Tra Amore E Paura

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Dario & Anita

Tutto di lei mi ammaliava. Tutto.
E quel tutto, mescolato con la gravidanza che avevamo scoperto da tre settimane, rendeva tutto tremendamente irresistibile.
Irresistibile come una torta con la glassa al cioccolato ma dietro ad una vetrina inespugnabile. Qualcosa che potevo guardare dall'esterno senza poterla toccare. La ginecologa non era stata restrittiva ma aveva suggerito di fare attenzione. Un suggerimento che io avevo preso come una legge inattaccabile e che mi portava ad allontanarmi da lei a livello intimo.

Avevo paura.

Era tornata quella dannata paura di fare la cosa sbagliata. Quella paura che mi aveva preso per il collo quando avevo conosciuto Anita e poi si era ripresentata durante la gravidanza di Amalia. Non avrei mai sopportato di farle del male e fare del male a quel bambino che avevamo tanto desiderato. Nella mia vita avevo fatto tante cose sbagliate che mi avevano portato a dei risultati catastrofici, ma con lei, volevo che tutto fosse perfetto e come in una favola. Era quello che pensavo ogni volta che mi alzavo la mattina e mi chiudevo in cucina per prepararle la colazione. Un qualcosa che avevo sempre fatto occasionalmente con molta dedizione, ma che era diventata una buona abitudine giornaliera. Mi piaceva stare ai fornelli mentre l'aroma del caffè si diffondeva per tutta la casa. Mi ero anche specializzato nella preparazione dei pancake con le faccine felici che tanto piacevano ad Amalia. Un tributo ai biscotti con le faccine che tanto ci piacevano ma anche una novità che piaceva e invogliava ad una colazione diversa. Panna e mirtilli per Amalia e panna e cioccolato per la sua mamma. Girai con maestria il pancake che aveva già preso il suo naturale colore marrone chiaro schiacciando poi i bordi per farlo aderire alla piastra, quando sentii la sua presenza in cucina.

« Come mai in piedi? Non ti fidavi di me e della mia cucina? » sorrisi voltandomi verso di lei. Appoggiai la paletta in plastica sul piatto e sistemo gli occhiali sul naso ammirando la sua bellezza che era aumentata a dismisura.

« No, ma il delizioso profumino è arrivato fino in camera da letto, e tuo figlio sta già reclamando la sua razione di pancake. » puntualizzò lei accarezzandosi il ventre ancora piatto.

Adoravo scrutare il cambiamento dei suoi lineamenti come i tratti del suo viso che aumentavano di luminosità.

« Avrei dovuto chiudere la porta », sorrisi invitandola a sedersi. « Prego signora Mancini, da questa parte. »

« Grazie, sempre gentilissimo signor Mancini. » lei si sedette e io le spinsi la sedia trovando il suo sorriso.

Il suo meraviglioso sorriso.

« Bene. » sorrisi ancora una volta avvicinandomi al frigo. « Latte schiumato? »

« In assenza di altro... » sorrise lei, facendomi avvampare. In un attimo il suo sguardo dolce si tramutò in sfacciato rendendo tutto più difficile.

Negai con il capo prendendo il latte mentre sul mio viso apparve un sorriso da coglione. Anche la mia erezione non tardò ad arrivare, come il mio cercare di camuffare la situazione ingestibile. Di certo il mio pigiama grigio non aiutava come i suoi occhi sul pacco che si era venuto a creare.

« Quindi avete già iniziato quella campagna pubblicitaria su quei crostini alle erbe aromatiche? » arrancai con la prima cosa che mi venne in mente sperando di farmi passare la voglia di fare l'amore con lei.

Mi allungai verso di lei con il piatto e i pancake, trovando il suo sguardo dubbioso.

« Hai davvero intenzione di praticare questa astinenza forzata parlando dei crostini e far finta che tutto vada bene? »

« L'idea era quella. » risposi facendomi scappare un sorriso colpevole.

« E pensi che a me piaccia questa tua idea? » continuò lei, indicandomi la sedia dove mi sedetti subito dopo.

Tu, Che Sei Parte Di Noi Where stories live. Discover now