Punto

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Mirko & Claudia

Da ragazzino non ridevo spesso.
Ero sempre stato un tipo dedito allo studio e con poche amicizie. Forse anche perché non avevo un temperamento forte e mi piaceva stare da solo essendo il solito nerd. Mi piacevano i videogiochi e i libri, ma soprattutto l'anatomia e tutto quello che ci girava attorno, proprio come la fisioterapia. Alle medie ero già un grande appassionato di manipolazioni e colpi della strega, oltre a vivere solo per Claudia. Lei era la solita ragazza stupenda che non ti avrebbe guardato per sbaglio. Colei che tutti ammiravano ma che nessuno aveva il coraggio di avvicinarla per via del suo essere snob. Lei lo era, lo era davvero, ma in un modo così affascinante e sofisticato, che aveva conquistato anche me. Quello che invece se ne fregava di tutto e di tutti era Dario. Lui non aveva amici, non aveva una ragazza fissa e non gli interessavano le interazioni con gli altri esseri viventi. Le uniche cose a cui non sapeva rinunciare erano le ragazze e subito dopo le donne. All'inizio non capii subito perché durante l'ora di educazione fisica si approcciò a me con la sua nonchalance, iniziando a fare domande sui libri di fisioterapia che già leggevo e come mai ne fossi così appassionato. Da quel momento fu un susseguirsi di risate e traguardi raggiunti insieme, fino a crearci reciprocamente una meravigliosa famiglia. Ovviamente, non poteva mancare l'ironia e la sfacciataggine di Saverio che aveva completato il nostro trio e lo aveva reso il più invidiato della scuola. Ridere con loro mi faceva bene all'anima, non c'era altro da dire. Anche quando Claudia all'inizio aveva fatto di tutto per contrastare questa amicizia e si era opposta con tutte le sue forze. Quella stessa Claudia che adesso non riusciva a contemplare una vita senza Dario e Saverio e le loro rispettive famiglie.

« Oddio, non riesco a smettere di ridere! », esclamò Claudia entrando in camera dopo aver lasciato Saverio e Ginevra.

« Menomale che adesso ci trovi qualcosa di divertente. Poco fa non mi sembravi di questa idea. », commentai sorridendo e appoggiando le chiavi sul tavolino che si trovava al centro delle stanza.

« È vero, mi sono spaventata molto quando ho visto quei due con quella tuta in lattice, ma ripensando a noi due che scappiamo come dei pazzi insieme a Saverio e Ginevra, ho cambiato la mia prospettiva. È stato davvero divertente. », ammise lei pulendosi un po di mascara che era venuto giù.

« In effetti è stato divertente. », attestai infilandomi le mani in tasca mentre mi guardavo intorno. « Saverio è un pazzo. Non possiamo accettare una stanza così lussuosa. Avrà speso un patrimonio. »

La stanza, sempre in stile Liberty, era un tripudio di carta da parati, ferro battuto intarsiato e lampadari in cristallo. Il tutto era ben giostrato tra i colori tenui e delicati dell'avorio e del tortora. Sul tavolo, dove avevo precedentemente appoggiato le chiavi della stanza, stazionava un secchiello con spumante e una fontana di cioccolato fuso con annesse fragole. Il mio stupore e quello di Claudia raggiunse il massimo, quando avvicinandoci al letto intarsiato e con una miriade di cuscini di varie misure, insieme ad un pacco regalo rosso al centro di esso.

« E questo cos'è? », domandò lei guardandomi sorpresa.

« Credo che sia un regalino per noi, o per meglio dire, per Dario e Anita. »

« Credi che ci sia qualcosa di hot dentro? »

« Sicuramente non troveremo un cesto di benvenuto stile prosciutto crudo dop e marmellate di agrumi. », sorrisi avvicinandomi al pacco ammirandone i colori sgargianti.

« No, di sicuro… », annuì lei portandosi dietro le orecchie i capelli che aveva lasciato liberi sulle sue spalle. « Ma potremmo sempre usarne il contenuto, non sei d'accordo? »

« Ne sei sicura? Non sappiamo cosa ci sia lì dentro. Potrebbe esserci di tutto. »

« Magari, stasera, potrebbe essere la volta buona in cui tutto è lecito. », affermò con sguardo malizioso appoggiando entrambe la mani sul mio torace.

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