Capitolo 5

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                                                                                     PRIMO APPROCCIO

Non voglio ancora svegliarmi. Sento bussare alla porta. Mi alzo dal letto di malavoglia, vedo l'ora sull'orologio a muro, appeso tra la finestra e la porta d'ingresso. Cavolo, sono solo le otto e mezza, tutti sanno che io mi sveglio tardi al mattino, tutti tranne lui. Deve essere lui. Infatti aprendo la porta mi ritrovo il suo sorriso smagliante che mi abbaglia così tanto che non so se sono più abbagliata dal sole estivo o dal questo suo sorriso a trentadue denti. Voglio dormire, ho ancora tanto sonno, non riesco a formulare una frase, faccio per chiudergli la porta in faccia, ma lui mette un braccio dentro casa impedendo così alla porta di chiudersi.

<<Buongiorno!>> esclama lui con lo stesso entusiasmo di un bambino la mattina di Natale quando può finalmente aprire i regali.
<<Entra e chiudi la porta>> mugugno io come uno zombi che vorrebbe solo tornare nell'oltretomba.
Non ho le forze fisiche per affrontarlo o anche solo per preoccuparmi per lui, quindi lo ignoro del tutto. Ignoro pure lo zainetto che ha appoggiato sul divano, lo stesso che mi fa presagire la sua intenzione di restare a lungo. Più rassegnata che altro, torno a letto sul quale mi tuffo a peso morto.
Non cambierò il mio stile di vita per lui, penso mentre mi accoccolo ai miei cuscini. Istintivamente affondo la faccia su uno di essi e scuoto la testa per schiacciare i pensieri.
Sento Jack ridere, lo sento molto vicino. Apro di scatto gli occhi e lo vedo accovacciato sul fianco del letto con il viso a pochi centimetri dal mio. La sua bellezza mi sconvolge sempre, soprattutto quando è così vicino. Mi fa sentire a disagio. Senza pensarci troppo metto una mano sulla sua faccia per coprire quella stupenda visuale, non ho il pieno controllo di me quando sono mezza addormentata e non so che pazzia potrei fare. Purtroppo, la mia si rivela essere una mossa inutile perché lui prende la mia mano fra le sue. Il contatto della sua pelle calda con le mie mani fredde mi sorprende e mi fa battere il cuore: provo quella sensazione difficile da descrivere, che è simile a una scossa ma non fa male, è più come un brivido anche se meno forte.
Sto per dire qualcosa di cinico per allontanarlo, ma lui mi bacia la mano e mi dice <<dormi pure Giulia, io sarò qui a vegliare su di te>> con una dolcezza smisurata come se parlasse a una bambina spaventata. Forse è proprio questo che sono: spaventata.
Ma ora non mi va di pensare e neanche di continuare a protestare: ho sonno. Chiudo gli occhi e mi sento serena. Jack impara in fretta, sa che mi sento più serena se c'è qualcuno che veglia il mio sonno.

Mi sveglio e per istinto muovo le gambe sempre alla ricerca di Puffy che non trovo, la cosa non mi sorprende più di tanto, lo lascio abbastanza libero, stare con me deve essere una sua scelta, non un obbligo. Apro gli occhi e non lo trovo, però sento dei passi provenire dal piano di sopra, dalla mia cucina, riconosco subito che non sono i passi felini del mio micio. Mi alzo dal letto e girando lo sguardo verso l'armadio a specchio noto che sono ben poco vestita.

Mi ritorna tutto in mente, avevo rimosso dalla memoria tutto quello che era successo mentre ero mezza addormentata. Cavolo. Jack quindi mi ha vista con questo prendisole così corto, cosa che mi fa sentire in imbarazzo ma che a mente lucida non deve essere chissà che visione per Jack, abituato com'è a lavorare a fianco di modelle super belle. Decido quindi di indossare un paio di pantaloncini comodi e salire al piano di sopra, dove trovo Jack intento a friggere patate. Mi chiedo come faccia ad essere così sexy mentre armeggia con la padella per scuotere le patate che sfrigolano sotto il suo sguardo attento, ignaro della mia presenza. Voglio dire, indossa solo una semplice maglietta con le maniche arrotolate in maniera assai tamarra e un paio di bermuda a jeans, eppure è bellissimo. Potrei anche abituarmi a questa visione appena sveglia, non sarebbe mica male. L'idea di frequentarlo ogni giorno, all'improvviso non mi suona poi così cattiva.
Puffy, che stava a dormicchiare sul divano, si sveglia al mio arrivo e mi viene incontro.
<<Ciao picciriddu miu*>> lo saluto affettuosamente.
Jack si volta di scatto, mi guarda e dopo un paio di secondi scoppia a ridere con il palafritto in mano.
<<Che hai detto?>>
<<Non parlavo con te>> e mi rendo conto da sola della ridicolezza della scena in cui parlo con un gatto e rido anch'io.
Mi avvicino al tavolo che trovo già imbandito anche se incompleto.
<<Bacino del buongiorno?>> chiede Jack mentre si avvicina alle mie spalle.
Io allontano la sua faccia con la mano, questo mi riporta alla memoria la scena di poco prima quando ero mezza addormentata. Lui mi bacia il palmo della mano e sussurra <<grazie>> prima ancora di darmi il tempo di capire.
Jack mi spiazza con i suoi modi, ho bisogno di separarmi un attimo da lui, quindi vado in bagno a lavarmi la faccia e a darmi una mezza sistemata. Al mio ritorno in cucina, trovo il tavolo del tutto imbandito, con uova sode, funghi, patatine e due würstel.
<<Non hai fame? È mezzogiorno>> chiede Jack.
<<Ora che ci penso sì, ma io di solito non mangio appena sveglia>>
<<Non devi mangiare tutto se non ti va, però potrebbe essere una buona abitudine fare una colazione barra pranzo>>
Non ha tutti i torti. Mi siedo a tavola con lui.
<<Posso imparare, ma non voglio cambiare altre mie abitudini>>
<<Sì signora>>
E iniziamo a mangiare, anche se cedo mezzo würstel a Puffy e lascio le patatine.

Mi sento ancora a disagio con Jack e non va bene, se voglio continuare a vederlo ogni giorno per un intero mese, devo abituarmi alla sua presenza, ai suoi modi così sorprendentemente dolci e gentili. È bello anche mentre mangia, è proprio bello da guardare, lui si accorge che lo sto fissando, gira lo sguardo su di me ed io faccio cambiare subito direzione ai miei occhi.
<<Sono abituato ad essere guardato, fa parte del mio lavoro, ma preferisco il tuo modo di guardarmi. Tu mi osservi, mi fai sentire come se mi stessi studiando, mi piace, mi piace veramente tanto vedere come sono interessante ai tuoi occhi>>
Ma da dove gli vengono fuori queste frasi da rimorchio? Devo ammettere che dalle sue labbra escono veramente bene. Provo a cambiare discorso.
<<Sei venuto sta mattina alle otto e mezza>> puntualizzo enfatizzando in maniera esagerata sull'orario.
<<Non vedevo l'ora di vederti>> si giustifica.
<<Sì ma non puoi svegliarmi così presto>>
<<Ma a me piace vederti dormire anche se credo mi abituerò piano piano ai tuoi orari>>
<<Magari la prossima volta prova a girare la maniglia invece di bussare, così mi vedi dormire meglio>>
<<Posso?>>
<<Devo abituarmi ad averti in casa, quindi fai pure come gli altri, casa mia è sempre aperta a tutti>>
<<Perché lo fai?>> chiede interessato.
<<Finalmente vivo in un paesino dove posso farlo. Mi piace l'idea di esserci sempre e che vedano casa mia come un rifugio quando le cose a casa loro non vanno come vorrebbero>>
Jack non dice nulla ma fa un sorriso e mi accarezza la testa. Mi piace questo suo trattarmi così teneramente. Ricambio il sorriso. Il momento viene interrotto da Puffy che richiede le sue attenzioni, quindi mi alzo da tavola e vado a giocare con lui: nascondo la mia mano sotto il bracciante del divano e Puffy si mette in agguato pronto a prenderla e a mordicchiarla, si butta di schiena sul divano tenendosi vicino la mia mano con le zampe anteriori e scalciando con le zampe posteriori.
<<Non ti fa male?>> chiede Jack mentre sparecchia la tavola.
<<No. Vieni, prova tu stesso>>
Jack si avvicina titubante, non sembra molto deciso a voler provare quei piccoli morsetti di Puffy.
<<Fidati di me, non fa male>> garantisco io.
Tolgo la mano a Puffy che si mette subito in piedi a cercare la sua preda. Subito nota la mano di Jack vicino alla mia. Anche Puffy è restio a quella mano, si ci avvicina lentamente, l'annusa ed io muovo di scatto la mia risvegliando così il suo istinto felino che gli fa prendere al volo la mia mano per poi rituffarsi di schiena sul divano.
<<Metti la tua mano sulla mia>> incito Jack.
Puffy vede la mano di Jack e per un attimo si sente sopraffatto, quindi si ferma dal mordicchiarmi pronto a scappare, perché un combattimento fra due mani e un solo gatto non è equo. Ma io prendo la mano a Jack incrocio le mie dita con le sue, attaccando il dorso della mia mano al suo palmo, così da non sopraffare Puffy che vede due mani in una sola. Jack si lascia guidare e andiamo insieme a farci mordicchiare da Puffy.
Jack ride.

Gli Ostacoli Del CuoreWo Geschichten leben. Entdecke jetzt