Nodo Alla Windsor

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Saverio & Ginevra

Annodare una cravatta è uno delle cose che noi dovremmo saper fare alla perfezione. Un qualcosa di innato e che noi uomini dovrebbe venire naturale, proprio come far scendere giù la cerniera lampo dei pantaloni. Ovviamente, non tutti mostrano tale capacità e dimestichezza nel annodare quell'accessorio così alla moda ma anche elegante, incappando spesso e volentieri in dei nodi assurdi che ricordavano tanto il cappio usato per le esecuzioni capitali. Io, nella mia grande esperienza tramandata da mio nonno e mio zio, sapevo farlo anche ad occhi chiusi. Che fosse stato un nodo Pratt o un nodo semplice poco importava, avrei fatto quel nodo anche a mani legate. Ma c'era una cosa a cui ero disposto a sottostare, un qualcosa che adoravo ancora di più del nodo Windsor: le mani di Ginevra che facevano quel nodo. Adoravo guardare quelle piccole dita affusolate mentre si cimentavano in tale opera. Adoravo il contatto delle sue dita con il mio collo e a come delicatamente sbatteva sul mio mento. Adoravo sentire il suo respiro che si infrangeva contro il mio viso inebriandomi. Ed era proprio quello il momento che aspettavo da circa dieci minuti di fronte alla grande porta finestra della nostra camera da letto. Con le mani in tasca e con le note di Les Feuilles Mortes - Yves Montand, l'aspettavo come si aspetta il tramonto in riva al mare.

« Est-ce que tu m'attendais? », domandò lei attirando la mia attenzione su di lei e il suo corpo fasciato da un vestito lungo arrivato con scollo a forma di cuore.

Mi voltai leggermente sorridendole. « Oui. », per poi tornare con lo sguardo sulla finestra.

Sentii i suoi passi lenti ma inesorabili sul pavimento mentre si avvicinava a me. Afferrò la cravatta nera in seta che avevo precedentemente appoggiato sul letto, trovandomela davanti agli occhi e scrutandone i suoi dolci lineamenti marcati da un trucco nero da gatta.

« Tu es très belle… », sussurrai mentre le sue mani mi accarezzavano il colletto come da copione.

« Merci, monsieur Monte… », sorrise cercando di non farlo.

La presi per i fianchi, e facendoci trasportare dalla musica, improvvisammo un lento mentre ultimava il nodo alla cravatta. I suoi occhi divertiti e quei ricci domati da uno chignon, mandarono il cervello a puttane come da copione. Lei si appoggiò con la guancia sulla mia spalla facendomi venire la pelle d'oca.

Cazzo, quando mi piaceva tutto quello che vivevamo insieme.

« Voglio fare l'amore. », sussussurai facendole alzare lo sguardo su di me.

Lei deglutì a fatica incastrando i suoi occhi nei miei. « Non stavamo parlando in francese? »

« Mi è sembrato più incisivo in italiano. Ma se vuoi, je parle à nouveau français… »

« Sa, siamo già vestiti… e c'è Damiano che guarda la TV… »

« Non mi vuoi? », domandai con mezzo sorriso mentre ci muovevamo a piccoli passi.

« Certo che ti voglio. È da quando sono entrata in camera da letto che ci penso. », sorrise maliziosa lei. « E che non vorrei rovinare il nodo Windsor che ti ho fatto e tutto il resto. »

« I nodi alla cravatta sono il mio pane quotidiano. », ridacchiai lasciandole i fianchi e dirigendomi verso la porta. « Adesso voglio solo fare l'amore con te, nient'altro. », affermai togliendo con due colpi metti la cravatta è guardando la sua sagoma filiforme attraverso la luce che entrava dalla portafinestra. Poi, con passi decisi mi avviai verso di lei e la sua gonna che tirai su delicatamente. Vidi le sue autoreggenti e l'intimo quasi inesistente suscitando in me quel fuoco che solo lei sapeva accendere.

Tu, Che Sei Parte Di Noi Where stories live. Discover now