Capitolo 14

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VECCHIE CICATRICI

Sto davvero bene tra le braccia di Jack, scivolo lentamente nel sonno. Sogno, sogno di essere tra le braccia del mio Jack. Mi sento irrequieta, sentimento smorzato dal benessere derivante dall'abbraccio. Provo a chiudere gli occhi per creare un ambiente sereno, penso alla spiaggia, ma non ci riesco. Riapro gli occhi e vedo me bambina rannicchiata in un angolo.

Il mio Jack sussurra <<non avere paura, ci sono io con te>>, non vedo il suo volto, ma so riconoscerlo all'istante, in tutti i miei sogni io so sempre riconoscerlo, in tutte le sue facce.
Accarezzo il suo braccio, quello che mi sta avvolgendo teneramente e lascio che il sogno faccia il suo corso. Jack, il mio Jack mi abbraccia in una posa simile al Jack che sto imparando a conoscere, l'altro Jack, quello reale. So di essere dentro a un sogno, contrariamente dal mio solito però, questa volta, non riesco a controllarlo. Raramente Jack appare così nei miei sogni, in genere sono io, a richiamarlo alla mente per farlo apparire nei miei sogni. Volta per volta mi diverto a ricreare il suo aspetto fisico. L'abbraccio si fa stretto, riesco ancora a sentirne i benefici, ma sento anche che mi trattiene. Vorrei andare dalla me bambina. Mi vedo piangere, nascosta dietro la tenda, dove mi piaceva nascondermi da bambina. Ricordo. Mi si stringe il cuore e l'abbraccio si fa ancora più stretto. Mi ritrovo con il viso rigato di lacrime. Provo compassione per quella bambina che si era nascosta per giocare. "Mamma mamma, trovami" gridava, ma la mamma si era dimenticata di lei ed era uscita di casa. Avevo solo tre anni. Chiudo gli occhi, mi fa troppo male ricordare il passato. Le scene, una dopo l'altra si susseguono ogni volta che apro gli occhi. Mi sento male. Rimango lì a vedere quella bambina soffrire così tanto, la vedo così spaventata, quasi non mi riconosco in lei, eppure so che ero io. Non posso fare nulla per aiutarla. Avrei tanto voluto essere aiutata.
Il mio cuore. Una fitta al cuore mi sveglia. Ho il respiro affannato.
<<Giulia!>> urla Jack scuotendomi, spaventato.
Devo calmarmi. Sento Jack, mi giro e mi tuffo fra le sue braccia.
<<Ora passa, tienimi fra le tue braccia>> cerco di tranquillizzarlo tra un affanno e l'altro. Mi ripeto che era solo un sogno, che è tutto passato, non ci sarà più nessuno a farmi del male, sono grande adesso, adesso so difendermi.
Sento il cuore di Jack battere forte, è chiaramente spaventato. Il suo battito, le sue braccia, mi calmano.
Smetto di piangere.
<<Sto bene>>
Mi distacco per guardare Jack. Anche nell'oscurità della mia camera, riesco a vedere la preoccupazione sul suo volto.
Il dolore è passato, adesso mi sento solo indolenzita.
Accendo la lampada e mi metto seduta sul letto, appoggiando le spalle alla testata del letto e con le gambe piegate avvolte fra le mie braccia. Mi piace rannicchiarmi così, come la me bambina nel sogno. Allungo una mano verso il petto di Jack, l'appoggio sul suo cuore. Jack si è seduto anche lui sul letto con le gambe incrociate davanti a me.
<<Giulia>> dice con tono preoccupato. Vorrebbe sapere che mi succede ma ha anche paura di mettermi fretta e di rischiare quindi di farmi sentire di nuovo male.
<<A quanto pare è arrivato il momento di spiegarti, non posso rimandare. Mi dispiace troppo tenerti sulle spine>>
<<Prenditi il tuo tempo Giulia, non ti preoccupare per me>>
<<Non riesco a non preoccuparmi per te. Ci ho provato e questo è il risultato>>
<<Allora ti senti pronta?>>
<<In realtà non sono pronta a dirti proprio tutto, ma farò del mio meglio per spiegarti fin dove riesco>>
<<Va bene, sono qui ad ascoltarti>>
Jack prende la mia mano dal suo petto e la tiene fra le sue mani.
<<Si tratta del mio passato. Non ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia amorevole e non ho avuto la fortuna di essere stata aiutata. Ho vissuto sulla mia pelle cose orrende, cose che...>> non riesco a parlare, sento un nodo alla gola che mi rompe la voce e rimane così sospesa. Devo continuare.
<<Giulia, puoi fermarti se vuoi>>
<<No, voglio continuare, solo, dammi un attimo>>
<<Posso abbracciarti?>>
<<Sì, per favore>> rispondo di getto.
Rimango rannicchiata, Jack allarga le gambe per farmi spazio e mi avvolge fra le sue braccia. Appoggia una mano sulla mia testa e l'accarezza piano.

Gli Ostacoli Del CuoreWhere stories live. Discover now