Piumone E Caffè Corretto

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Dario & Anita

Cinque e trentadue minuti.
Era quello che vedevo dalla mia sveglia digitale che stava sul comodino. Mancava ancora un'ora e tredici minuti al suo suono martellante, quindi mi voltai sbuffando verso Anita che dormiva stringendo il cuscino con il viso rivolto verso di me. Era completamente nuda, ma coperta fino alle spalle dal piumone invernale color ghiaccio. Riuscivo a vedere il suo seno strizzato sul materasso e le labbra ancora rosse dalla maratona passata qualche ora prima. Sorrisi scrutandola nella sua bellezza acqua e sapone, mentre dentro di me, complice alza bandiera mattutina, avevo già voglia di lei. Mi allungai verso di lei baciandole la guancia sinistra per poi soffermarmi sul suo orecchio.

« Buongiorno… », sussurrai mentre con la mano destra abbassavo il piumone.

« Dario, che fai? », domandò bofonchiando contrariata cercando il piumone con le mani. « Sento freddo. »

« Senti freddo? », sorrisi sulla sua pelle fermando la coperta nella mia mano destra.

« Si, sento freddo e sto dormendo! », rispose un po incavolata cercando la coperta con ancora gli occhi chiusi. La cercava disperatamente mentre io la tenevo giù e sorridevo. Seguitai a guardarla sorridendo fino a quando lei smise di cercarla e aprì gli occhi. « Non lascerai la presa, vero? »

« Perspicace. »

« Bene, adesso ti faccio io un indovinello. », rise lei stringendo le braccia al petto. « Cosa vuol dire questo? »

« Che vuoi che ti strizzi le tette? », risi sedendomi sulle ginocchia. Amavo farla incazzare, soprattutto prima di fare l'amore.

Lei cominciò a ridere prendendo il mio cucinino e lasciandolo su di me. « La vuoi smettere? Sono arrabbiata con te. »

« Sei arrabbiata con me? », chiesi alzandomi sulle ginocchia facendole notare la mia erezione. Lei mi guardò per qualche secondo smettendo di ridere. Potevo notare tutti i suoi movimenti nonostante la stanza fosse illuminata a malapena dalla lucina per la notte posizionata davanti alla porta.

« Adesso ancora di più. », affermò stringendo sempre di più le braccia al petto.

« Addirittura? », sorrisi malizioso mentre accarezzavo la mia erezione davanti ai suoi occhi.

« Si… perché si dia al caso che io non ho voglia, quindi mi hai svegliata per niente… », la sua voce era cambiata. Non era più spavalda come prima, ma manteneva ancora quel pizzico di tenacia.

La guardai negli occhi con decisione mentre lei mi scrutava quasi impaurita dalla mia prossima mossa. Sollevai completamente il piumone facendolo cadere oltre il materasso, allungandomi poi verso le sue gambe. Le ginocchia erano piegate e unite tra di loro formando due montagnette tutte da scalare. Le aprii con decisione facendola sobbalzare e aggrappare con una mano alla spalliera del letto. Infilai le braccia sotto le sue cosce per poi agguantarle dall'interno con la mani. La guardai un ultimo istante negli occhi prima di deliziarmi con il suo sapore. La tensione che avevo avvertito all'inizio, si dissolse piano insieme ai suoi gemiti. Le sue mani lasciarono il suo posto per accarezzare i miei capelli facendomi capire che stavo andando nella direzione giusta. Leccavo e succhiavo scendendo sempre di più le contrazioni del suo bacino. Spingeva il suo corpo verso di me ad un ritmo serrato, sintomo che stavo muovendo la lingua proprio come voleva lei. Mi fermai di botto, lasciandola lì incredula.

« Dario… Dario, perché ti sei fermato? », ansimò lei con gli occhi si chi stava per venire.

Mi piaceva farla impazzire e poi farmi desiderare. Volevo che fosse lei dopo a volerlo con tutte le sue forze.

« Si dia al caso che io non ho più voglia… », efatizzai leccandomi le labbra inferiori con sguardo malizioso.

« Ma questo è scorretto! », esclamò sottovoce per paura di farsi sentire da Amalia.

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