Capitolo 1

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HO REALIZZATO IL MIO SOGNO

Sono felice, lo sono davvero, non è una di quelle frasi dette per incoraggiarsi. Sono Felice........ma perché non basta? Non mi sento realizzata, sento ancora quella sensazione del "mi manca qualcosa" però non posso davvero lamentarmi. Ho realizzato il mio sogno, uno dei più vecchi sogni che tenevo nel cassetto sin da quando ero piccina. Avrò avuto circa 6 anni quando iniziai a desiderare di vivere in un piccolo paese. Non è che io sogni in grande, fortunatamente ho sempre avuto una visione abbastanza positiva della realtà, tanto da non desiderare cose da mission impossible. Sono fiera di realizzare i miei piccoli sogni.
Il mio sogno, nello specifico, era quello di vivere in un paesino di pochissimi abitanti e che avesse i comfort minimi per vivere serenamente. Eccomi quindi a Colle dei Pini, una frazione di Roma di 363 abitanti, compresa me.

Io vengo dalla Sicilia, un paese veramente bello, ricco di storia, di tradizioni, di usanze, con scenari bellissimi e ottimo cibo, ma lì mancava il futuro. Ho avuto una brutta infanzia e un'adolescenza ancora peggiore. A volte è stato necessario rifugiarmi nel mondo dei sogni. Ho da sempre avuto la capacità di interagire con i miei sogni. Ho il sonno leggero quindi il mio cervello rimane abbastanza vigile da cambiare tratti parziali o totali del sogno che sto avendo, sogni che tra l'altro, sempre per lo stesso motivo, ricordo a prescindere da quanto tempo io abbia dormito. Fin da che ho memoria, quando ciò che mi circondava, mi faceva stare male, ho imparato a rifugiarmi nei miei sogni dove vivevo delle storie sognate a episodi, che duravano fino a quando non riuscivo ad accettare la realtà disastrosa che mi circondava. Una sola cosa non riesco a spiegarmi: da sempre, ancora prima che io fossi abbastanza matura da prendere coscienza di cosa fosse un sogno, c'è stata una figura sempre presente, figura che ha cambiato diverse volte forma a man mano che crescevo, inizialmente era una lucina, poi un palloncino gonfiato ad elio, poi la mia bambola Elisabetta. Da quando avevo dieci anni fino ad ora, a questa presenza diedi una forma umana, pian piano cresciuta con me, come un'altra parte di me con la quale confrontarmi, come se in parte fosse una mia creatura e in parte me stessa. Questa figura plasmata nel corso degli anni, ha assunto sempre più caratteristiche, come una personalità, dei principi, dei comportamenti. Mentre l'aspetto fisico cambiava da sogno in sogno, a volte mantenendo dei tratti simili alla serie del sogno precedente e a volte cambiando totalmente, molti tratti della personalità anche se maturavano, rimanevano intatti, tanto che ad una certa diedi un nome a questa figura, lo chiamo ancora adesso Jack, e lui è la cosa più preziosa e più importante della mia vita, non è un amico immaginario, visto che è frutto della mia creatività e vive solo nei miei sogni. Nel corso degli anni si è instaurato un rapporto strano con questa figura, anche se so benissimo che non è reale, so benissimo che esiste solo nei miei sogni, so anche perché l'ho generata e perché mi ci sono affezionata così tanto. Senza Jack, o forse dovrei dire, senza questa parte di me, non credo proprio che sarei riuscita a mantenere una mente sana a causa dei traumi psicologici che ho ricevuto. Mi rendo ben conto che è una cosa molto strana e per questo tengo ben nascosta questa parte di me. Qui nessuno conosce i miei sogni e non ho nessuna intenzione di rivelare questa assurdità che riguarda il mio Jack.
Mi ci sono voluti anni per prendere coscienza della mia persona, del...devo smetterla, "Giulia, non sei più una bambina o una ragazzina indifesa" mi rimprovero fra me e me, ormai ho trentacinque anni, sarebbe anche ora di smettere di compiangermi per cose successe fin troppi anni fa.

Ora sono felice. È ora di vivere nel presente. In questo paesino ho trovato tutto quello che cercavo e che ho sempre desiderato.
Molte persone scappano dalla monotonia dei paesini per andare a cercare sensazionalismo nelle grandi città dove succede sempre qualcosa di spettacolare, io no. Sono del parere che se vuoi che succeda qualcosa, dovresti darti da fare e farla succedere. Ecco perché due anni fa mi misi a cercare casa in un paesino che avesse pochi abitanti, pianeggiante, con un discount raggiungibile con i mezzi di trasporto e con una connessione internet decente. Non ho mai avuto grosse esigenze: sono e voglio rimanere senza auto, che a mio parere sono uno spreco eccessivo di cui potremmo tranquillamente fare a meno avendo un buon servizio di trasporto pubblico. Dopo un anno, finalmente, trovai la casa dove vivo adesso. Qui mi diverto tantissimo.
Vivo con il mio inseparabile Puffy, il gatto con il quale convivo sin da quando abitavo in Sicilia.

Anche oggi solita routine. Mi sono svegliata poco fa che è già ora di pranzo, mi preparo per mettermi all'opera con il mio nuovo esperimento: la torta giraffa. Mi piace fare dolci, soprattutto perché conosco i destinatari che si sottopongono ai miei esperimenti. Sono Mattia e Laura, due cugini di undici anni, Giovanni di dieci anni, Lucia e Patrizia, due sorelle di nove e sette anni, poi ci sta il mio vicino di casa, Alessio di nove anni, e il piccolo della nostra combriccola, Carlo di appena sei anni, cugino di Giovanni. Visto che è estate e non ci sta scuola, passiamo i pomeriggi in giro a catturare pokémon su pokémon go. Mi diverto un sacco con loro, prima della caccia porto loro sempre un dolce fatto in casa e poi andiamo, Carlo gioca con me perché ancora troppo piccino per avere un telefono tutto suo, Patrizia gioca insieme alla sorella sul telefono di lei, per lo stesso motivo. Percorriamo un giro standard, passiamo dai vari pokéstop e dalle varie palestre pokémon, essendo un paese piccolino, lo giriamo diverse volte. Quando ci stanchiamo, ci fermiamo e giochiamo ai classici giochi da strada: a campana, alla strega comanda colori, a nascondino, ecc. Sono dei bravi bambini, mi piace tanto stare con loro, sono come la zia single che non avendo una famiglia propria sta con i nipoti, ed io li vedo come dei nipoti dei quali prendermi cura. Abbiamo costruito questo rapporto con il tempo, i più grandicelli si sono affezioni subito alla "siciliana", mi chiamavano così, mentre per i piccoli c'è voluto più tempo. Inizialmente con Carlo non era iniziata bene, perché lui mi vedeva come quella persona cattiva che le aveva tolto gli amichetti con cui giocare. Essendo un bambino molto vivace, la madre Teresa, aveva paura a lasciarlo alle mie cure, sia perché non mi conosceva benissimo sia perché sapeva dell'astio che il piccolo provava per me. Era lui al centro delle attenzioni, prima che arrivassi io. Fortunatamente, con un po' di pazienza sono riuscita a farmi ben volere, mi è bastato riempirlo di attenzioni. Poi Teresa iniziò a conoscermi meglio, un po' come tutti gli abitanti del paesino e non ebbe più nessuna esitazione a lasciare il piccolo alle mie cure.
Sono la loro doposcuolista, in estate sto a lungo in vacanza. Vacanza che riesco a permettermi, grazie anche a dei piccoli lavoretti che faccio di tanto in tanto, che spaziano dal cucire maglioni di lana a badante occasionale, da dogsitter a collaboratrice domestica, ecc. Mi piace molto aiutare, quindi quando serve un qualsiasi tipo di favore, gli abitanti di questo paesino fanno affidamento su di me. Ho un buon rapporto con tutti, finalmente, proprio come sognavo, ho trovato quelle persone per cui provare quel sentimento di familiarità, mi sento proprio parte integrante di questa grande famiglia.

Alle nove circa si radunano da me i ragazzi del paesello. Ho avuto anche la fortuna di trovare la casa perfetta, non è grandissima, ma neanche piccolissima, è delle dimensioni giuste. È una casa predisposta su due piani, con a piano terra, porta e finestra che vanno su una strada con uno spiazzale davanti e un paio di panchine, e una terrazza al piano superiore. Appena entrati ci sta un salotto con una TV appesa al muro est dalla porta d'ingresso, con un tavolinetto al centro, circondato a semicerchio da un divano da tre posti al centro e due divani da due posti ciascuno, ai lati. In questo salotto sta solo una porta che va alla mia camera da letto, non molto grande, ma abbastanza per un letto matrimoniale, un armadio e un comodino con annessa una piccola cabina armadio che io uso a mo' di ripostiglio dove metto gli scatoloni della roba che non uso. Sull'altro lato, di fronte all'ingresso, ci sta la scala che va al piano di sopra, dove si trova una cucina piccolina ma ben accessoriata, un bagno con una piccola vasca, quella da seduti, e un grande terrazzo.

Gli Ostacoli Del CuoreWhere stories live. Discover now