non è mai esistito alcun noi." aspirai un enorme quantità di fumo.

sentii i suoi passi farsi sempre più lontani per lasciarmi solo nel buio della notte ad osservare il cielo stellato.

-

la mattina seguente lasciai sul suolo un intero pacchetto di sigarette consumato, il pavimento colmo di mozzoni.

tornai in camera per darmi una sistemata sperando di vederla durante il corso delle lezioni.

il suo banchetto vuoto mi angosciò per tutta la mattinata.

"pansy dove cazzo è ethel?" sussurrai mentre il professor piton spiegava.

"è rimasta a letto, ha detto che non se la sentiva."

"silenzio là dietro." quella voce del cazzo gliel'avrei fatta perdere.

proprio come stavo perdendo io il controllo.

mi alzai e spinsi il banchetto sul suolo prima di uscire dalla classe.

"riddle dove va?" e finalmente per la prima volta udii quel coglione del professore urlare.

non gli risposi.

arrivai dinanzi alla stanza di ethel ed entrai sperando di non svegliarla.

era distesa sul letto riboccata dalle soffici coperte, dormiva beatamente.

mi avvicinai per baciarle la fronte e notai che la sua guancia era lievemente sporca d'inchiostro.

non sapevo cosa pensare, ma decisi di fidarmi, qualsiasi cosa stessa facendo me l'avrebbe detto lei, che si risvegliò non appena le mie labbra vennero a contatto con la sua pelle calda.

your moonWhere stories live. Discover now